Capitolo 38

393 10 4
                                    

Kristen



<<Perfetto, un'altra firma qui>>

<<ci siamo>> affermò Gerin nell'esatto momento in cui terminai di firmare i centomila fogli necessari all'apertura del cantiere e alla conseguente costruzione della galleria d'arte

<<perfetto signori, sappiate che l'11 Settembre aprirò ufficialmente il cantiere, perciò potete passare quando volete>> disse guardando prima me, poi mio padre e infine Andrès, seduto accanto a me, davanti alla scrivania di mio padre; erano passati appena due giorni dalla festa, la domenica dopo mi ero risvegliata nel letto di Andrès e non avevo avuto bisogno di rinfrescarmi la memoria per sapere cosa avessimo fatto, perchè la mia testa, il mio corpo e il mio cuore lo sapevano benissimo; così come sapevano che presto lo avrei lasciato andare e che quel sabato era stato una notte di addio che avevo concesso ad entrambi; solo a pensarci sentivo lo stomaco restringersi e le lacrime sul punto di fuoriuscire, ma non era tardi per richiamare il mio amico autocontrollo...questo mi dicevo

Gerin si alzò in piedi e noi con lui, ci stringemmo la mano, dopodichè ci salutò e andò via, lasciando noi tre da soli nell'ufficio di mio padre; quasi come se avessi corso una maratona, mi accasciai sulla poltrona e tirai un enorme sospiro di sollievo...ero felicissima, più di quanto riuscissi a dar a vedere, ero riuscita finalmente a trovar un modo per far realizzare il progetto di Kevin e nonostante tutto quello che era costato, ce l'avevo fatta...o meglio ce l'avevamo fatta...

alzai lo sguardo notando Andrès squadrarmi da capo a piedi...senza di lui non sarei riuscita a fare nulla...se lui non fosse entrato nella mia vita, probabilmente il progetto non avrebbe visto la luce, io e mio padre non avremmo mai ricucito il nostro rapporto e forse sarei morta...era stato lui a darmi una seconda opportunità e meritava di averla indietro

<<ragazzi posso dirvi di essere molto fiero di voi>> mio padre prese parola, ma in quel momento non era la sviolinata di un padre assente che non sapeva come riparare ai danni fatti, ma bensì di un uomo nuovo, un uomo ferito e allo stesso tempo curato dall'amore che solo un figlio può dare e i suoi occhi lucidi e colmi di orgoglio e soddisfazione ne erano la prova concreta.

<<Grazie papà, anche se il merito non è solo nostro, ma di tutti i ragazzi e...soprattutto il tuo>> affermai sincera

<<Kris non iniziare altrimenti mi metto a piangere...e ora forza voi due, le ferie continuano anche per voi, perciò smammate da qui>> sorrisi, per poi alzarmi dalla poltrona, Andrès era in piedi affianco a me, quasi come se aspettasse un mio cenno per andar via

<<vado a sbrigare delle commissioni con le ragazze e poi vado a casa, se hai bisogno...>> non feci in tempo a terminare la frase che mio padre mi interruppe

<<se ho bisogno ti chiamo, lo so, ora vai a sbrigare le tue cose, io finisco due cose al computer e vado>> annuii, cercava in tutti i modi di farmi capire che stava bene, di rassicurarmi, di farmi capire che era felice e forse lo era davvero, anche se nel profondo sapevo che ciò che era successo non sarebbe sparito in poche settimane; mi voltai diretta verso la porta

<<ah Kris>> mio padre mi richiamò

<<ho dimenticato di chiederti una cosa>>

<<dimmi pure papà>>

<<hai già pensato al nome per la galleria d'arte>> si ci avevo pensato, avevo valutato e rivalutato nomi, avevo addirittura pensato di darle il nome di mio fratello o di mia madre, per poi cambiare idea altre quattrocento volte...

Second Courses |In revisione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora