Capitolo 12

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Andrés



Non c'era niente di meglio che una corsa mattutina, casa mia non era molto lontana dalla zona spiaggia, perciò quasi tutte le mattine, mi alzavo un po' prima per fare un corsetta, beandomi dell'aria fresca e dell'oceano; 

avevo vissuto a New York per tanti anni, eppure correre in mezzo ai grattaceli o a Central Park, non era niente, paragonato a quello, era come una sorta di sfogo, era come riabituare i polmoni a respirare aria pura, aria di cui avevo spaventosamente bisogno dopo la sera prima...

cazzo quella ragazzina mi stava fottendo in tutti i sensi, se quel maledetto ascensore non fosse ripartito, l'avrei baciata e sono quasi sicuro che lei avrebbe ricambiato, nonostante affermasse il contrario...solo ripensare a quella scena mi fece fermare, ormai sembravo un adolescente in preda agli ormoni, ogni volta che c'era lei di mezzo, il mio amico faceva capriole;

 presi il cellulare dalla tasca, segnava le 7:45, così decisi di fare una telefonata...1...2...3..squilli

<<Pronto>> non avevo dubbi stesse dormendo;
<<Amico, possibile che tu stia ancora dormendo>> cercai di farlo incazzare di prima mattina, ormai era la mia specialità 

<<si può sapere cosa cazzo vuoi, non sono neanche le 8>> ne ero consapevole, sapevo che non alzava il culo dal letto se non erano almeno le 9, ma farlo arrabbiare mi rallegrava la giornata <<dobbiamo parlare di una cosa importante>> sentii dei rumori dall'altro capo del telefono <<che stai combinando>> chiesi 

<<che cavolo hai combinato tu, non dirmi che ne hai fatta un'altra delle tue>> mi conosceva troppo bene, ma non era quello il caso 

<<no, in un certo senso non ho combinato nulla, è qualcosa di un po' più specifico>> lo sentii sospirare 

<<hai scopato qualcuna con qualche malattia venerea>> cosa...

<<no, ovvio che no, mi piacciono le donne, ma non sono come te amico, non più>> rise, 

<<ok, ok afferrato, ma se non riguarda il sesso, cosa c'è di così importante da buttarmi dal letto alle 7 del mattino>> chiese alzando il tono

 <<parli forte per uno appena sveglio>> lo senti imprecare 

<<ok, ok la smetto, è una cosa piuttosto importante, non posso parlartene al telefono, passo pomeriggio da casa tua>> avrei lavorato fino all'ora di pranzo, perciò avremmo avuto tutto il pomeriggio a disposizione 

<<ad una condizione>> disse 

<<quale>> risposi, immaginandomi però la risposta 

<<io ho bisogno di una serata libera, anche se è mercoledì, non mi importa un cazzo di fare tardi e non accetto scuse>> 

ovviamente, sospirai...ma si una serata di svago me la meritavo anche io...pensai

 <<andata, ci vediamo dopo amico>> chiusi la telefonata, rimisi il telefono in tasca e mi avviai verso casa.

Dopo una doccia rigenerante e una caraffa di caffè mi diressi verso l'azienda, faceva piuttosto caldo, avevo constato che il California facesse caldo spesso, ma quello di Maggio, si stava iniziando a far sentire; 

accostai e mi diressi direttamente nel mio ufficio, ma una volta arrivato al sesto piano mi resi conto che era piuttosto deserto...la porta dell'ufficio di Roxy e quella di Matilde erano le uniche chiuse, non c'era letteralmente nessuno, andai nel mio ufficio e cosa più strana non c'era neanche Kristen, guardai l'orologio, segnava le 9:20, ero addirittura in ritardo, poggiai le mie cose in ufficio, dopodiché salii all'ottavo piano; 

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