Capitolo 17

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Kristen




<<Kristen, quante volte devo ripeterti di non entrare nel mio studio a giocare>>

<<scusa papà, stavo rincorrendo Tobias e lui si è rifugiato sotto la tua scrivania>> non era colpa mia se il mio cane era un giocherellone

<<ponigli dei limiti Kristen, cerca di insegnargli che non si fa, così come io lo insegno a te>> dovevo porgli dei limiti, ma come...

<<papà che vuol dire, come devo fare>> chiesi, 

<<devi imparare ad importi, devi farti rispettare, devi sempre avere il controllo della situazione altrimenti finirai per farti schiacciare dal mondo...tienilo sempre a mente e non mi riferisco solo a Tobias...ci siamo capiti Kris>> dovevo farmi rispettare e avere il controllo di tutto, così nessuno mi avrebbe schiacciato, sarei diventata brava come papà e mi sarei fatta rispettare 

<<si papà ho capito, ti prometto che mi farò rispettare>>



Mi svegliai di soprassalto, non avevo sognato un qualcosa che era frutto del mio subconscio, ma avevo rivissuto un episodio accaduto quando ero solo una bambina, ricordavo benissimo quel giorno, ricordavo benissimo il mio cagnolino Tobias, eppure rivivere quella scena mi aveva destabilizzato. Da bambina sognavo di diventare come mio padre, non in campo lavorativo, ma come persona, volevo renderlo orgoglioso di me facendomi rispettare dagli altri...invece con il passare del tempo, quella persona che da piccola ammiravo e prendevo come esempio, diventava sempre più una persona a me sconosciuta e lontana.

 Mi misi a sedere e solo in quel momento mi resi conto di essere completamente nuda, le lenzuola mi fasciavano leggermente il corpo e fu lì che i ricordi della sera precedente mi colpirono in pieno

"non sono ubriaca adesso" 

"andiamo via da qui"

"questo è il mio territorio"...

ero andata a letto con Andrés...

mi girai alla mia sinistra e lo vidi, era a torso nudo, le lenzuola gli coprivano le parti intime, i capelli erano spettinati e le labbra leggermente schiuse; 

era la cosa più bella che potessi vedere, mi sentii quasi ipnotizzata da lui, mi sentii totalmente esposta e non perché io fossi nuda, sentii come se fosse in grado di portarmi via tutto in un secondo; 

così invece che affondare la mani tra i suoi capelli per spostargli quel ciuffo ribelle decisi di alzarmi lentamente dal letto, recuperai l'intimo che era sparso per la stanza, presi le scarpe e il vestito e in maniera molto silenziosa uscii.

Percorsi le scale mentre mi allacciavo il vestito, arrivata in sala evitai di indossare le scarpe così da non svegliarlo, presi la mia borsa e tirai fuori il telefono...cazzo...avevo cinque chiamate perse di mio padre e una decina di Kora e Karol; 

decisi per il momento di non fare nessuna telefonata...prenotai un Uber e in rigoroso silenzio uscii da casa di Andrés...Fortunatamente l'Uber non tardò ad arrivare e una volta salita mandai un messaggio alle ragazze con scritto "tra un'ora a casa mia è importante"

Una volta a casa, chiamai mio padre e nonostante il suo nervosismo iniziale riuscii a rifilargli una scusa, dicendogli che durante la festa non mi ero sentita benissimo ed ero tornata a casa, avevo messo il telefono con il silenzioso e avevo detto ad Andrés di avvisarlo, ma che probabilmente se ne era scordato; 

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