Capitolo 42

369 11 5
                                    

Kristen


"Vogliamo dedicare questa canzone, a due persone che sono qui tra di voi, due persone che hanno lottato tanto...Kristen e Andrès, per voi Segundos Platos"




<<Stai di nuovo riguardando il video>> la voce di Andrès mi fece distogliere lo sguardo dal televisore

<<credo che lo riguarderò all'infinito>> risposi emozionata; riportai gli occhi sullo schermo e nell'esatto momento in cui suonarono i primi accordi di Segundos Platos, la mia mente tornò lì, a quel 27 agosto, indimenticabile



"<<Andrès, ci stanno dedicando la canzone>> dissi gridando, ero euforica, felice, emozionata, ero un mix incredibile, sentivo adrenalina pura; Andrès mi prese la mano, facendomi voltare verso di lui, per poi iniziare a cantare la canzone con gli occhi fissi su di me...me la stava dedicando...la nostra canzone...la prima che avevamo ballato, quella che ci aveva uniti, salvati e dato un nuovo inizio...i nostri secondi piatti..."




<<ti sei emozionata di nuovo>> mi voltai verso di lui con gli occhi pieni di lacrime <<vieni qui ragazzina>> disse, per poi attirarmi tra le sue braccia, il posto più sicuro del mondo, il mio nuovo rifugio

<<giuro che appena torniamo riguardiamo tutto il concerto insieme>> sciolsi l'abbraccio, asciugandomi le lacrime in maniera delicata, sperando che il mascara non si fosse sbavato

<<dai già per scontato che dormirò da te anche stanotte>> chiesi accigliata

<<ovvio, altrimenti>> si fermò avvicinandosi al mio orecchio <<chi ti farà urlare stanotte>> avvampai, come ogni volta che mi provocava, tanto che dovetti serrare le cosce; vidi il suo sguardo soddisfatto, per poi osservarlo alzarsi dal divano ed iniziare ad indossare la giacca

<<dai piccola andiamo>> disse, prendendo le chiavi dell'auto; mi alzai dal divano, mi sistemai la giacca e mi avviai in auto con lui.

Durante il tragitto chiamai Charlotte, per sapere se fosse tutto apposto; la mia nipotina avrebbe iniziato presto la scuola, sarebbe andata alle elementari e sarebbe stata uguale a tutti i bambini del mondo, il che mi rendeva felicissima.

Erano già due sere di fila che dormivo da Andrès e sospettavo che anche quella sera sarei rimasta a casa sua, così feci la mia solita chiamata da mamma apprensiva, per poi beccarmi un bel "hai rotto le palle" da mia cognata...direi che era tutto nella norma.

<<E' tutto apposto>> domandò Andrès con gli occhi sulla strada e la mano  sulla mia coscia

<<si, stanno bene>> dissi sollevata; Andrès iniziò ad accarezzarmi la coscia con la mano

<<ti avevo detto che stavano bene e che non c'era da preoccuparsi>> sapevo avesse ragione, ma preoccuparmi per loro era ormai abitudine per me, non potevo smettere di farlo da un giorno all'altro; dopotutto era una cosa strana per me dovermi occupare solo di me stessa come avevo fatto negli ultimi giorni.

La nostra vacanza in Spagna si era prolungata più del previsto, almeno per me e Andrès.

Avevamo passato i giorni dopo il concerto insieme agli altri, tranne il primo, in cui Andrès aveva fatto un vero e proprio sequestro di persona...sorrisi e avvampai allo stesso tempo nel ricordare quel giorno; i giorni a seguire li passammo tutti insieme, compreso Alexander, che al di là del suo pensiero da me non condiviso sull'amore, era un ragazzo davvero simpatico, almeno lo era a me; Kora storceva ancora un po' il naso e Karol, non so per quale strano motivo, tendeva a non esprimersi troppo, forse non stava simpatico neanche a lei; a differenza di Alexander, Andrew ci aveva fatto ridere da matti e lui e Andrès, una sera, avevano persino improvvisato la scena più romantica del mondo con la sabbia; inutile dire, che le nostre risate si sentirono anche dalla California.

Second Courses |In revisione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora