Capitolo 1 |Revisionato|

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Kristen


La vita non e trovare te stesso

La vita è creare te stesso

George Bernard Shaw




La vita è fatta di momenti unici, indimenticabili; è fatta di gioie, allegria, risate, ma anche di lacrime, dolore e perdita, è fatta di vuoti incolmabili, di momenti spezzati, di ali tappate. Ci pensavo molto spesso, a quanti momenti avessi vissuto e a quanti me ne fossi persa, a quante cose sbagliate e a quante giuste avessi fatto, a quanti errori e a quante decisioni avessi fatto fronte e quanti dettagli avessi tralasciato.

Molte volte arrivavo alla conclusione del fatto che fosse tutto sbagliato, tutto mal interpretato, tutto incastrato male; poi aprivo quei fogli, sfogliavo gli appunti, guardavo le immagini e tracciavo linee a matita, quasi come se stessi proiettando letteralmente le mie idee su un foglio di carta, ammassando forme geometriche, aggiungendo i dettagli che avevo tralasciato e correggendo gli errori del passato, perché era da quello che si imparava, anche se non per tutti era così, purtroppo.

Poggiai le mani sulla scrivania sorreggendomi, mentre i miei occhi tornarono nuovamente su quei fogli, nonostante avessi detto di dimenticarli solo per una sera, era difficile, complicato ed intricato e i miei occhi non potevano far a meno di guardare, riguardare e guardare ancora tutto il lavoro fatto e ancora da fare, ma ce l'avrei fatta, me lo ripetevo di continuo, fin quando non poggiavo la testa sul cuscino e dopo qualche lotta riuscivo a prendere sonno, risvegliandomi con la giusta energia per ricominciare tutto da capo.

<<Ho capito che il vestito fa schifo, ma non c'era bisogno di allontanarsi e intristirsi così>> voltai la testa verso la voce armoniosa e familiare che ormai mi accompagnava e sorreggeva da anni, in attesa di una risposta, anzi, di un consiglio, come ogni migliore amica che si rispetti;

<<tranquilla Karol, il vestito fa così schifo che intristirsi equivale a perdere energie inutili>> scossi la testa rassegnata nei confronti della seconda voce presente in videochiamata, un'altra voce familiare, unica e che si trovava sempre al mio fianco.

Mi scostai dalla scrivania, avvicinandomi al comò dove il mio telefono si trovava adagiato, collegato in facetime con le mie migliori amiche;

<<non iniziate a discutere come al solito e il vestito non fa schifo, anzi ti fa il culo da fotomodella>> dissi sincera e sicura nei confronti della mia amica, tra noi non c'erano segreti né bugie, era sempre stato un po' il nostro mantra. Karol alzò il terzo dito, diretto ovviamente a Kora ed io scossi nuovamente la testa, era così semplice trasformarci in delle bambine a volte, forse l'unico momento e con le uniche persone in cui mi permettevo di esserlo, anche se per pochi minuti;

la vita da adulti fa schifo...

Recuperai due paia di scarpe dall'enorme scarpiera bianca che costeggiava l'armadio, amavo i vestiti e le scarpe, soprattutto i tacchi, per non parlare delle decolletté, le avrei indossate praticamente sempre ad ogni ora del giorno e da un certo punto di vista, lo facevo davvero; indossai da un lato un sandalo nero e dall'altro una decolletté bianca, per poi avvicinarmi nuovamente al telefono

<<quale, secondo voi>

<<ovviamente il sandalo nero>> rispose immediatamente Kora, ostentando la sua mania per il nero; Karol dal canto suo, ovviamente dichiarò il contrario di Kora

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