Capitolo 16

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Kristen





Percorsi quella scalinata il più velocemente possibile...

appena arrivata in cima ebbi una completa visuale di tutto il salone, c'erano delle porte, che si potevano intravedere anche dal piano di sotto, supposi fossero i bagni, anche se non vedevo targhette;

così decisi di proseguire, non sapevo perché, ma sentivo che Andrés non era in una di quelle stanze;

mi avviai verso un lungo ed ampio corridoio, il quale non era visibile dal piano di sotto, era poco illuminato a differenza del salone sottostante...

lo percorsi per un po', finché non vidi dei riflessi filtrare alla fine del corridoio...sulla destra c'era un imponente porta vetri che dava su un ampio balcone, così uscii.

Il balcone era altrettanto bello, era illuminato da alcune lanterne e dalla luce della luna e affacciava su un giardino meraviglioso che si trovava sul retro del Golden...

e proprio lì...affacciato dal lato sinistro c'era lui

... Andrés Evans...

era girato di spalle, le mani appoggiate alla ringhiera, i muscoli contratti enfatizzati dal fatto che si fosse tolto la giacca e la camicia bianca lo fasciava alla perfezione...

cazzo in quel momento non aveva proprio nulla da invidiare a Chris Evans...

mi avvicinai lentamente, non troppo, ma quanto bastava per sentire il suo profumo e per percepire  il suo respiro pesante...forza Kris basta pensare...mi dissi

<<che succede, perché sei scappato>> lo vidi emettere un leggero spasmo, come se si fosse spaventato

<<Kristen torna di sotto>> lo disse senza girarsi, senza guardarmi e con un tono gelido che mi fece quasi rabbrividire...assolutamente no Evans...mi dissi mentalmente

<<no, assolutamente no, mi sembrava di essere stata chiara quando ti ho detto che non prendo ordini da te...men che meno adesso>> lo dissi sicura, volevo capire cosa fosse successo, volevo capire il perché del suo comportamento e non mi sarei arresa

<<perché cosa c'è di diverso adesso>> mi chiese...cosa c'era di diverso...non lo sapevo ,forse niente, forse tutto...quel ballo aveva cambiato tutto...o forse mi aveva solo messo per l'ennesima volta di fronte alla realtà

<<hai detto di seppellire l'ascia di guerra, di comportarci come adulti e in questo momento ti stai rimangiando ciò che hai detto comportandoti così...nonostante le nostre litigate ho imparato a conoscerti e ho stilato una lunga lista di insulti e appellativi, ma non mi sei mai sembrato uno che si rimangia ciò che dice, né tantomeno un codardo...sei fin troppo sfrontato per questo>> lo dissi tutto d'un fiato, ed era vero, Andrés Evans poteva avere miliardi di difetti, ma non mi era mai sembrato un codardo...

<<Kristen...io non ho davvero voglia di parlare...vorrei starmene per conto mio, torna alla festa>> no,no e no...forse non hai capito il soggetto Evans...non mi sarei arresa

<<No...non finché non mi avrai detto perché sei andato via in quel modo>> dissi quasi urlando, ormai sull'orlo di una crisi isterica

<<non te lo dirò Collins...perché dirtelo vorrebbe dire raccontarti cosa mi passa per la testa e se non ricordo male io sono lo stronzo depravato delle battutine, sono quello che ti provoca e che non ha delle belle idee, perciò dubito che ti possa interessare>> lo sentii per la prima volta ferito dalle mie parole, come se per tutto questo tempo avesse accumulato e assimilato i miei insulti senza lamentarsi e fosse sul punto di implodere, come se le mie parole in quel momento avessero avuto un peso diverso rispetto a quando ci siamo conosciuti

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