Kristen
Risalimmo all'ottavo piano, nello stesso silenzio glaciale che ci aveva accompagnati la prima volta, sotto certi punti di vista, non riuscivo nemmeno io a capire il perchè del mio comportamento...Io e Andrès avevamo un accordo...ma quanto tempo fa era andato a puttane...quanto tempo fa aveva finito di essere una distrazione...
Ero furiosa, vedere come si guardava con Chanel mi aveva dato fastidio, aver visto lei fargli gli occhioni, baciargli la guancia, mi aveva mandato il tilt il cervello a tal punto che l'avrei strangolata con le mie mani e poi altro che Top Crime.
Le porte dell'ascensore si aprirono e noi ritornammo sul campo di battaglia, non avrei mai pensato di fare una cosa simile eppure ero lì, una ladra di telefoni, che faceva installare applicazioni strane, che nascondeva microfoni e che mentiva al padre con il quale stava cercando di ricucire un rapporto...quella situazione aveva dei contro incredibili, sarebbe potuto andare tutto a quel paese eppure c'era una piccola parte di me, che credeva fermamente che andasse bene...
il fatto che Charlotte fosse guarita era stato un miracolo e questo mi aveva dato la forza di sperare ancora, di combattere ancora e di riservare speranza...
quello ormai, non era più lo schizzo di Kevin, nè tantomeno il mio progetto...quello era un affare di famiglia, in quel progetto c'erano il talento e l'amore di mio fratello, il calore di mia madre, il coraggio di mio padre, c'erano i pianti di Beth, le risate di Charlotte, gli sforzi del team, c'erano la forza e la tenacia di Andrès...c'era il mio mondo in quel progetto e io avrei lottato fino alla fine per riprendermelo.
Avanzammo verso la postazione di Margaret, ma Giselle ci venne incontro
<<forse è meglio che aspettate un po', prima di andare di là>> ci guardammo straniti
<<perchè>> chiedemmo io e Andrès all'unisono
<<Margaret ha perso il cellulare e sta dando di matto>> sussurrò Giselle, si era accorta che le mancava il cellulare, il che non era un buon segno, anche perchè adesso non potevamo semplicemente lasciarlo sulla sua scrivania come nulla fosse;
mi voltai verso Andrès, come a chiedergli "e adesso che facciamo", ma lui si avviò comunque dall'altra parte del piano ignorando la dritta di Giselle <<tranquilla>> la rassicurai accarezzandole il braccio, poi seguii Andrès.
Arrivati vicino alla postazione di Margaret ci ritrovammo riversati nel caos più totale...la sua scrivania sembrava essere stata colpita da uno tsunami, mio padre che sospirava vedendola andare avanti e indietro gridando
<<Margaret smettila di urlare, pensa a dove possa esserti caduto>> le disse mio padre, era piuttosto agitato e d'altra parte, come poteva non esserlo;
Margaret ignorò la sua dritta e continuò ad urlare <<sono venuta direttamente qui questa mattina, sono arrivata verso le 10, sono salita qui e il mio cellulare non c'è>> disse rompendoci i timpani...sono arrivata verso le 10...il mio cervello iniziò a pulsare sommessamente per via di quella frase...
era arrivata alle 10, quindi esattamente quando io e Andrès eravamo all'ottavo piano a mettere i microfoni...ma se stamattina siete entrati insieme sorridente...aveva detto,
avevo ragione lei non era nella hall, non era proprio in azienda...come cazzo faceva a saperlo...forse aveva chiesto a qualcuno o qualcuno ne stava parlando
<<Margaret tranquilla ti aiuteremo a cercarlo>> le disse Andrès, interrompendo i miei pensieri, Margaret lo ignorò e io speravo che non sospettasse nulla;
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Second Courses |In revisione|
Romance"La vita è una sfida continua, un continuo susseguirsi di eventi...è come una partita a scacchi, solo che, in questo caso , è solo lei a decidere le mosse da utilizzare e tu puoi solo accettarle...o almeno provarci, perchè per quanto lei ti dia...al...