JAM SESSION

242 15 2
                                    

Jacopo non pensava che sarebbe stato così bello suonare davanti a delle persone, non immaginava che avrebbe provato un'adrenalina tale. Certo, non era un vero concerto come da mesi stavano preparando con Manuel e Andrea, però era eccitante lo stesso.

Matteo, ormai collaboratore del The Roof, aveva organizzato queste serate di Jam Session dopo gli artisti potevano esibirsi come più preferivano in versione acustica. Così, quando li aveva avvisati di quell'iniziativa, i tre s'erano subito iscritti per uno slot di quattro canzoni.

Jaco si sentiva tremare prima di salire sul palco, mentre Andrea sembrava a suo agio, facendo gli esercizi per sciogliere le mani. Era un pianista formidabile e l'avevano assodato proprio per quello. Solo dopo era nata una vera e propria amicizia tra di loro.

Andrea era diverso da lui e Manuel apparentemente. Era delicato e si truccava e a volte metteva pure dei vestiti. Era non binario e questo suo essere, in realtà, affascinò molto i due ragazzi, amici dall'inizio dell'università.

Erano un terzetto strano, ma che funzionava davvero. Manuel cantava e suonava la chitarra, Andrea alle tastiere e Jacopo alle percussioni. E poi c'era Matteo che s'aggregava fingendosi il manager fannullone.

Quando Andrea iniziò a suonare la melodia con il pianoforte tutto il pubblico davanti al piccolo palchetto sembrò scomparire. Erano loro tre, nel garage di Jacopo, a provare e cazzeggiare insieme. Era tutto come sempre.

Jacopo si sentì bene. Jacopo si sentì leggero e vivo.

Manuel invece percepì delle sensazioni diverse: guardare davanti a sé e scrutare il pubblico gli mise un po' di paura, soprattutto all'inizio. Non che fosse una persona timida, anzi. Manu era sempre stato spavaldo ed espansivo, ma in quel momento si sentì giudicato. Quelle persone lo guardavano e lo stavano giudicando. Non riuscì a non pensare ad altro durante la prima canzone. Non riuscì ad emozionarsi, non riuscì a sorridere. Lo fece solo dopo l'appaluso del pubblico. La gente davanti a lui sembrò apprezzarli. Manu non aveva preso in considerazione che al pubblico potesse piacere la loro cover di Nessuno mi può giudicare.

Non pensava nemmeno che a qualcuno potesse piacere la sua voce, il suo modo di stare sul palco, il suo modo di suonare la chitarra.

La seconda canzone che scelsero per la serata fu Quante volte di pensavo di Madame. Per fortuna quella canzone la tennero per seconda così che Manuel fosse più sciolto per poterla cantare con maggiore intenzione. Scese pure dal palchetto per avvicinarsi al suo tavolo e prendere un sorso di birra durante una pausa. Si guardò intorno e si sentì finalmente tranquillo: la gente lo guardava e lui era il frontman figo delle band: era il Damiano David degli Spritz! Se, era il nome della band... Matteo l'aveva scelto e ancora non era venuto in mente a nessuno qualcosa che fosse più carino.

Sfidò il pubblico con gli occhi e notò uno sguardo così familiare ma così diverso. Quegli occhi non si spostavano da lui, dai passi che muoveva nel poco spazio che c'era davanti al palchetto. Quegli occhi sembravano anche sfidarlo e Manuel non diceva mai di no ad una sfida.

Continuò a cantare anche la canzone successiva e quella dopo ancora. Le quattro canzoni sembrarono volare per la band e quel battesimo del fuoco fu memorabile.

S'abbracciarono quando si scostarono dal piccolo faro che l'illuminava.

<Siamo stati bravissimi!> disse Andrea tutto gasato.

<Cazzo sì!> rispose Jacopo tirando una pacca sul culo ai due amici.

<Oh, prossima settimana torniamo eh! Che figo cazzo, c'ho 'n'adrenalina addosso> saltellò Manuel sul posto per poi buttar giù l'ultimo sorso di birra rimasto nel bicchiere. Matteo si avvicinò a loro e batté il cinque ai suoi amici: <Avete spaccato! Manu sei proprio un cazzaro! Perché dici che te vergogni? Te sei fatto nota' da tutti. Adesso vedi come le pischelle o i pischelli te cercano>

OS'S COLLECTION SIMUELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora