5. Blizzard

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Alfred Rootsawer


Era una mattinata fredda. La sera prima aveva nevicato – la prima nevicata della stagione – e gli alberi, con tutto ciò che non era protetto dalle loro chiome, erano coperti da uno strato bianco e farinoso, comprese le tombe del cimitero.

Spazzai con la mano guantata la neve che copriva la rozza lapide ricavata da un sasso, rivelando il nome scritto su di esso: Carol Pines. Quando avevo visto quel cognome sulla sua tomba mi ero indignato, ma erano stati i suoi genitori a seppellirla e loro avevano deciso di usare il loro cognome, come a voler cancellare il legame che la aveva unita a me. Avevo infranto i miei voti e a causa di ciò lei era morta. Se fosse rimasta a Blackbend magari un guaritore della gilda l'avrebbe potuta salvare, ma lei voleva partorire vicino alla madre e al padre. Fu quello che mi dissi e mi ripetei fino a casa dei genitori, ma suo padre mi fece vedere in faccia la verità sotto forma di un pugno che mi stese a terra.

La colpa era solo mia.

I primi tempi furono difficili e fu per quello che costruii la mia casa ben lontana dalle altre. I suoi genitori non mi accettarono mai, neanche quando il padre di Carol morì l'anno dopo per un colpo al cuore, rifiutando fino all'ultimo il mio aiuto, l'aiuto che non avevo offerto alla loro amata figlia.

Quando morì, la madre di Carol se ne andò e da allora non seppi più nulla di lei. A quel punto forse avrei potuto cambiare il cognome scritto sulla lapide, ma non ne ebbi mai il coraggio e quindi rimase lì, ad eterna memoria della mia colpa.

Mi tolsi un guanto di lana e premetti i polpastrelli sulle mie labbra, poi le misi sulla pietra. Era fredda, al punto che le mie dita parevano bruciare, ma le tenni lì per un minuto intero, ritirandole solo quando furono livide e insensibili.

"Ci vediamo presto" dissi, aprendo e chiudendo le dita per far tornare la circolazione.

Prima di andarmene mi fermai al piccolo altare che si trovava al centro del cimitero. Si trattava di una grossa pietra tenuta in verticale, scolpita grossolanamente per assumere i già vaghi tratti del Dio Ignoto, la strana divinità delle grandi montagne. Non avevo mai visto o sentito di un dio così prima. In tutte le città si possono trovare altari e altarini a divinità di ogni forma e caratteristiche, e gli stessi re Glayder facevano discendere il loro potere dalle divinità che glielo avevano elargito, senza mai specificare però quale delle tante, forse per far pensare alla gente che era il loro dio preferito ad averli scelti. La cosa particolare è che di tutte le divinità che conoscevo – Myre, Caron, Windsom e molti altri – questa era l'unica che non aveva l'appellativo di 'asura'. Anzi, secondo quanto mi aveva raccontato Carol, gli asura erano solo dei falsi dei, che usurpavano il titolo dell'unico vero dio, che stava sopra di loro.

La figura era vagamente umanoide, ma aveva quattro braccia e tre volti appena abbozzati. Sembrava una rozza versione del dio Thieste, una divinità della guerra, non fosse stato per il grosso simbolo dell'esagono tripartito inciso sul petto. Quello era il simbolo dell'ombra, l'impalcatura che conteneva la luce, il mana. Carol non era una teologa e non mi ha saputo spiegare bene cosa significasse, ma quando me lo ha detto ero rimasto di sasso, perché pareva descrivere in maniera puntuale quel potere che, come emettitore, percepivo ogni volta che usavo la mia magia. In effetti, per quanto ne sapevo, la maggior parte degli emettitori venivano dall'est, dalle grande montagne o comunque lì vicino, e anche chi viveva a ovest pareva avere antenati che venivano da queste parti. Possibile fosse solo una coincidenza?

Lasciai un ramo di pino con una pigna ancora chiusa sulla pila che si alzava davanti all' effige, che sarebbe stata bruciata con gli altri in un'unica pira all'inizio della primavera, poi mi incamminai verso casa. Il cimitero si trovava lontano dal villaggio, in una radura a sud, e avrei avuto dovuto camminare un po' per tornare a casa, quindi la mia mente iniziò a vagare.

The Beginning After the End: Mysteries of the PastWhere stories live. Discover now