17. Pay off debts

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Io e Wil eravamo pietrificati, le nostre menti rifiutavano di accettare quello che aveva detto la guardia come se fosse qualcosa di incomprensibile.

"N-non puoi dire sul serio" disse Wil, più a se stesso che alla guardia.

"È così. Ora, se non andate subito finiranno tutto ma se volete saltare la cena fatevi trovare qui vicino. Io devo accompagnarvi nei vostri alloggi dopo il pasto".

La guardia si scrollò le spalle e andò in quella che pareva la mensa. Noi due continuavamo a lanciarci occhiate, totalmente increduli per quello che era appena accaduto. Alla fine la collera iniziò ad insinuarsi in mezzo allo shock, dandoci la forza per andare verso la casa del capo-cantiere. Aprimmo la porta ed entrammo dentro l'edificio, dove un uomo calvo – che pareva aver trapiantato i suoi capelli sulle folte sopracciglia nere e gli spessi baffi grigi – stava vergando dei documenti dietro una scrivania intarsiata. Alla sua destra c'era un camino di pietra acceso che riusciva in parte a disperdere l'umidità e alla sua sinistra c'erano una serie di scaffali dove erano tenuti i libri contabili. Dietro di lui c'era una porta chiusa dove probabilmente si trovava il suo alloggio privato.

"Che ci fate qui?" domandò l'uomo, increspando le sopracciglia come un bruco peloso.

"Cosa significa che dobbiamo lavorare qui per due mesi?" chiese Wil, ignorando la domanda.

"Voi due allora dovete essere i ragazzini che quella donna ha portato questo pomeriggio".

"Esatto. Esigiamo di sapere cosa sta succedendo" dissi.

"Quella donna è entrata qui con diversi documenti che confermavano la sua potestà nei vostri confronti e ha firmato due contratti per cedere le vostre prestazioni come maghi per un periodo di due mesi".

L'uomo rovistò tra le sue carte e mise due gruppi di fogli davanti a noi. Li leggemmo e quello che c'era scritto non ci piacque. Il linguaggio era molto articolato e molte cose erano difficili da capire a una prima lettura, ma la parte in cui mia zia, in qualità di nostro tutore legale, firmava un contratto per due mesi di lavoro nel cantiere era assolutamente chiaro.

"P-posso tenerlo per leggerlo con più calma?" chiesi, cercando di trattenere la collera che montava.

"Fa pure, tanto è una copia. Ora sparite, ho molte cose da fare".

Uscimmo da lì, arrabbiatissimi ma senza idea di cosa fare. Quasi tutti si trovavano in mensa, solo le guardie che stavano sulle loro torrette a sorvegliare i dintorni erano rimasti fuori, lasciandoci virtualmente da soli.

"Non posso credere che tua zia abbia fatto questo" sbottò Wil.

"Già, mi sembra incredibile".

"Voleva sbarazzarsi di noi? Odiava tuo padre al punto da fare una cosa del genere?"

"Non ha senso, perché allora portarci prima a Blackbend e poi fin qui?"

"Voleva guadagnare soldi vendendoci come schiavi?"

"Non siamo schiavi, nel contratto non c'era scritto nulla del genere".

"Come fai a saperlo? Mio padre mi ha sempre detto che più sono lunghi i contratti e più è grande l'inculata che contengono".

Stavo per ribattere quando il suono di una porta che si apriva ci fece voltare. Da una piccola capanna non lontano dalla mensa uscì Mertyn, che si stava dirigendo nuovamente alla mensa. Gli andammo incontro, capendo presto dall'odore a cosa servisse la piccola capanna, e lo affrontammo.

"Tu, ci devi delle risposte".

Mertyn ci guardò senza particolare timore ma comunque si fermò.

"Immagino ora lo abbiate scoperto".

The Beginning After the End: Mysteries of the PastWhere stories live. Discover now