11. The ones that remain

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Wilhelm Ironside


Il cielo sopra di noi era plumbeo, ma la pioggia che aveva portato la sera del giorno dell'attacco, avvenuto due giorni prima, aveva spento diversi incendi appiccati da quei mostri. L'odore di bruciato e brace bagnata ammorbava l'aria, spingendo anche chi aveva le case soltanto leggermente danneggiate a spostarsi nelle case più lontane dal centro, che erano anche quelle meno colpite. A eccezione di quella di Alfred.

Erano morte molte persone nell'attacco, tanto che Crast, che aveva diretto i lavori della comunità per dare un tetto agli sfollati e sfamarli, aveva allargato in tutta fretta il cimitero per accogliere i morti. Una corona di tombe appena scavate circondava quelle più vecchie, chiaramente riconoscibili perché su queste ultime l'erba era ricresciuta.

La tomba di mio padre non si trovava nella zona nuova ma al centro del cimitero, vicino alla statua del Dio ignoto. Lì vicino c'era anche il capo che l'aveva preceduto, che però io non conoscevo e che non aveva lasciato famiglia ad Elwood. Mia madre stava inginocchiata sulla tomba, piangendo come aveva fatto praticamente da quando si era svegliata.

Da dove mi trovavo potevo vedere la tomba del guaritore, dove si trovavano Konrad e la zia. Non mi sarei mai immaginato di vederla in quello stato: la donna si era messa a maledire, urlare e imprecare contro il fratello, arrivando a crepare la lapide con un pugno prima di gettarsi a terra e piangere disperatamente come mia madre. Se ci si avvicinava abbastanza si poteva addirittura sentire la puzza di alcool nonostante fosse appena mattina presto, cosa facilitata probabilmente dal fatto che lei e Konrad dormivano nella taverna, uno dei pochi edifici ad essere sopravvissuto quasi intatto. Non che non fosse comprensibile, se non fosse stato per mia madre probabilmente avrei bevuto anch'io quanto e più di lei. Era dal giorno dell'attacco che non riuscivo a chiudere occhio, il ricordo dell'attacco e di come mio padre era ... non ci volevo pensare, era troppo orribile.

Uno dei taglialegna più anziani, che in assenza di mio padre aveva assunto la guida dei riti e aveva fatto l'elogio funebre per i caduti, fece un gesto verso Ryan, un ragazzotto che era conosciuto da tutti per avere una bellissima voce, e questi intonò la nenia funebre. In queste occasione, almeno da che avevo memoria, il padre di Konrad accompagnava la nenia con la sua viella. Ironicamente era una delle poche cose sopravvissute alla distruzione della casa dato che era nell'anello dimensionale che aveva alla mano ma, anche se sapevo che Konrad poteva suonarlo discretamente, questo era troppo sconvolto per farlo. Dato che anche l'unico che sapeva suonare il flauto era morto la nenia continuò a voce.

Erano presenti tutti gli abitanti di Elwood che potevano stare in piedi, chi per piangere un proprio caduto, chi per stare vicino ai propri compaesani. Dovevano essere sì e no quaranta persone. L'unico che mancava era Ron il porcaro, che si era salvato miracolosamente dalla sua casa in fiamme e che, a causa della sua mano mutilata che gli impediva di essere utile alla ricostruzione, era stato mandato di corsa per avvertire le autorità di Lynsbeir dell'accaduto.

La fine della nenia segnava anche la fine del rito, ma sembrava che nessuno, nemmeno chi non aveva perso nessuno, volesse andarsene. Fu Crast a rompere il silenzio.

"So che è un momento difficile, ma ci sono persone che hanno bisogno di noi a casa. Dobbiamo assistere chi è rimasto ferito, ricostruire le nostre case e tornare alle nostre vite. 'Pensate ai vivi, perché i morti sono nelle mani del Destino'" concluse, citando un vecchio proverbio.

Questo fece disperdere la folla, che tornò nel villaggio a compiere le sue mansioni.

Nei giorni successivi lavorammo incessantemente per ripulire la zona dagli edifici bruciati e iniziare a ricostruire. Purtroppo in quei giorni altre tre persone morirono, compreso il mio amico Percy. Non mi ero mai reso conto di quanto Alfred fosse importante all'interno della comunità ma ora, con una dozzina di persone che stavano rantolando agonizzanti nell'unica ala sopravvissuta di casa mia, capivo chiaramente quanto la presenza di un emettitore facesse la differenza tra la vita e la morte.

The Beginning After the End: Mysteries of the PastWhere stories live. Discover now