6. Beacons of knowledge

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Konrad Rootsawer


La casa era immersa nella penombra, rischiarata solo dal camino dove il fuoco scoppiettava. Stavo leggendo uno dei libri che zia Elaine aveva portato ieri, seduto su un ceppo accanto al fuoco per potermi riscaldare.

Non avevo mai visto mio padre così arrabbiato prima. Sì, qualche volte mi sgridava per qualcosa che avevo fatto, qualche volta si lamentava che qualcuno tardava a pagarlo – faceva pagare una cifra irrisoria per il suo lavoro rispetto a quanto veniva normalmente pagato un emettitore ma non poteva curare gratis – e di certo molte visite di mia zia lo lasciavano di cattivo umore, ma non l'avevo mai visto perdere il controllo in quel modo. Non era ancora uscito, ne per mangiare il pranzo, ne per cenare, e dopo che mi ero svegliato aveva dovuto riaccendere il fuoco da solo mettendo foglie morte e bastoncini sulla brace rimasta sotto la cenere.

Fuori faceva ancora molto freddo, quindi avevo deciso di approfittare del momento per iniziare a leggere i libri che aveva portato mia zia. Uno era un elenco di numerosi incantesimi, divisi per gli elementi fondamentali, con la descrizione di canti da eseguire e degli effetti degli incantesimi. Mi indignai un po' perché non si trovavano incantesimi di magia deviante, ma immagino che forse stavo pretendendo troppo pensando di saltare la magia elementale di base non avendo ancora trovato la mia affinità.

Provai qualcuno dei primi incantesimi di ogni affinità, ma con scarsi risultati. Capii che probabilmente recitare qualche formula non bastava, anche provando a incanalare il mana nel bastone, quindi rovistai tra gli altri libri e ne presi un altro, che parlava della formazione di incantesimi. Sembra che la formazione di incantesimi sia collegata all'intenzione impressa al mana. Il libro spiegava che il canto era come un suggerimento per la mia testa, in modo da non rischiare che pensieri casuali rendessero instabile l'incantesimo.

Lo sfogliai un po'. I libri avrebbero aiutato, ma era chiaro quanto fosse diverso leggere un libro e avere un mentore. La maggior parte degli avventurieri erano persone che avevano studiato da se e imparato con l'esperienza, e la maggioranza di loro rimaneva un mago di nucleo rosso. Si era considerati di talento se si arrivava allo stadio arancione. Secondo mio padre il problema era che molti non si prendevano neanche la briga di leggere i libri che la gilda metteva a disposizione, ma era evidente la disparità con qualcuno che aveva ricevuto un minimo di istruzione. Zia Elaine non era forse la migliore scelta, ma capivo perché sarebbe stata meglio di niente.

Il cigolio della porta mi fece voltare verso la camera da dove mio padre era appena uscito. Aveva un aspetto spaventoso: i suoi capelli ramati erano sparati in testa, come se fosse stato colpito da un fulmine, gli occhi erano cerchiati di viola e iniettati di sangue e pareva che non avesse dormito tutta la notte.

Con passo lento si inoltrò nella camera, si diresse verso la cassa degli utensili e ne tirò fuori un bollitore in terracotta, annerito dall'uso. Mio padre ci versò dentro dell'acqua da un secchio, poi si avvicinò al camino, dispose un po' di brace con un attizzatoio e ci posò sopra un supporto a tre piedi dove collocò il bollitore. Guardava fisso la stoviglia, assorto.

"Papà, stai bene?" riuscii infine a chiedere.

Mio padre parve svegliarsi di soprassalto alla mia voce, ma si rilassò subito quando capì che ero io. "Oh, scusa Konrad, ho dormito male. Comunque non preoccuparti per me, sto bene" disse, anche se mi parve una bugia.

Rimanemmo per un po' in silenzio, il suono del legno che bruciava era l'unica cosa che disturbava la quiete.

"Avresti preferito andare con tua zia?" chiese d'un tratto, cogliendomi di sorpresa. Ci avevo pensato a lungo in effetti, ma ancora non avevo capito del tutto cosa volevo.

The Beginning After the End: Mysteries of the PastWhere stories live. Discover now