37. Unrepeatable opportunities

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Wilhelm Ironside


Eravamo nella sala da pranzo della signora Rootsawer a mangiare quello che ci aveva preparato per cena. Dopo aver passato mesi a mangiare per lo più pesce e pappette – se Konrad non preparava prima la pasta per il pane Elaine cucinava invariabilmente pappa di grano o zuppa mettendoci dentro quello che riuscivo a trovare al mercato – la cena che ci aveva preparato sembrava una vera e propria festa. Il sole era calato e la casa era illuminata dal fuoco che scoppiettava nel camino e da alcune lampade ad olio.

"Davvero tuo marito, mentre eravate ancora fidanzati, si è arrampicato sul tetto della Sala della Gilda per vincere una scommessa?" chiese mia madre, che stava conversando animatamente con la nonna di Konrad.

"Fosse solo quello! L'ha fatto a petto nudo e con la sua lancia tenuta tra i denti" aggiunse.

"Oh cielo, ora capisco da dove ha preso tua figlia".

"Quando l'ho ritrovato in una cella della città ancora mezzo nudo ero quasi sul punto di lasciarlo seduta stante".

"E perché non l'hai fatto?"

La donna arrossì leggermente ma sul suo viso comparve un sorrisetto che la fece assomigliare inquietantemente alla figlia.

"Non è che quello che era rimasto scoperto fosse da buttare" sussurrò avvicinandosi a mia madre, un po' troppo forte per non farsi sentire.

"Signora Rootsawer, dire delle cose del genere alla sua età!" esclamò mia madre, sebbene ci fosse un accenno di ilarità nella sua voce che non riusciva a nascondere.

Cercando di ignorare le due donne che spettegolavano guardai Konrad, che stava mangiando svogliatamente con un'espressione che non lasciava dubbi sul fatto che con la testa da tutt'altra parte. Gli occhi erano rossi e cerchiati di scuro, posati su un punto vuoto della tovaglia.

Ancora non sapevo bene che fare: mi sentivo ancora rodere per l'immensa fortuna di Konrad ma, allo stesso tempo, capivo che mia madre aveva ragione e che non potevo perdere l'occasione unica di poter essere addestrato nella magia, qualcosa che non tutti potevano permettersi. Sapevo che nel periodo in cui ero stato allenato da Elaine ero diventato molto più forte di quanto sarei mai stato altrimenti e la meditazione animale che mi aveva insegnato Konrad mi metteva un gradino sopra a qualsiasi altro mago... eccettuato proprio Konrad stesso.

Mentre ero perso nei miei pensieri la porta di casa si aprì ed Elaine entrò dentro. Si era lavata e indossava degli abiti nuovi. Al polso aveva un braccialetto d'oro incorniciato da due file di piccole gemme che brillavano alla luce del fuoco come delle stelle. Sua madre guardò il costosissimo gioiello con una smorfia di fastidio.

"Lord Aurae ti ha fatto un regalo costoso nonostante la tua assenza" disse sua madre, con voce dura come la pietra.

"Non mi saluti nemmeno dopo tutto questo tempo?" canzonò Elaine. "Inoltre che problema c'è? È quel vecchio sciocco che vuole sorprendermi regalandomi gioielli. La maggior parte li vendo".

"Già, per comprare alcolici".

"Mi ferisci così" disse, portandosi le mani al petto con un gesto esagerato.

"Quando smetterai di comportarti come una ragazzina?"

"Quando ne avrò voglia".

L'avventuriera si sedette su una sedia libera e si versò un abbondante dose di vino.

"Serviti pure" disse sua madre, il fastidio che trasudava a ogni sillaba.

"Grazie. È pasticcio di carne?" rispose, servendosi una fetta abbondante senza aspettare la sua risposta. "Comunque devo dirvi una cosa a voi due".

The Beginning After the End: Mysteries of the PastWhere stories live. Discover now