7. The best teacher

79 4 1
                                    


Ruzzolai malamente attraverso il passaggio, sbattendo contro le pareti come un sasso. Ad un certo punto sentii un forte colpo in faccia e credo di aver perduto conoscenza perché mi risvegliai a terra, con un fortissimo mal di testa, la faccia in fiamme e la bocca che sapeva di sangue. Avevo ancora gli occhi offuscati, ma mi parve quasi di poter percepire una fioca luce. Solo quando mi riebbi capii cos'era la luce. Cristalli, come quelli che mio padre aveva detto illuminare molte città del regno di Darv.

"Konrad!"

Mi voltai verso l'alto quando finalmente riuscii a sentire il mio nome attraverso il ronzio nelle mie orecchie.

"Papà!" urlai di rimando. Ci fu silenzio per un paio di secondi prima che mio padre urlasse di nuovo il mio nome, come se non mi avesse sentito. Sputai un grumo di sangue. "Papà!" urlai di nuovo, usando tutto il fiato che avevo in corpo.

"Oddio Konrad! grazie al cielo sei vivo. Riesci a risalire?"

Provai ad arrampicarmi sulla parete, ma era liscia e umida e ricaddi a terra.

"Non ce la faccio pa'".

"Sei ferito?" chiese mio padre, la sua apprensione che poteva essere percepita fin qua sotto.

"Ho sbattuto la faccia".

"Hai la nausea? Ti fa male da qualche altra parte corpo?"

Potevo chiaramente sentire i graffi e le contusioni che mi ero fatto cadendo, ma non mi sembrava di avere niente di rotto.

"No".

"Ne sei assolutamente sicuro?"

"Penso di sì".

Ci fu di nuovo silenzio per qualche secondo.

"Dove ti trovi esattamente? Sei in una posizione molto stretta?"

"No, credo di essere finito in una specie di caverna. Ci sono dei cristalli luminosi".

"Ce la fai ad aspettare?"

Guardai verso il fondo, che si perdeva chissà dove. Istintivamente mi rannicchiai verso la parete, una paura viscerale mi attanagliò le viscere.

"Konrad?"

"Papà, la grotta continua e non riesco a vedere il fondo".

"Rimani lì, non muoverti. Devi aspettare un po', riesci a farlo?"

"Quanto devo aspettare?" chiesi, la voce che mi pareva più acuta del normale.

"Non lo so ancora. Alcune ore penso. Devo fabbricare una corda".

"Ore?"

"La corda della tenda è troppo corta. Ho visto un albero adatto qui vicino, tu devi avere solo pazienza".

"E cosa faccio?"

"Allenati un po' con il flusso di mana".

"Mi dovrei allenare in un momento come questo?"

"Ascolta, tu non puoi fare niente là dentro. Cerca di distrarre la mente concentrandoti su qualcos'altro, è l'unico consiglio che posso darti" cercò di confortarmi.

Guardai verso l'alto, frustrato, ma mio padre aveva ragione. Non potevo fare altro che aspettare.

...

Il tempo passava lentamente, senza che potessi fare nulla. La luce proveniente dai cristalli non subiva alcuna variazione e presto persi la cognizione del tempo. All'inizio io e mio padre avevamo un po' parlato, ma la profondità e gli angoli del buco ci costringevano a urlare per sentirci, quindi ben presto avevamo smesso e mentre mio padre si concentrava nella fabbricazione della corda io stavo ripetendo gli esercizi per il flusso di mana. Avevo chiesto a mio padre di buttarmi giù della legna e le pietre focaie per accendermi il fuoco, ma mio padre aveva categoricamente escluso la possibilità dicendomi che rischiavo di soffocare, quindi l'unica fonte di luce erano i cristalli, che rilasciavano una debole luce crepuscolare.

The Beginning After the End: Mysteries of the PastWhere stories live. Discover now