22. Responsibility

79 4 23
                                    


Elaine Rootsawer


Capitava spesso che mi risvegliassi con la testa pulsante e la bocca secca, ma anche facendoci l'abitudine non era una sensazione piacevole. Come succedeva normalmente quando il gestore della locanda sapeva che dovevo dormire lì, aveva lasciato una caraffa d'acqua e due bicchieri poggiati sul comodino del letto. Mi misi seduta e non esitai a berne tre bicchieri. Uno dei locandieri era un ex avventuriero che poteva usare la magia deviante del ghiaccio per raffreddare le bevande, quindi l'acqua fredda mi pizzicò la gola riarsa e disperse parte dell'acquavite che avevo tracannato la sera prima.

Rimasi seduto sul bordo del letto qualche minuto, assaporando la sensazione del tappeto sulle dita dei piedi, quando poi la testa smise di girarmi mi alzai e andai verso la cassapanca dall'altra parte della stanza. Tirai fuori una boccetta con un piccolo bicchierino che riempii del contenuto della prima. Agitai la boccetta, rendendomi conto che avrei dovuto prenderne un'altra molto presto dato che rimanevano al massimo due dosi, poi bevvi. Era amarissimo, con un retrogusto di erba tagliata, ma era necessaria. Per un periodo non l'avevo presa sperando che con qualche accorgimento non sarebbe stata necessaria, ma così non era stato, dovetti prendere una tripla dose e il dolore fu sei volte peggiore.

Bussarono alla porta, ogni colpo come una martellata nel mio cranio.

"Arrivo" dissi, con la bocca ancora impastata.

A passi lenti e misurati mi diressi verso la porta e la socchiusi. Dall'altra parte c'era un ragazzino di appena quattordici anni che teneva una lettera in mano. Appena mi intravide la sua faccia cambiò in rapida successione diverse sfumature di rosso prima di riuscire a raccogliere abbastanza controllo su di sé da voltarsi dall'altra parte.

"Questo è per lei" comunicò con voce strozzata, porgendomi la lettera.

"Chi l'ha portata?"

"U-un uomo che l'ha aspettata per alcuni giorni. Se n'è andato appena lei è tornata qui ieri sera dicendoci di consegnargliela questa mattina".

"Va bene, ora vai prima di svenire" dissi, lasciando andare il povero ragazzo.

Mi sedetti sul letto e la aprii. Il suo contenuto spazzò via i resti del dopo sbornia.

'Konrad e il suo amico sono appena tornati a casa, so quello che hai fatto. Vieni immediatamente a Blackbend e non usare la scusa dell'essere in un dungeon perché saprò quando riceverai il messaggio'.

Erano solo poche righe, ma quello bastò per farmi gelare il sangue. Per un momento mi chiesi come facessero ad essere già a casa, poi feci mente locale, rendendomi conto con sgomento che il termine del contratto era stato due settimane prima. Anche così però non li avrebbero lasciati andare finché non fossi arrivata, quindi come facevano ad essere tornati da soli? Li aveva forse portati Mertyn per farmi un dispetto raccontando tutto a mia madre?

Ormai sobria, mi alzai e iniziai subito a vestirmi. Questa volta l'avevo fatta davvero grossa e non sapevo come avrebbe potuto reagire. Poteva mettermi in guai molto seri.

"Che stai facendo?" chiese una voce maschile dietro di me.

"Devo andare" risposi, voltandomi verso l'uomo ben piazzato con i capelli corti arruffati.

"Così presto?"

"Sì, Gast, devo proprio".

"Geist" mi corresse.

"Sì, quel che è".

Finii di vestirmi, poi presi le mie cose e le infilai nel mio anello dimensionale.

The Beginning After the End: Mysteries of the PastWhere stories live. Discover now