𝟲. 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗼𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶

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La Fortezza Rossa era rimasta medesima all'ultima volta in cui ci ero stata

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La Fortezza Rossa era rimasta medesima all'ultima volta in cui ci ero stata. Imponente, fredda e fiocamente illuminata. Al suo interno, a sua volta, vi era un fortino soprannominato di Maegor, in cui erano presenti gli alloggi reali.

Viserys mi camminava di fianco, col suo bastone, con passo strascicato e forzato. Non potei fare a meno di constatare quanto fosse spaventoso il pensiero che di lì a poco, invece di festeggiare, avremmo pianto una guerra che nessuno desiderava combattere.

"Nipote cara," mi incalzò bonario, dopo essersi imposto affinché mi accompagnasse nelle mie camere. "Ti ho fatto preparare un bagno caldo in vista del lungo viaggio che hai affrontato" il respiro, già di per sé corto, gli si mozzò in gola. "Nonno!" esclamai preoccupata, afferrandolo per la spalla prima che cadesse. Il bastone ruzzolò a terra, provocando rumore e richiamando l'attenzione delle due cappe dorate che ci seguivano a debita distanza. "Vostra Maestà" intervennero, ma Viserys alzò una mano per fermarli. "Nonno," ripetei "Forse sarebbe meglio se tu riposassi, io posso proseguire da sola"

Alzò il capo con una smorfia sul viso, o per lo meno la parte a me visibile, e si lasciò convincere. "Ci vedremo stasera a cena, d'accordo?" ed egli annuì.

Quando il Re fu sparito al di là del muro, avanzai oltre il corridoio diretta nelle mie stanze. Ma ancora una volta qualcosa interruppe il mio cammino. Anzi, una voce. La voce di una persona che avrei volentieri messo a tacere per sempre, se solo non avessi avuto il fiato sul collo da parte della corte. Ser Criston Cole borbottava con disprezzo ingiurie e insulti rivolti a mia madre, con qualcuno che non mi fu difficile individuare. Mi nascosi dietro una colonnina di mattoni ed attesi il momento giusto per venir fuori, mentre la Cappa Dorata della Regina continuava a sproloquiare da uomo insoddisfatto qual era.

Alicent sembrava soddisfatta di udire tali parole uscire dalla bocca dell'uomo che un tempo aveva servito ciecamente Rhaenyra.

"Ser Crispin!" esclamai, e sia la Regina che la guardia in questione sobbalzarono spaventati. Con spavalderia, egli si pose immediatamente dinanzi alla Regina, quasi avesse temuto uno scarpino da parte mia. Beh, sicuramente non l'avrei fatto alle spalle come una codarda. "Insultare chi ti ha messo in questa gradevole posizione è diventata un'abitudine vedo. O forse è l'orgoglio maschile a parlare?"

Alicent provò ad intervenire, ma Ser Criston si impose duro, credendo di farmi paura. "Principessa Visenya, gradirei che mi si rivolgesse con riguardo quando siete in presenza della regina" 

"Parli della puttana verde?" avrei voluto replicare, ma ingoiai quell'insulto e mi sbeffeggiai di lui. D'altronde sapevo benissimo chi era la vera Regina, e che avrebbe seduto sul Trono presto o tardi. "Credevi davvero che mia madre avrebbe rinunciato alla corona per scappare con te e campare di arance e cannella? Impara a stare al tuo posto e ringrazia chi ti ha tolto dalla miseria."

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora