𝟴. 𝗟'𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗧𝗼𝗿𝗻𝗲𝗶

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 A dare inizio alla settimana di tornei dedicata a Daeron, furono le campane di Approdo del Re, che suonarono sette volte

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A dare inizio alla settimana di tornei dedicata a Daeron, furono le campane di Approdo del Re, che suonarono sette volte. Ero ancora avvolta nelle coperte del letto quando le servitrici vennero a bussare, per aiutarmi con il bagno e successivamente, con l'acconciatura. "Principessa," salutarono educate le due fanciulle, dopo essere entrate, con al seguito due piccole tinozze di legno contenenti acqua fumante.

Non ero entusiasta di quel trattamento speciale riservato all'ultimo bambino di Alicent e Viserys, ma in tutto quel trambusto, vi trovai del positivo. I combattimenti. Amavo assistervi, e rimanere col fiato sospeso in attesa che uno dei due rivali fallisse. E ad essere onesta, se non fossi stata una donna, avrei partecipato volentieri.

Una delle fanciulle mi strofinò la schiena con il sapone, mentre si complimentava per i miei capelli. Un gesto insolito per una persona che non voleva rogne, ma che conosceva la verità. Eppure ella parve così genuina, che non la presi sul personale. Poi, quando ebbi finito quel lungo bagno rilassante, mi ritrovai avvolta da un abito celeste, leggero e di seta, con le spalle scoperte ed una cintura d'argento attorno al busto.

Sembrava risaltare la mia chioma castana.

"Il mio dono per il Principino è pronto?" domandai, dopo essermi sistemata qualche anello sulle dita. Le fanciulle annuirono all'unisono. "Perfetto, fate in modo che venga recapitato in tempo"

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Rhaenyra e Rhaenys furono le prime ad inchinarsi al piccolo Daeron, che ci osservava tutti con un espressione poco convinta. Chissà che fandonie gli aveva raccontato sua madre per far sì che ci guardasse in quel modo. Non mi sorprendeva affatto che ella avesse parlato male di noi con suo figlio.

"Buon compleanno, Principe" aggiunsi, ad ogni modo, ricevendo un cenno composto. "Grazie, Visenya"

"Ma dov'è Aemond?" si intromise Alicent, trascinando via il festeggiato con ansia incontrollata. Il suo secondo figlio, infatti, era il suo preferito. Colui che seguiva sempre le regole e si accertava che i suoi fratelli facessero lo stesso. "Madre, non lo so" ribatté in lontananza Daeron. 

Spronata da nostra madre, io e i mio fratelli prendemmo posto sulla balconata privata, in prima fila, per assistere ai combattimenti. E nel frattempo, guardandomi intorno, notai che Daemon non era ancora arrivato. "Madre?" chiesi, sporgendomi affinché mi sentisse soltanto lei. "Si cara?" rispose, avvicinandosi di conseguenza. "Dov'è Daemon?"

E sul viso della Delizia comparve un sorriso compiaciuto che mi stordì. "Ha deciso di sfidare tuo zio Aemond  a duello"

Effettivamente, non poco tempo dopo, due cavalieri avvolti nelle proprie armature fecero il loro ingresso nell'arena, acclamati dal pubblico che urlanti ed eccitati incitavano alla lotta. Un brivido mi percorse la schiena nel rendermi conto che, se mi fossi trovata al posto di Daemon, probabilmente mi sarei divertita nel dare una lezione ad Aemond. Ma ero certa che lui si sarebbe divertito molto di più.

Cominciarono la loro sfilata a cavallo, eleganti e con passo andante, prima di fermarsi sotto la nostra balconata. Uno alla volta.

Il primo fu Daemon, che chiese il favore della Principessa Rhaenys. "Con piacere, Principe Canaglia" ribatté orgogliosa la Regina che non fu  (e che sarebbe dovuta essere, a mio parere). Poi si avvicinò il cavallo nero di Aemond. Egli si tolse l'elmo, e la sua chioma d'argento brillò sotto i raggi del sole, abbagliandomi in un modo tale da mozzarmi il fiato. "Nipote," mi salutò, incitandomi ad affacciarmi. Di conseguenza abbandonai il mio posto per raggiungerlo alla balconata. Lo osservai meglio, con celata curiosità, soffermandomi su come quell'armatura gli fasciasse il corpo asciutto ed atletico. E mi si seccò la gola.

"Potrei avere il vostro favore?" domandò malizioso, facendomi rinsavire. In cuor mio ammontava ancora il risentimento a causa dell'offesa ricevuta sere addietro.

Con un sorriso sotto ai baffi, raccolsi la corona di fiori dal cesto e la infilai giù per l'apposita lancia, mettendo a tacere la mia parte dura e realista . "Buona fortuna, zio" annunciai, dopo avergli lanciato un ultimo sguardo. Quando tornai a sedermi, né la mamma né i miei fratelli parvero contenti del mio coinvolgimento, ma non dissero niente al riguardo.

Finalmente, la tromba suonò, e il combattimento ebbe inizio.

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora