𝟭𝟱. 𝗨𝗻 𝗿𝗲𝗴𝗮𝗹𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗼𝗹𝗶𝘁𝗼

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 Continui flash della notte precedente si palesarono sotto le mie ciglia, mentre cercavo di insegnare a Lucerys qualche parola in Valyriano

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Continui flash della notte precedente si palesarono sotto le mie ciglia, mentre cercavo di insegnare a Lucerys qualche parola in Valyriano. Jacaerys, a differenza sua, era molto portato e masticava abbastanza bene la lingua, tanto da intrattenere delle conversazioni con la mamma soltanto con l'innocente scopo di mettere in mostra i propri progressi. "Sei distratta, Mandia*" mi fece notare il piccolo dalla zazzera scura, osservandomi con attenzione attraverso i suoi occhi verdi – Sorella*

Luke aveva ragione. Me ne stavo con la testa fra le nuvole e lo sguardo perso nel vuoto, a rimuginare ininterrottamente su cos'era successo la notte prima. Avevo dormito con Aemond, riflessi ancora una volta, avvampando sulle guance. Come potevo essere stata tanto incosciente da giacere con l'uomo che alimentava le dicerie sulla mia famiglia? "Continuiamo con la lezione," mi schiarii la gola, ignorando la sua constatazione che di base aveva delle solide fondamenta. Lucerys scosse la testa divertito, ma non obbiettò. "Sȳz taoba iksa" mormorai – Bravo ragazzo.

Lui proseguì, leggendo ad alta voce dalla pergamena che avevo scritto appositamente, affinché si esercitasse. Lucerys odiava i libri, il loro spessore ed il loro odore, per cui, grazie agli Dei, la soluzione che avevo trovato per lui lo aveva soddisfatto. Arricciò le sopracciglia, nel tentativo di pronunciare la parola "Kirine," e poi scosse il capo, rivolgendosi a me. "Sono negato Visenya.." sbuffò "Come hai fatto ad impararlo così bene?" aggiunse, arrotolando sconfitto la pergamena sotto il mio sguardo contrariato. "Ognuno di noi è diverso, non fartene una colpa. Le persone hanno i loro tempi e le proprie difficoltà" replicai gentile. Cercai la sua mano e la strinsi delicatamente  nella mia.  "Si, ma tu sei portata in tutto!" esclamò, agitandosi.  "Sai combattere, conosci la storia della nostra famiglia e parli la lingua come se fosse l'unica.  A volte mi domando se non sono sbagliato"

Mi spezzava il cuore che si sentisse in quel modo, soltanto perché aveva delle difficoltà con le sue origini. Potevo empatizzare con le sue emozioni, ma mi rendevo conto che a differenza sua io ero nata già con una determinazione tale da spaventare persino mia madre. La mia prima parola non era stata quella ci si aspetta da un comune bambino. La prima parola fu "perzys*". Sapevo di non essere una bambina qualunque, fin dall'inizio, e avevo dovuto accettarlo. - Fuoco*.

"Non dire mai più una cosa del genere" sbucò Daemon dal Fortino, portando con se un uovo dalle scaglie verdi. Era stato pulito accuratamente e pareva essere fresco. Lucerys storse il naso ma non reagì a quel rimprovero. "Kepa*," pronunciai felice, alzandomi per andargli incontro. - Padre*

"Ho una cosa per te, bambina mia" annunciò criptico Daemon, porgendomi con una mano guantata e tesa, l'uovo di drago. "Syrax ha covato nuovamente" spiegò, spronandomi ad afferrare il suo dono. "Ma..cavalco Amethyx, Padre" gli feci notare stranita. Tuttavia egli scosse la testa, e mi rispose. "E' diverso dagli altri. E' speciale. Ti prego di accettarlo" e l'urgenza nei suoi gesti, suggerivano in realtà che vi fosse ben altro dietro a quella semplice offerta, e che quindi l'uovo non fosse soltanto un regalo. Mi costrinsi ad obbedire, ma quando l'uovo dalle scaglie verdi toccò le mie mani, il suo incandescente calore non mi ferì come avrei creduto. E come a favore della sua tesi, Daemon sorrise compiaciuto.

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora