𝟵. 𝗨𝗻 𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗿𝗶𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲

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Cori ed incitamenti sollecitavano il Principe Canaglia, ch'era partito con forza all'attacco

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Cori ed incitamenti sollecitavano il Principe Canaglia, ch'era partito con forza all'attacco. La lancia ben tesa, e il corpo fermo e concentrato, suggerivano che l'avesse fatto almeno un migliaio di volte, e così il primo giro terminò in fretta con Aemond in bilico dal cadere da cavallo. Era chiaro come il sole che Daemon avesse più esperienza sul campo, eppure c'era qualcosa che suggeriva agli spettatori di quanto in realtà Aemond fosse agguerrito.

Alicent dall'altra parte, era terrificata, e non riusciva a distogliere lo sguardo da suo figlio: con le mani strette a pugno, aspettava il momento giusto per potersi intromettere. Ma benché il suo potere, chiaramente non poteva fermare tutto. Era contro le regole ed avrebbe riempito suo figlio di un immensa vergogna.

Nascosi un velo di soddisfazione, al solo ipotetico pensiero di non vedere più quel sorriso compiaciuto disegnato sulle labbra del Principe Aemond. Tuttavia il Guercio non sembrava intenzionato a mollare, e durante uno degli ultimi giri, mentre schivava la lancia che voleva disarcionarlo da cavallo, puntò la propria verso Daemon che la prese in pieno. Attimi di panico riempirono l'arena, fiati trattenuti fino alle lacrime, e il volto di mia madre contratto in un ritratto di orrore. Rhaenyra tuttavia non si mosse dal proprio posto, congelata da capo a piedi e senza avere la minima forza di scoprire l'esito di quella brutta caduta.

Fui io ad alzarmi. Sotto i mormorii del Re e dei miei famigliari, corsi alla balconata, e mi sporsi per poter vedere con i miei occhi cosa fosse davvero accaduto. Il mio patrigno era steso a terra ma era già pronto per alzarsi, quando Aemond si avvicinò per posargli un piede sul petto.

"Arrenditi," potei udire appena, per via della troppa lontananza. Ma la risata di scherno di Daemon mi arrivò forte e chiara alle orecchie. "Perché dovrei? Perché me l'ha detto il Guercio?" e sputò a terra un rivolo di sangue. Se solo avessi potuto avvicinarmi mi sarei goduta la vergogna sul volto di mio zio. Peccato che il tutto si concluse con Aemond che, accettata la vittoria, si allontanò dall'arena.

Dopo l'uscita di scena di mio zio, e di Daemon, decisi di lasciare la competizione per accertarmi che quest'ultimo stesse bene. Quando si parlava di orgoglio ferito, l'unico a fare stragi era proprio Daemon. Volevo evitare, per una volta, che la nostra fazione destasse l'attenzione di quella megera e della sua corte. "Andrò a controllare" e dopo aver posato un bacio sulla guancia di mia madre, le promisi che sarei tornata in tempo per il banchetto.

L'unico posto in cui avrei potuto trovare Daemon era solo uno. La sala del trono. Non erano mancate occasioni in cui lo avevo beccato a sedersi sfacciatamente sul Trono di Spade, senza temere la morte, e non erano mancati i miei rimproveri. Amavo troppo quell'uomo per far sì che morisse in modo così incosciente. Lui era l'unica figura paterna che mi era rimasta, e lo avrei protetto a tutti costi. Anche se sapevo ch'era in grado di farlo da solo.

"Sapevo che ti avrei trovato qui"

Mi dava le spalle, mentre osservava intensamente lo scranno su cui sedeva suo fratello. "Se ti ha mandata tua madre, puoi tornare indietro e riferirle che il mio orgoglio è ancora intatto" dichiarò con voce fredda. Era il suo modo di mandare via le persone. Purtroppo per lui, con me non attaccava. "Sono stata io, a dir la verità. Sono venuta a cercarti di sana pianta per evitare che tu decidessi di dar fuoco ad Approdo del Re"

Finalmente Daemon si voltò, prestandomi la sua completa attenzione. Gli occhi viola adesso mi fissavano scuri, ma un sorriso celato al di sotto dei suoi baffi, fece cascare del tutto la sua maschera di gelo. "Spesso dimentico quanto tu sia identica a lei,"

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Il banchetto allestito ai margini del Bosco del Re, era sfarzoso ed abbondante. Quando arrivai, seguita da Daemon, impallidii alla vista di tutte quelle Lady tirate a lucido e dei Lord con i loro figli in età da matrimonio. Quello era il genere di situazione che avrei preferito evitare. Tuttavia ero l'erede di Rhaenyra, e stare in società era un dovere che cominciava molto presto.

Individuai mia madre e i miei fratelli, in compagnia di Rhaena e Baela, quando ebbi passato in rassegna parte dell'accampamento. Li raggiunsi con un lieve senso di sollievo. C'era troppo verde intorno a noi e troppi visi detestabili da dover sopportare.

"Visenya cara," mi accolse la mamma, baciandomi la fronte. Poco distante da lei c'era un ragazzetto che non conoscevo, ma dai capelli scuri come i miei, che ci fissava timoroso. Sembrava attendere di essere richiamato. Ed infatti "C'è qualcuno che devi conoscere. Sai che dopo di me, sarai tu a regnare su Westeros," dichiarò Rhaenyra, lasciando sottintendere che il mio dovere sarebbe stato sposarmi e proseguire la linea di sangue. Benché conscia del mio desiderio di rimaner nubile, mia madre non avrebbe voluto comunque sapere ragioni. "Lo so, Madre"

Al cenno di Rhaenyra, il giovane si avvicinò. Aveva lunghi capelli corvini, che si posavano sulle spalle, occhi verde stagno ed un sorriso timido ad incorniciare le sue labbra piccole e rosse. Non avrei saputo identificare con certezza la sua età, ma non sembrava essere più grande di me.

"Lei è Visenya, la mia prima figlia." mi presentò, ed il nuovo arrivato avvampò sulle guance.

Per tutti gli Dei! Voleva farmi sposare con un ragazzino?

"Lui è James Arryn, figlio di mia zia Elys."

Ps, non sono certa che le due sorelle di Aemma Arryn abbiano avuto figli. Ho provato a cercare ma non sono riuscita a trovare niente, ragion per cui James Arryn è un personaggio frutto della mia fantasia.

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora