𝟭𝟵. 𝗟𝗲 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝘃𝗲𝗿𝗿𝗮𝗻𝗻𝗼

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La partenza di mia madre, mio padre e i miei fratelli, si concretizzò quando udii le campane dare inizio al nuovo giorno

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La partenza di mia madre, mio padre e i miei fratelli, si concretizzò quando udii le campane dare inizio al nuovo giorno. Il cielo era cupo, le nuvole cariche di pioggia, e più che un brutto presagio, a me parve che persino gli Dei fossero malinconici come lo ero io.

Mi sarebbe piaciuto tornare a casa tutti insieme, ma avevo un incarico da portare a termine e non me ne sarei andata prima di allora. La prima a venirmi incontro per salutarmi fu proprio Rhaenyra. Afferrò dolcemente il mio capo e mi posò un bacio in fronte. "Devi stare molto attenta..troveranno qualsiasi scusa per scavalcarmi e installare Aegon sul trono. Visenya, tu sarai i miei occhi e le mie orecchie, qui"

Increspai le labbra, ma annuii obbediente. Il problema maggiore, tuttavia, sarebbe stato Otto Hightower. Era lui che manipolava la Regina. Era lui ad averlo fatto sin dall'inizio, dalla morte di nonna Aemma. "Sono nata per servirti, Muñnykeā" le giurai solenne, ed ella parve illuminarsi di orgoglio.

Dopodiché fu Daemon ad avvicinarsi. "Ricorda l'uovo che ti ho donato, figlia mia, e stai certa che a tempo debito ti sarà di grande aiuto." Sebbene quell'avvertimento, non riuscii a comprendere come un uovo che ancora non si era schiuso, potesse essermi d'aiuto, ma glielo promisi. "Lo farò, padre"

Joffrey teneva per mano Jacaerys e con timidezza attendeva di raggiungermi, per potermi salutare. Ero certa che sarebbe diventato un uomo saggio, una volta cresciuto. Era un bambino estremamente intelligente, nonostante l'ingenuità infantile. "Ascolta sempre tua madre e i tuoi fratelli, d'accordo?" ed egli annuì. "Jacaerys, Lucerys..ci vedremo prima di quanto immaginiate. Abbiate soltanto un po' di pazienza,"

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Gli unici passi che rimbombavano nel corridoio, diretti verso le camere del Re, erano i miei. Pareva essere calato un silenzio tombale, innaturale, da quando la mia famiglia era partita. Era quello ciò che il regno avrebbe dovuto subire, qualora fosse caduto nelle mani dei Verdi? Un eterno silenzio?

Bussai tre volte alla porta, dopo aver superato Ser Criston ch'era di guardia. Serio, composto ma con gli occhi iniettati di odio, se ne stava impalato davanti all'entrata. Fortunatamente ero arrivata prima che mi impedissero di vedere Viserys. Prima che fosse troppo tardi, aggiunse la mia coscienza. 

"Visenya" pronunciò rauco ma sorpreso il nonno, steso nel suo letto. Aveva un aspetto orribile, la pelle che quasi sembrava staccarsi per quanto fosse marcia. E il mio cuore si rattristò, perché sapevo che quella era la sua punizione per essere stato un Re debole. "Sei rimasta," continuò, allungando il braccio affinché gli afferrassi la mano. La presi tra le mie, e la strinsi gentilmente. "Certo che si, nonno," replicai con un magone alla gola. Ero preoccupata: a quella feccia di uomo ch'era Otto, non sarebbe venuto alcuno scrupolo nell'assassinare un uomo già morente, e non sapevo per quanto tempo avrei potuto prevenire che ciò accadesse. Di lì a poco mi avrebbero allontanata da lui.

"Temo che sarà difficile per te stare qui, d'ora in poi.." mi disse, sforzandosi tantissimo nel non tossire. "Temo una ribellione.."

E forse ci volle la malattia per far rinsavire Viserys su ciò che accadeva attorno a lui, da ancor prima  che sposasse Alicent. "Non ho mai dimostrato affetto ai miei figli, ma Rhaenyra..Oh, la mia bambina.. è sempre stata l'unica per me." alla fine non riuscì a sopportare il peso sul petto, e si piegò in due per colpa della tosse, che lo scosse violentemente.

 "Posso..chiamare qualcuno?" Viserys scosse la testa.

"Voglio che tu sappia che non ho cambiato idea. Tua madre è colei che desidero segga sul Trono di Spade."



entriamo sempre più nel vivo della storia :)

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora