───── ❝𝘁𝗵𝗶𝗿𝗱 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻 𝗽𝗼𝗶𝗻𝘁 𝗼𝗳 𝘃𝗶𝗲𝘄❞ ─────
L'imboscata tesa dai Neri nei confronti di Aemond Targaryen e Ser Criston Cole, fu ideata dall'astuzia della Principessa Visenya. Infatti l'esercito verde fu sconfitto a mani basse, e nel tentativo di riconquistare Harrenhal, Ser Criston perì travolto da una miriade di frecce. Il Guercio la scampò soltanto perché aveva Vhagar.
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Nel cielo una nube di fumo si librava, disperdendosi insieme al crepitare di un morente incendio che si era acceso per mano dell'attacco che avevamo respinto. Era calata la notte, e con ansia attendevo che Ser Erryk spuntasse dalla porta per dirmi che Vhagar non fosse più nei cieli di Harrenhal. La testa aveva cominciato a vorticare con violenza quando avevo visto le gigantesche ali della regina dei draghi, venendo colpita dalla consapevolezza che Aemond fosse a pochi metri lontano da me. Tuttavia, quando Erryk rientrò, non portò con se la notizia del ritiro della draghessa, bensì una pergamena da parte di Daemon sigillata con della cera rossa.
Il cuore mancò diversi battiti, principalmente perché avevo spiacevoli ricordi legati a quell'uccellaccio dalle piume nere. Quando la guardia si fu dileguata, srotolai la pergamena, appoggiandomi al davanzale della finestra. Cominciai a leggere, scoprendo con sorpresa della vittoria di mia madre. "Rhaenyra siede sul Trono di Spade, figlia mia" recitava la calligrafia perfetta di mio padre.
E l'orgoglio mi si accese nel petto. Non era stato tutto inutile, allora.
Rhaegal sembrò cogliere la mia felicità e il mio sollievo, e sbuffò calore dalle narici investendomi completamente. "*Kirimvose..-" sussurrai, carezzandogli il capo. *Grazie.
Se non fosse stato per lui, non avrei stanato i nemici e non avrei potuto cogliere in anticipo le loro mosse. Il draghetto si stirò, girò un paio di volte per il davanzale e quando chiuse gli occhi, poggiandosi per riposare, mi accorsi della luna che si era nascosta dietro le nuvole. Forse, mi augurai, non avrei più dovuto scorgere il passato ed il futuro in essa.
Tuttavia, quella notte appena inoltrata, rivelò che non fosse ancora arrivato il momento di ritirarmi nelle mie stanze. Infatti, potevo ancora percepire uno strano peso sul petto che non aveva assolutamente intenzione di lasciarmi andare. Nervosa all'idea di imbattermi nel Guercio, lasciai la sala con la tavola dipinta sotto lo sguardo contrariato di Ser Erryk, il cui incarico era quello di proteggermi. L'ultima volta avevo promesso ad Aemond che ci saremmo battuti sul campo, eppure per quanto avessi voluto farlo, l'oracolo mi aveva mostrato che non avrei afferrato una spada in quell'occasione.
Attraversando i corridoi tetri, e scendendo nel cortile, rimembrai ogni racconto legato ad esso. Di come Aegon il conquistatore avesse bruciato Re Harren e i suoi figli, e di come si credesse che il castello fosse un luogo maledetto. Quand'ero bambina Rhaenyra mi spiegò che, secondo i racconti, Harrenhal fosse appunto maledetta e che emettesse sentenze di morte a chiunque passasse attraverso i suoi cancelli.
Scossi la testa turbata. Mi lasciavo spesso suggestionare, dal momento ch'ero sola da molto tempo.
Giunta a destinazione, provai a richiamare Amethyx ma questa sembrò non sentirmi. Forse non era nemmeno nei paraggi, quando feci il suo nome. Avanzai coraggiosamente qualche altro passo, ma dovetti fermarmi quasi subito. Una figura indistinta si muoveva nella mia direzione, e a causa della luna coperta dalle nubi, non riuscii a distinguerne nemmeno i contorni. Ero riluttante all'idea di uscire allo scoperto, ignara dei pericoli che avrei potuto incontrare. Ma l'istinto mi diceva che quello non era ancora il mio momento. Lo Sconosciuto avrebbe atteso parecchio prima di avermi fra le sue braccia.
"Chi osa sconfinare nelle terre del Nero?" pronunciai con chiarezza, avvolgendo la mano attorno all'impugnatura fredda della spada. I grilli frinivano senza paura, avvolgendo quella notte in un ambiguo concerto di suoni. Nel momento in cui udii una risata familiare spezzare quell'insieme di tetre melodie, il cuore smise di battere, e lo stomaco si infiammò.
"ȳdra daor ao gīmigon aōha jorrāelagon uēpa?" - Non riconosci il tuo caro vecchio zio?
Aemond.
Dopo un anno intero, rividi il suo volto affilato e la sua toppa nera sullo zaffiro, ed una miriade di emozioni contrastanti si riaccesero dentro il mio petto. Lo odiavo. Odiavo il modo in cui erano finite le cose. Ma forse nascondermi dietro l'odio era più facile che ammettere di amarlo, prima ancora che sapessi cosa fosse davvero l'amore. "Umbagon*, Aemond. Prima di avanzare voglio assicurarmi che tu non sia più sotto il soggiogo della strega," - Aspetta*.
"Temi che ti uccida?" replicò in risposta, ignorando il mio avvertimento ed entrando finalmente nel mio completo campo visivo. La scarsa illuminazione sembrò tuttavia non impedirmi di vedere quel suo sorriso di sfida che mi aveva sempre infastidita.
"Perché dovrei?" e finalmente trovai il coraggio di lasciar andare l'impugnatura della spada, nascondendo le mani dietro la schiena. "Piuttosto, come avete fatto a conoscere in anticipo le nostre mosse?" chiese con curiosità, citando poi la disastrosa morte di Ser Criston, che dovetti ammettere, mi aveva colmata di un piacere molto saporito. "E perché dovrei dirtelo,?"
Aemond era abbastanza vicino da poter scorgere nei miei occhi un lampo di orgoglio, e alla mia mancata risposta, poggiò la fronte contro la mia. Sospirò forte. "Non avrei mai ucciso Lucerys, dolce nipote."
"Difatti è accaduto," risposi divincolandomi, improvvisamente furiosa. Tuttavia egli mi costrinse contro il suo petto, ad ascoltarlo. "Provavo un forte risentimento nei suoi confronti, e non cercherò di negarlo. Ma dico che se la strega non mi avesse soggiogato, forse oggi le cose sarebbero andate diversamente. La guerra avrebbe deviato su un fronte meno drastico. E tu non mi odieresti-"
"Odiarti?" replicai sbalordita. Le guance mi si infiammarono. "Che cosa ne sai tu di quello che provo, eh? E tanto per la cronaca, smidollato di un mezzosangue, la guerra è cominciata il giorno in cui Aegon è venuto al mondo"
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𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]
FanficVisenya è la prima figlia di Rhaenyra Targaryen. Ama incondizionatamente i suoi fratelli, e in quanto a sorella maggiore si prende cura di loro in modo impeccabile. Lotta contro le malelingue secondo cui la stirpe della delizia del reame è frutto di...