𝟯𝟱. 𝗟𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗮 𝗻𝗼𝘁𝘁𝗲 𝗽𝘁. 𝗜𝗜

406 14 0
                                    

Ci guardammo a lungo senza più proferire parola

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ci guardammo a lungo senza più proferire parola. Potevo udire i nostri respiri pesanti, mentre la luna si riaffacciava timidamente per avvolgerci. "Sei venuto fin qui," mi schiarii la gola nervosamente "Per quale motivo?"

E benché le provocazioni che avevano sempre tenuto acceso il nostro rapporto, un anno prima, non sembravano essere svanite, sul suo volto si presentò un'espressione quasi rassegnata. "Ricordi ancora il ciondolo che ti donai?" domandò in un sussurro.

Le memorie di quell'intenso colore verde si presentarono violentemente sotto le mie ciglia, riportandomi anche alle spiacevoli conseguenze di quel suo gesto, dove a corte tutti vennero a conoscenza dei nostri trascorsi. Non avevo mai buttato via quella collana: era ancora lì con me affinché rimembrassi il dolore che mi aveva causato.

"Si, me lo ricordo."

Aemond, in palese difficoltà nel rivolgersi a me con delicatezza, prese a giocare con l'elastico che reggeva la toppa sul suo occhio, alla ricerca delle parole giuste da usare. "Helaena si è sempre rivolta a noi parlando per enigmi..," sospirò, ripensando all'amata sorella deceduta "..Lei diceva che quel ciondolo in qualche modo ti apparteneva, e che avrei dovuto dartelo. All'inizio non capivo perché insistesse così tanto..Poi è arrivata Alys, e mi ha soggiogato"

La strega aveva giocato un ruolo pressoché marginale nella danza dei draghi, ma comunque d'impatto. Ed anche se avevo ottenuto la mia vendetta, non lo avrei di certo dimenticato.

"Stavamo marciando su Harrenhal, e ad un certo punto la malia è svanita, come se non fosse mai esistita," spiegò. "La strega..è morta?"

Annuii, e in quell'esatto momento compresi il motivo per cui la sua magia non avesse avuto effetto alcuno su di me. Tuttavia mi interrogai su come Ser Erryk potesse essere scampato ad essa. "Mi stai dicendo che il ciondolo di Helaena potrebbe avermi protetta dal soggiogo di Alys?"

Fu il suo turno di annuire.

I grilli smisero d'un tratto di frinire, come se avessero saputo di doversi far da parte. E il silenzio calò su di noi.

"Skoro syt gōntan ao umbagon?" - Perché sei rimasto?

Lo zio mi guardò, ignaro di ciò che provassi nel mio cuore quando il suo occhio ametista lambiva la mia figura. La guerra, avrebbe potuto rispondere. Ma rimanere da solo, in territorio nemico, senza uno scopo ben preciso, a cosa sarebbe servito?

Tuttavia non rispose.

"Rȳbagon naejot issa?" continuai - Mi ascolti?

Aemond indugiò. Le sue labbra sembravano muoversi appena, i denti mordicchiarle con incertezza, mentre le sue mani raggiungevano l'elastico della toppa nera, che fece cadere a terra. "Ma che-"

L'argenteo, a pochi passi da me, non mi diede il tempo di reagire, che afferrò le mie guance e con fretta si fiondò sulle mie labbra. Mi divorò con un'intensità tale da farmi tremare le gambe. Un'intensità che aveva da sempre celato.

Di quella notte ricordai i baci salati al gusto di lacrime, le nostre mani intrecciate contro il materasso e la sua disperazione quando affondò il volto tra il mio collo e il cuscino. Con la conseguente consapevolezza che quella sarebbe stata l'ultima volta.

Ed anche la lunga notte giunse al termine.

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora