Passeggiammo fino alla Fossa del Drago, in un silenzio confortante. La verità era che, essere considerata di buona compagnia dall'uomo che aveva perso l'occhio a causa di mio fratello, parve ironico. Non avevo dimenticato le cattiverie nei nostri confronti, dette proprio da lui, e nemmeno le provocazioni che aveva avanzato verso di me, con il solo ed unico scopo di farmi reagire.
Placido, Aemond camminava con le braccia dietro la schiena, ed il volto in direzione del cielo. Il suo drago, Vhagar, stava scendendo in picchiata verso la fossa. A dire il vero, era da un po' che non volavo su Amethyx, proprio a causa delle ricorrenze che avevano smosso a festa la Capitale. Mi mancava sentirmi libera tra i cieli, invincibile e forte.
"Vieni con me," ruppe il silenzio di punto in bianco, spronandomi ad affrettare il passo in direzione di Vhagar, che a quel punto aveva posato le sue enormi zampe sulla terra ferma.
Mi domandai cosa gli frullasse nella mente, e perché avesse deciso di portarmi con se.
La Regina dei draghi si poggiò interamente al suolo, per riposare l'enorme testa. Poi sbuffò dal naso, alzando una folata d'aria calda che mi si infranse sulla faccia. Inutile negare che il mio cuore stesse battendo all'impazzata. "Dohaeris Vhagar" pronunciò lo zio improvvisamente, catturando l'attenzione di quella creatura mistica, la quale spalancò gli occhi – Servimi Vhagar.
Sembrava confusa, ci fissava mentre il suo corpo cominciava a tremare. "Aemond, che cosa vuoi fare?" domandai, piantando i piedi a terra. Non volevo credere che fosse così subdolo e malvagio da darmi in pasto al suo drago!
Eravamo vicinissimi, a quel punto. E la mia paura cresceva man mano che la mastodontica draghessa si faceva prossima.
Smisi di opporre resistenza quando egli mi afferrò il volto con delicatezza, a due centimetri dal suo. "Fidati di me, dammi la mano" pronunciò calmo. Glielo lasciai fare, titubante, ed Aemond dolcemente la indirizzò verso il muso di Vhagar. Quando la poggiò sulla pelle rugosa e calda del drago, insieme alla sua che mi guidava, il mio cuore schizzò direttamente in gola. Sarebbe bastato poco per indisporre Vhagar.
Con movimenti lenti e delicati carezzammo la sua draghessa, che parve apprezzare sbuffando mugolii di piacere, e nel frattempo mi domandai se fossero le mie orecchie a fischiare o il mondo circostante. Un gesto simile da parte sua mi rese conscia di quanto fosse importante ed intimo il legame che aveva con la sua cavalcatura, ed averlo condiviso con me, la donna che avrebbe dovuto odiare con tutto se stesso, fu difficile da accettare. Perché significava che per lui non ero soltanto una nipote dispettosa e presuntuosa.
"E' indisponente soltanto se glielo lascio fare" mi rispose Aemond con un leggero sorriso ad increspargli le labbra sottili. Non mi fu difficile, per qualche assurdo motivo, replicare.
🐉
La cena era stata deliziosa come al solito. Avevo bevuto un abbondante quantità di vino, ma non così allarmante da rendermi schiava di esso. Mi vorticava leggermente la testa, e mi fu difficile decretare se fosse soltanto per l'alcol, od anche per l'avvenimento rischioso di quella mattina.
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𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]
Fiksi PenggemarVisenya è la prima figlia di Rhaenyra Targaryen. Ama incondizionatamente i suoi fratelli, e in quanto a sorella maggiore si prende cura di loro in modo impeccabile. Lotta contro le malelingue secondo cui la stirpe della delizia del reame è frutto di...