𝟯𝟲. 𝗦𝘂𝗹𝗹'𝗢𝗰𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗗𝗲𝗶

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Aprii gli occhi con la notizia dell'arrivo di Daemon ad Harrenhal

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Aprii gli occhi con la notizia dell'arrivo di Daemon ad Harrenhal. D'altro canto, mentre apprendevo in preda al panico del motivo per cui fosse lì, mi domandai perché Rhaegal non me lo avesse mostrato in una delle sue visioni. Che il motivo fosse la luna celata dietro le nuvole della notte prima?

Il Guercio non era accanto a me, quando mi svegliai tastando il letto. La sua parte era fredda, segno che si fosse alzato molto tempo prima. Forse ancor prima che sorgesse il sole. Voltai lo sguardo alla finestra e quando vidi il cielo coperto da nuvoloni grigi, carichi e prossimi a riversare la propria tempesta sul castello, balzai giù dal mio giaciglio. Daemon era tornato per uno scopo ben preciso: battersi a duello con mio zio, ed era chiaro che uno dei due sarebbe dovuto morire. Quella costatazione mi rigettò nel panico, e nella fretta di raggiungere i cancelli del castello, mi buttai addosso la prima cosa che trovai.

"Kepa!" esclamai, inciampando un paio di volte nei miei passi nel tentativo di raggiungerlo il più in fretta. "Padre," ripetei, "Dov'è lui? Dov'è Aemond?" Il suo volto si storse in una smorfia. "Anch'io sono felice di rivederti, bambina mia,"

"Dov'è?" insistetti, col fiato ora corto e gli occhi lucidi. Daemon si ricompose in una maschera di freddezza. "Mi attende sopra l'Occhio degli Dei" mi rispose schietto, aggiustando le sottili funi attorno al busto di Caraxes, che fino a qualche attimo prima non avevo notato. "Vi batterete, è così?"

E quando egli annuì, il mio cuore sprofondò. Sapevo che le cose dovevano andare esattamente in quel modo, che Aemond fosse un traditore, ma non riuscii ad accettare che dovesse morire. Stupida Visenya, pensai. Lucerys non sarebbe affatto orgoglioso di te, se sapesse. "Ti consiglio di rimanere qui, per evitare spiacevoli sorprese"

Scossi prontamente la testa. L'ultima notte non mi era bastata come addio. Mi rifiutavo di pensare che quello fosse il nostro ultimo saluto. "No, Kepa. Verrò anch'io,"

"E perché mai dovrebbe interessarti di quello sfregiato? Ha tradito tua madre, ha ucciso Rhaenys e soprattutto tuo fratello, e tu ti aggrappi a qualsiasi cosa pur di giustificarlo?" le sue parole mi schiaffeggiarono in pieno, cogliendo il centro della mia morale. Era convinta di essere una brava persona. Di essere nel giusto. Ma avevo fallito il giorno in cui mi ero innamorata di lui.

Quando insistetti Daemon non ne fu affatto felice, ma non replicò. Montò in sella a Caraxes e mi liquidò dicendomi che ci saremmo ricongiunti sul luogo del duello.

Giunsi poco dopo di lui, grazie all'agilità di Amethyx, che pur essendo anziana, non aveva avuto problemi nell'obbedirmi sul voler arrivare in fretta. E proprio quando lo rividi, mentre carezzava il muso di Vhagar che riposava sulla collinetta,  l'angoscia prese il sopravvento sul mio animo. Ricordai perfettamente quando, nella convinzione che egli volesse darmi in pasto al suo drago, in verità lasciò che la accarezzassi. Fidandosi di me.

Sbiancò quando mi vide raggiungerlo di fretta e furia. Sembrava non capire perché fossi lì. Era certo che gli avessi detto addio la sera stessa in cui ci eravamo rivisti. "Con quale sconsideratezza osi ficcarti in mezzo a questo duello?" domandò allarmato, venendomi incontro a sua volta. Non indossava più la toppa: aveva smesso di nascondersi dietro quel trauma, e aveva deciso di accettarlo. "Non vivrò con il rimorso di non averti detto addio" risposi, pizzicandomi le gambe con i polpastrelli per evitare di scoppiare a piangere. Non ero più la Visenya di un tempo, questo era certo. Ma l'ultimo ricordo di me, che volevo Aemond avesse, non doveva essere un volto rigato dalle lacrime.

Egli sospirò pesantemente, rassegnato. Afferrò poi le mie mani nelle sue, caldi e grandi, ed io mi sporsi per baciarlo con dolcezza. " Voglio che tu sappia che ti ho amato. Molto tempo prima che tu perdessi l'occhio, e ancor prima che tu ti accorgessi di me. Ho rinunciato alla mia morale e al buonismo quando mi hai portata al fondo delle pulci," e sorrisi, sforzandomi di ingoiare le lacrime. Era quello il ricordo che volevo avesse di me. Un sorriso innamorato, e delle gesta di perdono.

"Visenya.." mormorò con voce rotta, quando gli carezzai il volto, schiudendo l'occhio ametista. "Sei la persona più importante per me, nonostante la costante rivalità delle nostre famiglie-" Poi un groppo alla gola mi strappò il respiro quando fummo costretti a separarci. "Ci rivedremo alla vittoria, figliola" ci interruppe infatti Daemon, allontanandomi dallo zio con gesta frettolose. E quella fu l'ultima volta che rividi Aemond. Poi entrambi montarono in sella, e si librarono in cielo per affrontarsi.


𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora