𝟯𝟵. 𝗨𝗻 𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼

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Quel malessere dilaniante non mi abbandonò mai

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Quel malessere dilaniante non mi abbandonò mai. In quelle ultime settimane avevo patito più del normale, e persino il mio drago sembrava comprendere che ci fosse qualcosa che non andava. Associavo ostinatamente quei sintomi alla perdita dei miei cari, e con le nottate insonni che andavano peggiorando, mi convinsi che il problema fosse quello.

Poi cominciarono i giramenti di testa. Inutili furono gli sforzi di comprendere: nonostante Rhaegal fosse speciale, egli non riuscì ad aiutarmi. Ad ogni luna piena, pregavo che mi mostrasse un segno. Ma puntualmente l'oracolo taceva. E così trascorsi un altro mese ad annegare nello sconforto. Soltanto da sola, il dolore riemergeva spavaldo, costringendomi a viverlo fino in fondo.

Nel frattempo il regno della Delizia proseguiva, benché Lord Corlys non fosse ancora riuscito a scovare l'usurpatore e suo fratello minore Daeron, nascosti chissà dove. Faticavo a credere che fossero morti. Avevo sempre definito Aegon  come uno scarafaggio: Quando credi di esserti liberato di lui, ecco che questo rispunta, e nemmeno il repellente più forte del mondo può ucciderlo. Una piaga, quel lurido.

"Avete notizie, Ser?" chiesi, stringendo tra le mani una ciotola di brodo caldo. La mia cera, secondo Ser Erryk, tendeva al giallognolo e la cosa sembrava preoccuparlo, tanto da portarlo a pregarmi di poter chiamare un maestro a corte, affinché mi aiutasse. Il cavaliere, d'altro canto, scosse la testa. "L'ultimo corvo ricevuto risale a due settimane fa," e quasi mi fossi lanciata una zappata sui piedi,  qualche ora dopo, un pennuto giunse davvero a Roccia del Drago.

Non aveva un sigillo riconoscibile, la carta era stata ripiegata frettolosamente e sigillata con della semplice cera bianca. "Credete che abbiano trovato l'usurpatore?" L'uomo tuttavia non seppe rispondere. Poteva esserci la probabilità che ciò fosse avvenuto, ma perché avvertirci con un messaggio senza sigillo? 

Procedetti con curiosità, srotolando la carta e stendendola sulla tavola dipinta affinché potessi leggerla chiaramente. Ma l'espressione indagatrice sul mio volto si trasformò in orrore. Mi si era gelato il sangue, e le orecchie avevano cominciato a fischiare prepotentemente. Vicina al collasso, feci scorrere gli occhi su quelle assurde parole, alla ricerca di una smentita, ma quando raggiunsi la fine di quel resoconto, dovetti reggermi alla tavola per non cedere.

"Siamo fuggiti ad Harrenhal," recitava una delle ultime righe. Jacaerys si era poi firmato con una calligrafia traballante.

"Principessa, vi sentite bene?" allarmato, Ser Erryk mi raggiunse per prestarmi soccorso. No. Mi rifiutavo di crederci. La mia fidata guardia mi afferrò per le ascelle, costringendomi dolcemente a sedermi, ma non sentivo più niente. I suoni ovattati. Il cuore bloccato da qualche parte nel mio petto.

"Principessa," ripeté. "Cos'è accaduto?"

Con la vista appannata, la gola secca e le mani aggrappate da qualche parte, temetti di dar voce a quelle parole, di dar loro concretezza. Mi rifiutavo!

"Mia madre.." sussurrai. Poi d'un tratto chiusi gli occhi, e il dolore mi avvolse tra le sue braccia. "Mia madre è morta,"

Non potevo aver perso anche lei.

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora