Visenya è la prima figlia di Rhaenyra Targaryen. Ama incondizionatamente i suoi fratelli, e in quanto a sorella maggiore si prende cura di loro in modo impeccabile. Lotta contro le malelingue secondo cui la stirpe della delizia del reame è frutto di...
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Sembravano essere passati giorni dall'ultima volta che avevo visto la luce del sole, a causa della perdita dell'orientamento. Invece, ad essere passate erano soltanto poche ore. I miei pensieri erano rivolti a mia madre, chiaramente, ignara di ciò che sarebbe successo quel pomeriggio, ignara dei tradimenti e delle bugie. A Lucerys e Jacaerys, ai quali avevo sempre augurato di poter crescere in un ambiente sano e sereno. Al mio dolce Joffrey, che attendeva con ansia la crescita del suo piccolo drago Tyraxes. Ed ultimo, ma non per importanza, a Daemon, il padre che avevo sempre desiderato da bambina. Un padre coraggioso, severo e forte, che mi prendesse sotto la sua ala protettrice.
Presto sarei tornata a casa, così mi rincuorai, quando Rhaenys ricominciò a camminare irrequieta per la cella. Il suo respiro era affannato, sovrastava il rumore dei battiti del mio cuore, che continuavano a martellarmi nelle orecchie. Poi, non seppi dire se per fortuna, udimmo un tintinnare di chiavi. Che la Regina avesse cambiato idea e volesse giustiziarmi per iniziare la guerra con fuoco e sangue? No, non era da Alicent.
Drizzai le orecchie all'erta, nascondendomi nell'ombra per accertarmi che non fosse Cole. I passi erano frettolosi ma al contempo ponderati: chiunque si stesse avvicinando voleva evitare di attirare l'attenzione. "Principessa Visenya" udii bisbigliare furtivamente. Rhaenys scattò immediatamente in avanti, quando sentì quella voce, per accertarsi di non aver avuto un miraggio. Confusa, avanzai di conseguenza, in attesa di scoprire il volto misterioso che chiamava il mio nome. E lo vidi.
Tuttavia non riconobbi quell'uomo dagli occhi azzurri. La torcia puntava dritta nella nostra direzione. "Voi chi siete?" domandai a quel punto. Egli mi rispose velocemente e con una punta di orgoglio nel tono di voce "Sono Ser Erryk Cargyll, servivo nella Guardia Reale di Viserys Targaryen" e tutto all'improvviso mi fu più chiaro. "Siete un sostenitore di mia madre" ribattei sorpresa. Ma Erryk sembrava avere molta fretta, e dopo aver abbandonato la torcia a terra, recuperò le chiavi dal taschino, cominciando ad armeggiare con esse affinché potesse aprire la cella. "Dovete fuggire, Principessa" dichiarò.
Fuggire? Ripetei nella mia mente.
Quello poteva significare soltanto una cosa. Che era arrivato troppo tardi. Aegon era stato incoronato, ed inevitabilmente il cuore mi affondò negli abissi più profondi. "Ser Erryk..non..io non posso scappare. Ho promesso a mia madre che avrei portato a termine il mio compito" risposi, quando ebbe aperto la cella. Rhaenys sembrava fremere all'idea di scappare dai sotterranei, e sinceramente, come darle torto?
"Come?" rispose sbalordito, reggendo in una mano tremante la torcia che andava sempre più ad affievolirsi. Non replicai a quella domanda, bensì mi rivolsi a Rhaenys. "Vola a Roccia del Drago, e avvisa mia madre che i Verdi hanno tradito il Regno. Dille che Viserys è morto e che hanno incoronato Aegon" La Principessa, per qualche strano motivo, obbedì senza fare domande. "Ser Erryk, scortatela sana e salva fino alla sua Meleys. Io me la caverò,"
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Mi aggrappai a quella torcia quasi essa fosse la mia ultima speranza, e mentre proseguivo dal lato opposto a quello che avevano intrapreso Ser Erryk e Rhaenys, mi domandai se la mia Amethyx stesse bene. Non aveva mai amato l'umidità e l'angustia della Fossa del Drago, ragion per cui affrettai i miei passi fino a sentire i polmoni bruciarmi per lo sforzo.
Non ero nemmeno sicura che avrei trovato Aegon e la sua fazione ancora alla fossa, tuttavia misi da parte quel fastidioso pensiero collaterale e mi precipitai verso il mio drago. Grazie agli Dei non era stata incatenata. "Dohaeris Amethyx" pronunciai, e quando ella mi vide, si alzò in piedi scrollandosi la polvere di dosso con gioia. Scalai il suo corpo come una montagna, e mi sistemai sul sellino, prendendomi qualche secondo per riprendere fiato. Anche se tempo a disposizione non ne avevo più. Proprio sopra di noi, migliaia di persone stavano assistendo alla gloriosa incoronazione dell'usurpatore, e fu proprio quello a darmi il coraggio di proseguire col mio piano. Tantissime vite muoiono inevitabilmente in una guerra che non gli appartiene. Ma quando a farsi la guerra sono consanguinei, la situazione è ancora più struggente.
"Amethyx.." il drago sbuffò, pronta ad obbedirmi. "Dracarys"
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Emergemmo dai sotterranei tra le urla circostanti dei cittadini terrorizzati. Polvere e nebbia ovunque mi impedivano di poter vedere con chiarezza, tuttavia il mio drago sapeva già come muoversi. In simbiosi, sembravamo avere i pensieri sulla stessa lunghezza d'onda.
Amethyx si avvicinò furiosa alla scalinata, sollevando la propria coda con foga e ringhiando in direzione di qualcuno che ancora non vedevo. Fu quando la nebbia si disperse, che ebbi la soddisfazione di incontrare lo sguardo terrorizzato di Alicent, che proteggeva il proprio figlio dietro di se. Daeron non era presente. Helaena, l'unica innocente in quella fossa di vipere, si nascondeva dietro il corpo di Aemond. Lo guardai, con aria di sfida, ed egli anziché temere la morte, replicò con un sorriso malizioso. Inevitabile come la guerra ci avrebbe schierati l'uno contro l'altra. E se gli Dei volevano che andasse in quel modo, io non avrei dissentito. La famiglia veniva prima di tutto.
Otto Hightower e Ser Criston Cole erano assolutamente sconvolti dallo scoprirmi fuori dalle celle. Lo capii dalla furia nei loro occhi. Furia che era nulla in confronto alla mia. Avrei potuto bruciarli seduta stante, mettere fine alla guerra ancor prima che cominciasse, ma non spettava a me decidere. Spettava a mia madre.
"Valar Morghulis" pronunciai duramente. Ed Amethyx ruggì proprio come se avesse voluto ucciderli.