𝟮𝟯. 𝗜𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼

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Quando sciolse l'abbraccio, mia madre accarezzò le mie guance come quando ero una bambina, troppo piccola per arrivarle al busto e troppo ingenua per comprendere il suo dolore

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Quando sciolse l'abbraccio, mia madre accarezzò le mie guance come quando ero una bambina, troppo piccola per arrivarle al busto e troppo ingenua per comprendere il suo dolore. "Vuoi conoscere i tuoi fratelli?" domandò poi, rivolgendosi alle due culle riposte alle sue spalle. E a dirla tutta non c'era neanche bisogno di chiedere: avevo il cuore colmo di gioia al solo pensiero di incontrare quelle dolci creature.

Attraversai la stanza con passi silenziosi, e mi sporsi quel tanto che bastava per scorgere i due visini rosati che adesso apparivano calmi e gentili. Qualche filamento dorato, tuttavia, confermò ch'erano proprio i bambini della Delizia. "Viserys II ed Aegon III" li introdusse con fierezza, mordendosi le labbra. "Hai sofferto molto, madre" Rhaenyra tirò su col naso e scosse la testa. "Quando sei nata tu è successa la stessa cosa..Ho temuto di perderti, ma grazie agli Dei è andato tutto bene."

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Pranzammo tutti alla tavola, ma era chiaro che lo stomaco si era chiuso alla maggior parte dei presenti. Rhaenys era sinceramente provata dal viaggio, e benché Corlys – che l'aveva raggiunta non appena aveva saputo – avesse provato a darle conforto, ciò non era servito. Lei non avrebbe mai voluto arrivare al punto da schierarsi con qualcuno, lo sapevo molto bene, eppure presto o tardi sarebbe stata costretta a fare una scelta.

Ben presto calò il silenzio, e persino Joffrey, ch'era sempre stato molto chiacchierone, si ammutolì, seguendo i suoi due fratelli che mangiavano meccanicamente. Calai lo sguardo sulla coppa di vino, e miliardi di ricordi si insinuarono al di sotto delle mie ciglia, trasportandomi alla notte in cui avevo cenato con Aemond. Nel mio petto si accese un fastidioso bruciore che faticai a zittire: avevo ingannato me stessa, per tutto quel tempo, convinta che lottare per la giusta causa mi avrebbe dato una morte dignitosa. E l'amore che credevo di non aver mai provato per nessuno, in realtà  si era già insinuato sotto la mia pelle. I doveri mi avrebbero sempre tenuta lontana dai miei desideri più reconditi, e prima o poi avrei dovuto ammutolirli per sempre.

"Vostra Grazia.." una guardia risalì bruscamente la scalinata che portava alla sala, fermandosi poi sul ciglio della porta con il respiro affannato. Rhaenyra scattò all'erta insieme a suo marito. "Ser Erryk Cargyll è qui, richiede la vostra presenza. E' sulla riva," A quel punto abbandonammo tutti i nostri piatti, seguendo la Delizia ed il suo consorte, fin giù al bagnasciuga, dove ci attendeva il cavaliere che ci aveva salvate. Ci aveva messo soltanto un giorno di ritardo, e mi sorpresi nell'aver pensato che non ce l'avrebbe fatta. Approdo del Re era stata impestata dai Verdi e i loro sostenitori, d'altronde.

Affondai i piedi con fastidio nella sabbia, cercando di stare al passo di mia madre, e nel frattempo scorsi Ser Erryk togliersi l'elmo. Al suo fianco aveva un pastrano nero, da cui estrasse immediatamente una corona. La corona di Viserys. La porse a Daemon, e si inchinò al cospetto di Rhaenyra con sguardo solenne.

"Giuro di proteggere la Regina con tutte le mie forze. Per lei verserò il mio sangue. Non prenderò moglie, non avrò terre, non sarò padre di figli. Proteggerò i suoi segreti, obbedirò ai suoi comandi. Cavalcherò al suo fianco e difenderò il suo nome ed il suo onore" Poi mi ritrovai a trattenere il fiato, nel momento in cui Daemon posò la corona sul capo di mia madre. E quando si inchinò, proclamò a gran voce: "Mia Regina.."

 Ci prostrammo ai piedi di Rhaenyra, e divenne immediatamente tangibile l'ascesa sanguinosa che ne sarebbe conseguita con quel gesto. Ma non temetti. Avevo fede.

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora