𝟭𝟮. 𝗗𝘂𝗲 𝘀𝗽𝗮𝗱𝗲

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 Nonostante le gote imporporate, mi imposi di non abbassare lo sguardo

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Nonostante le gote imporporate, mi imposi di non abbassare lo sguardo. Ricordavo bene che, quand'ero una bambina, mi ritrovavo spesso a fissarlo da un angolino della stanza. Con ammirazione, stupore ed un pizzico di invidia. Aemond era sempre stato bellissimo. Ma io ero orgogliosa e cocciuta, e difficilmente avrei ammesso quelle parole ad alta voce.

"Il sangue non mente, zio" mi schiarii la gola, ricollegandomi ancora una volta alle sue accuse di illegittimità. Non ero una donna che negava l'ovvio, ma detestavo che mi si sbattesse in faccia con tanta presunzione, camuffandolo insieme ad un insulso complimento. Chissà a quante donne aveva fatto la corte in quel modo, solo per infilarsi tra le loro lenzuola. "Mh" mi fece eco, non abbandonando il mio viso. 

Avanzò qualche passo, e si fermò soltanto quando i nostri nasi si ritrovarono a sfiorarsi. Il suo respiro era caldo, sapeva di vino, e si abbatté sul mio volto. "Non credi sia inappropriato?" sibilai, timorosa che un piccolo movimento brusco da parte mia, avrebbe avuto ripercussioni irreversibili. Egli però scosse il capo. "Daor, Aōha dārōñe" – No, Vostra Grazia

Avvampai alla sua audacia di pronunciare simili parole. Come osava definirmi in quel modo, quando sul Trono di Spade regnava suo padre?

Che desse per scontato l'imminente vittoria di Rhaenyra? Impossibile. Sarebbe stata una lotta dura e cruenta, quella da parte di mia madre per conquistare lo scranno di Viserys.

Allora perché-

"Aemond?" lo strillo soffocato della Regina ci fece sobbalzare, portandoci ad allontanarci. Possibile che non li avessi sentiti arrivare, tanto ero assorta nel magnetismo che mi attraeva a lui?  Realizzai subito che mio zio l'avesse fatto apposta, perché voleva che sua madre ci vedesse!

"Visenya, la tua assenza non è stata gradita" mi punzecchiò Alicent, ora che il Re era accanto a lei. La baldracca sperava che rimproverandomi mi avrebbe messa in cattiva luce con Viserys. Povera illusa. "Speravo di allietare lo zio con la mia compagnia" le risposi impertinente. Le si infiammarono gli occhi all'istante, ma prima che potesse fulminarmi o che, peggio, saltasse in aria lei stessa per la rabbia, Viserys intervenne saggiamente. "Visenya e Aemond condividono il sangue del drago. Sono irrequieti e caotici"

🐉

Quando i festeggiamenti terminarono, mia madre mi informò che saremmo rimasti ad Approdo del Re per un altro paio di settimane, prima di tornare definitivamente a Roccia del Drago. "Il mio obiettivo è cercare di scoprire come si muoveranno d'ora in avanti, i seguaci di Otto Hightower" Rhaenyra incalzò Daemon, il quale annuì impercettibile. Pendeva innamorato dalle sue labbra, e in cuor mio sperai che il futuro mi riservasse un amore passionale quanto il loro. Dopodiché la Delizia si rivolse a me, bonaria, increspando le labbra in un sorriso. "Cerca di non metterti nei guai"

"Non posso prometterlo Madre, ma farò del mio meglio"

Dopo la colazione, pressata dall'impazienza di Jacaerys, lo seguii in cortile per mettere alla prova le sue abilità di spadaccino. "Sei il mio punto di riferimento" confessò timido, e benché mi riempisse il petto d'orgoglio, il pensiero di commettere un passo falso mi terrorizzava a morte. Avevo una responsabilità enorme sulle spalle.

"Nostra madre ripone fiducia in noi, dobbiamo ripagarla come merita" gli porsi la spada, sotto lo sguardo attento di Daemon e Viserys, che affacciati alla balconata, ci osservavano. Non sembravano però riporre molta attenzione, in quanto tra i due si era accesa una certa chiacchierata importante. "Non distrarti Jace"

Così cominciammo a duellare.

🐉

Tutti i muscoli delle braccia dolevano e bruciavano. Mio fratello aveva dato il massimo, si era spinto al limite come una molla, e quando terminammo il duello, non potei fare a meno di sorridergli. Lui non era più il gracile bambino nato un anno dopo di me. Adesso era un uomo.

"L'allenamento è finito Jace, va pure a riposare"

Afferrai la sua spada, e insieme alla mia, mi diressi a riporle da dove le avevo raccattate. C'era odore di pioggia nell'aria, fresco e piacevole, che carezzò la mia pelle sudata. Piegai il collo all'indietro ed inspirai forte. "Jacaerys sembra migliorare" sussultai, e le spade mi scapparono dalle mani, cadendo rovinosamente sul fango umido. Ero stufa di Aemond e delle sue entrate silenziose.

 "Possibile che tu non abbia la decenza di avvisare prima di comparire in questo modo?" 

Come un bambino presuntuoso, colto con le mani nel sacco, lo zio si chinò per raccogliere le armi e rimetterle a posto. "Mi chiedevo se ti andava di passeggiare. Sei l'unica persona con cui risulta piacevole svolgere azioni tanto semplici"

Mi mordicchiai le labbra, colta alla sprovvista. Da una parte non vedevo l'ora di sprofondare nell'acqua calda della vasca, dall'altra però avevo un malsano desiderio di trascorrere più tempo con lui. Volevo saziare quella brama recondita e occulta che mi portavo dietro da quando ero una bambina. 

"Prima che piova, però"

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora