𝟰𝟴. 𝗠𝗼𝗿𝘁𝗲 𝗲 𝗿𝗶𝗻𝗮𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮

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 Aemond fissava un punto indefinito nel vuoto

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Aemond fissava un punto indefinito nel vuoto. Aveva la morte scalfita in faccia e le labbra ancora schiuse dalla confusione. Non si era accorto di me. A differenza sua, io sentivo il sollievo e l'incredulità scorrermi nelle vene come sangue, la testa fischiare come il giorno in cui lo avevo perso. E non seppi per quanto tempo ancora sarei riuscita ad attendere che egli si accorgesse di me.

Dopo aver ripreso controllo del mio corpo, abbandonai il suo capezzale e scattai in piedi come una molla, attirando finalmente la sua attenzione, con lo strisciare della sedia. In un primo momento, quando la sua testa si girò nella mia direzione, non potei che fremere con le mani formicolanti, aspettando una sua reazione.

Poi Aemond, dopo aver messo a fuoco, sgranò l'occhio sano: mi aveva appena riconosciuta. "V-Visenya?" gracchiò infatti. La voce era così roca e debole, che faticavo a credere che fosse la sua. Fu in quel momento che ogni barriera crollò, e le lacrime ricominciarono a scorrere prepotenti sul mio viso. Annuii, con le labbra increspate ed un sorriso abbozzato, mentre goccioline salate oltrepassavano il mio mento fino a cadere nel vuoto. 

"Kessa," replicai ancora, sorridendo tra le lacrime. Il Principe allora fece per sedersi, ma quando si accorse di non avere molto indosso, si bloccò. "Aspetta, ti faccio portare qualcosa-" ma prima che potessi voltarmi, per andare a richiamare Ser Erryk, la mano di Aemond saettò sul mio polso, imprigionandolo tra le sue dita calde. "Daor," mi rispose, mostrandosi vulnerabile e spaventato. "Io..io non capisco," balbettò "Io sono morto," 

Ed era vero. Quello era un dato di fatto. Tuttavia la Sacerdotessa doveva essere davvero speciale, s'era riuscita a riportarlo indietro. Non riuscii ad ignorare quel suo sguardo, e così lo feci. Mi catapultai tra le sue braccia, trattenendomi dal singhiozzare contro il suo petto. In risposta lui mi strinse forte, respirando a pieni polmoni contro il mio collo mentre la sua mano mi reggeva il capo. "Le cose sono più complicate di così, Aemond." bofonchiai sulla sua pelle "Ti spiegherò ogni cosa, ma ti prego, lascia che ti prenda dei vestiti." aggiunsi. 

Il Guercio allora lasciò la presa lentamente e quando ci separammo, tornò a sistemarsi il lenzuolo attorno ai fianchi, facendo dondolare le gambe giù dal tavolo come fanno i bambini. Così, mi diressi all'uscita della camera, dove trovai Ser Erryk ad attendermi, imperturbabile e serio mentre era di guardia alla porta. "Ser," mi annunciai, "Ho bisogno di vestiti da uomo," Erryk obbedì veloce e scaltro,  facendo per allontanarsi, ma qualcosa mi trattenne, come un pugno allo stomaco, dal lasciarlo andare. "Aspetta-"

La guardia a quel punto tornò indietro, dopo aver fatto soltanto pochi passi, chinando il capo. "Si, Vostra Grazia?"

Deglutii, prima di formulare quella frase. Era davvero pronto o stavo correndo troppo?

"Avvisa Maestro Gerardys e digli di portarmi il principino"

🐉

Finalmente vestito, Aemond cominciò a camminare per la stanza con le braccia dietro la schiena, riportando alla mia memoria ricordi che sembravano appartenere ad una vita diversa. "Non so se voglio incontrare questa donna," mi rispose, forse temendo che accadesse ciò che aveva dato inizio a tutto, cioè la magia oscura di Alys Rivers. "Non ti forzerei mai a farlo, ma devi sapere che quella Sacerdotessa ti ha riportato in vita perché il Signore della Luce crede che il tuo destino sia un altro" specificai, udendo il cuore rimbombarmi nelle orecchie, in sincronia con i passi che preannunciavano l'arrivo di Maestro Gerardys.

"La morte è fredda e scomoda" disse storcendo le labbra in una smorfia. Poi i suoi passi si arrestarono quando i lamenti di un bambino si fecero spazio nel corridoio. Sempre più vicini, oltretutto.

Non ero certa di star facendo la cosa giusta, ma Aemond doveva sapere.

"Vostra Grazia," Ser Erryk bussò alla porta, avvisandomi dell'arrivo del Maestro.

"Lasciate che entri" replicai frettolosa, posizionandomi accanto a Aemond, che adesso mi rivolgeva uno sguardo confuso.

Quando Maestro Gerardys entrò nella sala con il bambino tra le braccia, se possibile, il volto del Principe mutò maggiormente. "Il Principe, Vostra Grazia" e con un gesto gentile egli mi porse il bambino, il quale si lasciò andare in un gorgoglio. "Che cosa significa questo?" domandò a quel punto l'argenteo, arretrando di qualche passo. "Lui..lui è-?"

"Baelon," mormorai col fiato mozzato dall'emozione, provocando una risata nel bambino, che mi strinse il cuore. "Nostro figlio, Baelon"


𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora