𝟭𝟲. 𝗚𝗹𝗶 𝗲𝗿𝗲𝗱𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗿𝗮𝗴𝗼

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Il mattino seguente Vaemond Velaryon giunse ad Approdo del Re

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Il mattino seguente Vaemond Velaryon giunse ad Approdo del Re. Si vociferava che avesse ancora qualche fastidio da esporre al Re, in quel momento già abbastanza malato. "Preparatevi, tutti quanti" Rhaenyra fece irruzione nelle camere come una furia e con lo sguardo allarmato. Daemon non era con lei, il che suggeriva avesse qualcosa da sistemare prima di poterci raggiungere, per cui mi alzai dal divanetto e raggiunsi mia madre con preoccupazione. "Cosa succede?"

La Delizia era chiaramente nervosa, e per la prima volta conobbi un altro lato di mia madre che non avevo mai visto. O a dire il vero, che non mi aveva mai mostrato. La paura.

"Vaemond ha richiesto un udienza al Re, per quanto riguarda la successione di tuo fratello Lucerys al trono di legno.." spiegò in fretta, e mio fratello scattò anch'esso in piedi, sistemandosi la zazzera di capelli neri troppo cresciuti. "Madre-" balbettò infatti, ma Rhaenyra lo zittì con un veloce gesto della mano. "Dobbiamo andare, forza"

Perciò di gran carriera, ci dirigemmo tutti verso la sala del Trono. Avevo un pesante magone alla gola, perché sapevo già cosa Vaemond avrebbe esposto a mio nonno. E non mi sarebbe piaciuto. Nel momento in cui entrammo, la prima persona che individuai fu proprio mio zio Aemond. Non lo vedevo da quella sera. Ci scambiammo uno sguardo fugace, poi Viserys tossì, e tutti i presenti si zittirono in un religioso silenzio. Il Re appariva emaciato, la maschera di ottone gli copriva metà del volto, risparmiandoci da una visione poco piacevole.

"Devo ammettere.." cominciò Viserys con voce affaticata "..la mia confusione. Non capisco perché richiedere un altro incontro se le successioni sono state già stabilite.. Tuttavia l'unica presente che potrebbe offrire una visione più acuta della situazione è la principessa Rhaenys." Lucerys e Jacaerys si strinsero al mio fianco, mentre il più piccolo, Joffrey, si nascondeva tra Daemon e Rhaenyra. Ad ogni modo, tutti ci voltammo verso Rhaenys, che dapprima ci guardò alla ricerca di approvazione, e poi avanzò qualche passo avanti pronta a prendere parola. Appariva calma, quasi soddisfatta, e dopo aver lanciato un'occhiataccia a Vaemond, ruppe il silenzio. "Infatti, Vostra Grazia" rispose a gran voce, assicurandosi che tutti la sentissero. "E' sempre stato desiderio di mio marito che Driftmark passasse da Ser Leanor al suo legittimo figlio, Lucerys Velaryon. I suoi pensieri non sono mai cambiati e nemmeno il mio supporto nei suoi confronti."

Notai subito come Otto Hightower e la Regina storsero il naso, le cui mani posavano intrecciate al grembo.

"A dire il vero la Principessa Rhaenyra mi aveva già informata del suo desiderio di far sposare i suoi figli Jace e Luke con le nipoti di Lord Corlys, Baela e Rhaena. Una proposta con la quale concordo." 

"Bene, il problema è risolto" rispose Viserys con ovvietà. "di nuovo" aggiunse. Ammiravo il suo amore nei nostri confronti benché forse una parte del suo cuore ignorasse la verità sulla nostra provenienza. Tuttavia eravamo Targaryen, e questo niente avrebbe potuto cambiarlo. "Riaffermo il Principe Lucerys di Casa Velaryon come erede di Driftmark e del trono di legno, prossimo Lord delle maree." dopo aver terminato la frase, purtroppo, tossì pesantemente, scuotendo le mura fredde di quella sala. Ma Vaemond, ch'era rimasto in silenzio per tutto quel tempo, non riuscì a sopportare l'idea di essere surclassato, perciò fece due passi in avanti, mentre Rhaenys tornava al suo posto.

"Tu infrangi la legge e secoli di tradizione per installare  tua figlia come erede, e osi dirmi chi merita di ereditare il nome Velaryon? No, non lo permetterò." La corte sibilò pesantemente. "Permettere?" ripeté Viserys "Non dimenticare chi sei, Vaemond."

"Quello!" urlò indicando Lucerys, e facendo sobbalzare i miei fratelli. "..Non è un vero Velaryon. E certamente non mio nipote." Il volto ora indurito, suggerì che c'era dell'altro che avrebbe voluto dire, davanti a tutti. "Hai detto abbastanza" intervenne Rhaenyra sconvolta, con le mani che tremavano, ma Viserys prese nuovamente parola in difesa di Luke. "Lucerys è mio legittimo nipote, e tu soltanto il Secondo figlio di Driftmark." 

 "Tu puoi dirigere la tua casata come meglio preferisci, ma non deciderai il futuro della mia. La mia casata è sopravvissuta al Disastro e a migliaia di tribolazioni, e che gli Dei siano dannati.. io non me ne starò fermo davanti a questo..-" Il mio intero corpo si irrigidì. Sotto lo sguardo dei Verdi, che compiaciuti, attendevano il verdetto finale di Vaemond, non potei fare a meno di intervenire. Chiunque avesse osato ferire la mia famiglia sarebbe morta per mano mia. -"Dillo" pronunciai forte e chiara, sfidandolo a chiamarci. Vaemond mi rivolse la sua attenzione, e con determinazione e malvagità, prese la palla al balzo. Egli urlò "I suoi figli..sono bastardi! E lei..è.. una puttana!"

Mi morsi le labbra con forza, fino a farle sanguinare e a ritrovarmi con gli occhi zuppi di lacrime. Non ero offesa in prima persona, tuttavia vedere sul viso dei miei fratelli la vergogna e il dolore, mi strinse le budella in una morsa dolorosissima. Alicent roteò gli occhi al cielo rassegnata. Ma ciò che mi ferì ancor di più in quel momento fu il sorriso di Aemond, quello stesso sorriso che mi aveva rivolto tempo addietro. Che stesse ridendo di mia madre, non mi fu chiaro. Tuttavia era certamente soddisfatto che Lucerys fosse stato esposto come illegittimo considerato il debito che egli aveva con lui, per via del suo occhio.

Viserys si alzò affannato dal trono, afferrando una daga e pronunciando "Avrò la tua lingua per questo" Allo stesso tempo io sfoderai la mia spada, e senza vederci più, accecata dall'ira decapitai Vaemond. Fu questione di mezzo secondo, ed in quella breve razione di tempo, vidi tutto scorrermi davanti a rallentatore. Helaena si portò le mani alle orecchie terrificata; Aegon, Daeron e la Regina, invece, fecero qualche passo indietro.

Aemond, stralunato, spalancò il suo occhio ametista. "Può tenersi la lingua" pronunciai con scherno, ora che metà della testa inzuppava di sangue il centro della sala, mentre mi reggevo alla spada. "Disarmatela!" intervenne Otto. Scossi il capo, e con aria di sfida replicai "Non è necessario" Poi procedetti nel pulire la spada sporca di sangue viscoso sull'abito scuro che indossavo, dirigendomi rapidamente fuori dalla sala del trono.

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"Ma che sorpresa.." mi raggiunse la voce di Aemond, mentre i miei passi continuavano veloci in direzione del Parco degli Dei. Ancora dovevo metabolizzare il fatto che avessi ucciso una persona, per la prima volta nella mia vita. Ma lo avrei rifatto, ovviamente, per la mia famiglia. "Sei venuto a beffeggiarti di me? O vuoi che ti sacrifichi come ho fatto con Vaemond?" arrestai del tutto la mia corsa, rivolgendomi a lui, che adesso si dirigeva verso di me con malizia sul volto.

"Affatto," replicò. "Sono colpito dall'amore che provi per i tuoi fratelli. Li hai protetti a spada tratta, senza esitare un secondo. Benché egli abbia insultato anche te, hai pensato a loro per primi."

"Mh" scossi le spalle con amarezza. "Tu avresti fatto lo stesso" puntualizzai. Ma Aemond ebbe da dissentire. "Magari per Helaena e Daeron. Non per Aegon"

𝐌𝐎𝐎𝐍 𝐃𝐀𝐍𝐂𝐄𝐑 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora