<Allora, calma!> Mi urla Tyler in faccia una volta dentro casa.
<No, non mi calmo! Mi hai seguita come uno psicopatico!> Urlo io di conseguenza.
<L'hai voluto tu! Nessuno può starti intorno.> Esclama.
<E chi l'ha detto?> Chiedo.
<IO!> Risponde.
<Tyler!>
<Mercoledì!>
<Ha ragione Vipera quando dice che dobbiamo parlare da persone civili!> Urla.
<Ok!> Urlo anche io.
Andiamo in cucina e ci sediamo sugli sgabelli dell'isola, uno di fronte all'altro.
<Parla.> Dico.
<Perché devo cominciare io?> Chiede.
<Facciamo una cosa: ci diciamo i nostri difetti in faccia.> Dico io.
<Ok...ehm...sei una stronza!> Mi dice calmo.
<E tu un imbecille!> Mi difendo.
<Smettiamola!> Urla lui.
<Perché?> Chiedo.
<Perché noi non siamo così. Ok? Noi non ci siamo mai detti in faccia certe cose! Non ci siamo mai parlati così!> Risponde.
<E allora che cosa dobbiamo fare?> Chiedo.
<Non...non lo so.>
<Mi dispiace di averti nascosto quella cosa su tua madre...ma non volevo vederti triste.> Ammetto calma.
<E a me dispiace per averti quasi sbranata l'altro giorno...> Continua lui.
Abbiamo abbassato un po' la voce, per qualche secondo.
<Avresti dovuto dirmelo.> Mi dice.
<Ti ho già detto che non volevo vederti ferito...perché io ci penso al tuo benessere, anche se sostieni il contrario.> Ribatto.
<Di solito non fai che dimostrarlo.> Mi fa notare.
<Non credo di farlo.> Dico, per poi continuare:
<Dai tante cose per scontato...tu sai perfettamente che io tengo a te, ma per il tuo stupido orgoglio, non vuoi ammetterlo.> Dico alzando di nuovo la voce.
Rimane in silenzio, mi guarda e basta, poi dice:
<Forse noi non siamo sbagliati come persone...ma siamo sbagliati come coppia.>
Io continuo cominciando a sentire gli occhi pizzicare:
<Quindi mi stai dicendo che non avrei mai dovuto uscire dallo studio della dottoressa Kimbott? Che non sarei mai dovuta andare al Weathervane così non ci saremo mai visti?>
<Io già ti conoscevo Mercoledì...la settimana che ho passato a casa tua quando avevo sette anni. Non sapevo il tuo nome, ma appena ti ho conosciuta dopo tanto tempo, sapevo di averti già vista. Ho seguito il mio cuore e ho fatto quello che credevo giusto, ma ho sbagliato a ripiombare nella tua vita dopo il casino che ho combinato. Ho sbagliato quando ti ho messa incinta, ho sbagliato quando ti ho chiesto di sposarmi, ho sbagliato tutto, ogni cosa. Ho fatto ciò che credevo giusto, ma mi sbagliavo.>
Le sue parole sono come tagli sul cuore.
<Allora se è quello che vuoi, se vuoi allontanarmi dalla tua vita, va bene. Quando ami qualcuno lo lasci andare, mi è stato insegnato questo, ma sbrigati a chiedere i documenti del divorzio perché ho bisogno di lasciarmi tutto questo alle spalle. Ma ti giuro che ti distruggerò in tribunale e prenderò la custodia primaria di Thomas e Evil. Abbiamo il saggio di Vipera tra due settimane, ci andremo. Tu porterai Thomas, io Evil. Ci vedremo li, poi in tribunale.>
<Tu vuoi farlo davvero?> Mi chiede.
<No...ma io non voglio costringerti a rimanere con me.> Rispondo.
<Sicuramente non mi crederai...ma ti amo ancora come se fosse il primo giorno.> Mi dice con gli occhi rossi. Poi io finisco:
<Nonostante questo...siamo comunque riusciti a distruggere la nostra famiglia.>
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Again But Better: It's Happening Again
FanfictionSono passati due anni dal tentato sterminio della famiglia Galpin. Vipera si trova ad affrontare l'ultimo anno della Nevermore prima di partire per il college. Mercoledì e Tyler, sommersi dai pannolini della nuova arrivata, sono in crisi. Il pensier...