Capitolo 49 (Vipera)

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Oggi è il fatidico giovedì. Quel giovedì. Il giorno in cui Mercoledì Addams e Tyler Galpin divorzieranno. Che bello. Sto andando a prendere Thomas da mio padre. Quei due geni dei miei genitori hanno avuto la brillante idea di andare di pomeriggio! Devo tenere Thomas e Evil. Tutti e due!
<Evil, sta buona...> Dico cercando di tranquillizzare la bambina che piange.
<Vuoi darla a me?> Mi chiede Mason al mio fianco quando arriviamo alla porta d'ingresso della vecchia casa di mio padre.
<Tieni...> Gliela porgo.
Suono il campanello e dopo poco, mio padre apre la porta. È elegante. Wow.
<Vipera...>
<Sono venuta a prendere Thomas.> Dico fredda. Mio padre da un'occhiata a Mason che tiene in braccio la bambina.
<Lui sta con me. Abituati.> Dico.
<Riportalo domani mattina.> Mi dice guardando in basso. Ha le occhiaie, non ha dormito.
<Mason!!!.> Arriva Thomas che batte il cinque a Mason. Quando mio padre era in ospedale, Thomas è rimasto con Mason e...hanno fatto...amicizia.
<Ah ecco, saluti lui e non me?> Mi lamento ridacchiando.
<Ciao sorellona. Allora, dove mi portate?> Chiede tutto euforico ma allo stesso tempo abbattuto. Anche per lui è difficile, me ne rendo conto.
<Sali in macchina.> Dico scompigliandoli i capelli.
<Guida piano.> Dice mio padre a Mason rientrando in casa.
<Papà!> Lo chiamo.
<Che c'è?> Chiede seccato.
<Fate la cosa giusta.> Concludo.
Non è di buon umore, tanto che non mi saluta nemmeno, sbatte la porta chiudendosela alle spalle.

*

<Perché dobbiamo andare alla Nevermore?> Chiede Thomas seccato.
<Dove vuoi andare altrimenti? Dalla nonna?> Chiedo.
<No, andiamo a scuola.> Conferma la prima opzione.
<Devi abituarti Thomas, l'anno prossimo ci andrai anche tu.> Consiglia Mason.
Quando entriamo in camera mia, Tessa non c'è. Le ho chiesto di lasciarmi la camera libera per i miei fratelli. È stata molto gentile a lasciarmela. A volte non so che farei senza di lei. È stata la mia unica migliore amica.
<Ho sonno, mi butto nel letto.> Dice Thomas.
<Hai tredici anni, sono le cinque di pomeriggio.> Gli faccio notare.
<Non rompere.> Dice buttandosi nel letto e addormentandosi dopo mezzo secondo.
<Però, che velocità!> Mi fa notare Mason.
<Forse è meglio se faccio dormire anche Evil, così mi metto a studiare.> Dico.
<Che noia!> Sbuffa Mason.
<Vieni, usciamo.> Dico.
Io e Mason usciamo sul balcone fuori la camera sentendo l'aria fresca. Comincio a cullare Evil che piano piano comincia a chiudere gli occhi. Lei non ha la più pallida idea di quello che sta succedendo.
Passano interi minuti. Evil dorme tranquilla, Mason si fuma una sigaretta.
<E' uguale a tuo padre.> Mi dice lui riferendosi a Evil.
<Si?> Chiedo.
<Si. Non mi sembra di piacergli.> Ammette.
<Non ho mai avuto un ragazzo, è normale. È un gelosone allucinante. Sono la sua prima figlia quindi....>
<Mason?> Continuo.
<Si?>
<Dov'è la tua famiglia?> Chiedo. È una domanda che sogno di fargli da tanto tempo, ma in sono sempre tirata indietro. Lui si irrigidisce subito, ma dopo poco comincia a parlare:
<I miei genitori sono morti quando avevo quindici anni in un incidente stradale. Oggi ormai non mi fa più effetto parlarne. Ho una sorella maggiore, Camila. Ha ventiquattro anni. Quando mamma e papà sono morti, lei ha cominciato ad odiarmi. Si è assicurata che la Nevermore fosse pagata per i tre anni successivi, per me. Poi un giorno, è partita per l'Europa. Non la vedo da due anni. Anche lei è un lupo mannaro. Non ho sue notizie da tempo...tanto tempo...ma...ora...ho te.>
<Mason...> Sussurro.
Ad un tratto però, sentiamo un frastuono provenire dall'interno della camera. Dò la bambina a Mason e rientro.
La porta è aperta, e la cosa peggiore è che...Thomas non c'è.
<Thomas! No!> Urlo.
Esco dalla porta e percorro tutto l'edificio di corsa cercando di trovarlo urlando il suo nome. Niente, non c'è traccia di lui. Il cuore mi sta per uscire dalla gola, mi sento mancare l'anima.
Sono fuori dal cancello della scuola, quando la mia schiena sbatte contro qualcuno.
<Vipera! Sono io!> Mi tranquillizza Mason.
<Thomas è sparito. Devo trovarlo.> Urlo.
<E' successo tutto in cinque secondi!> Dice.
<No, no. Devo avvisare i miei genitori.> Dico.
<Allora sali in macchina, andiamo.> Esclama.

Again But Better: It's Happening AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora