Capitolo 60 (Vipera)

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<Pronta?> Mi chiede Mason.
<Pronta.> Dico io di fronte a lui. Sto per entrare nella stanza di mia madre. La vedrò per la prima volta dopo tanto tempo.
Dentro la camera c'è anche mio padre. Che novità vero? Non esce da quella camera neanche se scoppiasse una bomba. Non so se anche mia madre sarebbe rimasta così a lungo se in quel letto ci fosse stato mio padre. Molto probabilmente si. Mason ha detto una cretinata quando ha detto che mia madre mi ama più di qualsiasi cosa al mondo. Perché la persona che ama più di tutti è mio padre. La cosa non mi tocca. Genitori innamorati, vita serena. Ahaha, no. Che la mia famiglia è strana, l'abbiamo capito tutti. Spero che riesca a sopravvivere. Ho paura, tanta. Quei bastardi sono morti, ma mia madre non sarebbe mai dovuta rimanere ferita insieme a loro. Non va bene.
Prendo coraggio ed entro in quella maledetta stanza. Vedo mia madre stesa nel letto, attaccata ad un filo. È pallida, ma sempre bellissima. Mio padre è accanto a lei, mentre gli tiene la mano. La guarda in volto, sperando in un risveglio che non credo arriverà mai. Sono pessimista? Si. Questa cosa l'ho presa da mia madre? Anche. Mi odio? Certo che si.
<Papà.> Lo chiamo.
Lui si volta verso di me e accenna un sorriso.
Mi avvicino al letto sfiorando la coperta con la mano.
<Che hai deciso a svegliarti?> Le chiedo sussurrando.
<Ho una notizia.> Dico alzando il volume della mia voce.
<Quale?> Chiede mio padre continuando a guardare mia madre.
<Sono stata presa alla Julliard.> Rispondo.
Lui si gira verso di me, si congratula, poi si alza e mi abbraccia.
<Sapevo che ce l'avresti fatta.> Mi dice accarezzandomi la guancia.
<Quando ci andrò vorrei che anche la mamma ci fosse.> Ammetto.
<Ci sarà, si sveglierà presto, ok?> Dice cercando di rassicurarmi.
Ma proprio in quel momento, entra un medico.
<Signor Galpin?> Lo chiama.
<Si?> Risponde mio padre.
<So che può essere uno shock, ma...vorrei che lei cominciasse a prendere in considerazione l'idea di staccare la spina. Ormai non c'è niente da fare, sua moglie non migliora, non respira autonomamente e il suo cuore sta cedendo. Sta soffrendo. Deve solo mettere una firma, poi potremo procedere.> Dice quell'uomo.
Io ho una faccia schifata, mio padre sta per tirargli un pugno.
<Dovrete passare sul mio cadavere per staccare quella cazzo di spina! Mi dica...se in quel letto si trovasse sua moglie, lei la staccherebbe?> Gli chiede lui con aria di sfida.
Il medico alza gli occhi, si gira e se ne va.
<Stronzo...> Sussurro.
<Si, è un grandissimo stronzo.> Urla mio padre.
<Che facciamo per farla svegliare?> Mi chiede mio padre.
<Che ne so. Hai provato a schiaffeggiarla?> Chiedo ironica.
<No...si!> Dice lui accennando un sorriso.
Ecco, lo sapevo. Non c'è mai nulla di serio nella famiglia Galpin. Si finisce sempre per ridere anche per le disgrazie. Mio padre ha seriamente schiaffeggiato mia madre cercando di risvegliarla dal coma. La mia era solo una battuta!
<Mamma! Svegliati! È un ordine! Hai tre figli! Sono stata presa all'università dei miei sogni cazzo! Evil è piccola ha bisogno di te! Quel disagiato di tuo marito ti ama più di qualsiasi cosa al mondo! Papà urla "ti amo".> Urlo.
<TI AMO!> Urla lui.
<Ti devi svegliare! Tutti qui abbiamo bisogno di te! Hai appena pubblicato un romanzo. Puoi farti un nome! Non da morta! Sei giovane devi ancora fare tante cose! SVEGLIATI!> Urlo forte.
Sono ad un palmo dal suo volto intubato, quando mio padre dice:
<LA MANO, HA MOSSO LA MANO!>
<Cosa?> Chiedo incredula.
<Continua Vipera! Qualsiasi cosa tu stia facendo.> Mi ordina.
<TI DEVI SVEGLIARE! LA TUA FAMIGLIA HA BISOGNO DI TE! NON PUOI DORMIRE ALL'INFINITO! SVEGLIATI!> Urlo.
Ad un tratto, lei aggrotta la fronte. OH MIO DIO! QUELLE STRONZATE DEI FILM SONO VERE!
<Mercoledì!> Urla papà.
Lei apre gli occhi confusa.
<PER L'AMOR DI DIO!> Urlo.
<Che cazzo è successo? Da quanto dormo? E poi perché ho dei tubi nel naso?> Chiede lei assonnata.
<Chiama un dottore!> Mi dice mio padre.
Lui si fionda su mia madre lasciandole baci ovunque prima di abbracciarla.
<Oh gesù, tutto questo affetto no, per favore.> Si lamenta lei.
Scoppio a ridere e a piangere insieme.
Mi butto su di lei e l'abbraccio.
<Sarei dovuta venire prima.> Dico girandomi verso mio padre.

*

<Mi stai dicendo che tra meno di un anno te ne andrai?> Mi chiede mia madre.
Dopo il suo risveglio inaspettato, tutti i suoi amici sono venuti a trovarla. Le hanno regalato un biglietto con la scritta "BEN TORNATA ROMPI COGLIONI". Devo dire molto originale.
La mamma ha Evil in braccio mentre la strapazza di baci. Io, mio padre e Thomas siamo seduti accanto a lei.
<Si...mi levo dalle palle per sempre.> Dico facendo una faccia triste.
<Pensa che l'anno prossimo Thomas va alla Nevermore e Evil all'asilo. Sarete contenti di rimanere solo dopo 347923746 anni. Eh?> Dico sorridente.
<Certo che si! Non vedi la soddisfazione sulla mia faccia?.> Chiede papà.

*
TRE GIORNI DOPO
<Casa dolce casa.> Commenta Thomas entrando in casa.
<Oddio, non mettevo i piedi a terra da non so quanto tempo.> Dice mia madre.
<Cammina piano.> Dice mio padre.
<Sto bene.> Risponde lei.
Non sembra che sia stata in coma per più di un mese. È più sprint di me.
Sono passati tre giorni dal suo risveglio, siamo finalmente tornati a casa. Siamo stati a cena fuori per "festeggiare". È ora di andare a letto.
<Bene, sto esplodendo, mi vado a coricare. Pensa tu a Evil, Vipera.> Dice Thomas salendo le scale riferendosi a quanto a mangiato questa sera.
<Vado a letto anche io. Tyler, tu vieni con me.> Dice mia madre.
Tappo le orecchie a Evil nel passeggino.
Ho sonno anch'io. Prendo Evil e la porto nella sua camera, poi mi chiudo nella mia, armata di tappi per le orecchie.

Again But Better: It's Happening AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora