<Ho bisogno di caffè.> E' la prima cosa che riesco a dire quando apro gli occhi.
Stanotte ho dormito con Mason. Non pensate male. Ora lui dorme ancora, mentre ha una mano sulla mia gamba. Gliela scosto leggermente cercando di non svegliarlo. Quando mi alzo gli lascio un bacio sui capelli. Piano, esco dalla camera. Non si sente niente, effettivamente sono le sei di mattina. Devo dire che stanotte non ho dormito benissimo...quando mi svegliavo sentivo rumori ambigui.
Sono talmente intontita che invece di aprire la porta del bagno apro la porta della camera dei miei genitori. Li vedo nel letto mentre dormono abbracciati completamente nudi coperti solo dal lenzuolo.
<OH CAZZO MERDA!> Urlo.
Chiudo immediatamente la porta mentre il cuore mi batte come mai prima. Ecco cos'erano quei rumori ambigui!
<Santo dio.> Dico portandomi le mani sulla faccia cercando di rimuovere dalla mia testa la scena che ho visto tre secondi fa.
No ok, calma. Devo comportarmi da persona matura. È una cosa buona? Magari si sono rimessi insieme. O magari si usano a vicenda, il che non è molto buono.
Scendo in cucina, e cerco del caffè. Ne ho bisogno.
Riesco a trovare un pacco intero di cialde.
<Che dio ti benedica.> Dico abbracciando il pacco.
Mi faccio un bel caffè e mi siedo al tavolo da pranzo. Intanto sento Tessa al telefono. La aggiorno su tutto. Ho bisogno di una persona fuori da questa famiglia che sappia ciò che è successo. Mi ha chiesto come sto io, mio fratello, mia sorella, i miei genitori. Le ho detto di accennare l'accaduto a Xavier. Nonostante tutto, deve sapere.
Dopo qualche minuto, sento qualcuno scendere dalle scale. Mi volto, e vedo i miei genitori. Oddio e ora che faccio? Niente, faccio finta di niente.
<Buongiorno.> Dico solo.
<Dormito bene?> Mi chiede mia madre.
<Si...certo. Voi?> Chiedo.
Ed ecco che arriva un'occhiata. Sono proprio anti-sgamo. Intelligentoni.
<Si.> Risponde mio padre.
<Mh...ok. Ho fatto il caffè.> Dico.
<Ottimo.> Commenta mia madre prendendo una tazza.
<Evil?> Chiedo.
<Sta dormendo, la andrà a svegliare Thomas quando si sveglierà lui.> Risponde papà.
Mia madre guarda verso le scale e riesco a vedere sul suo collo un segno rosso. Credo che mio padre si sia accorto che io mi sono accorta di queste...prove.
<E' successo qualcosa?> Chiedo facendo la finta tonta.
<NO!> Rispondo all'unisono.
<Ah..ah...certo...> Dico bevendo il mio caffè senza togliere lo sguardo da loro. SI SONO SEDUTI VICINI! VICINI! Questa è una vittoria.
<WEWE.> Esclama Thomas scendendo le scale insieme a Evil. Lei è proprio buffa quando cammina: è piccolina e sembra una papera. Mi scappa una risata.
<Beh? Hai superato il trauma?> Chiede mia madre sarcastica.
<Si! Quella macchina era comodissima! Ho dormito così ben- che cos'è quel segno?> Chiede ad un tratto Thomas a mia madre. Lei posa subito la mano sul punto interessato, mentre mio padre scoppia a ridere.
Lei si porta le mani sulla faccia, mentre lui, mentre ancora ride, l'avvicina a se per darle un bacio sulla tempia.
Io porto le mani in aria, Evil sbatte i piedi anche se non credo abbia capito e Thomas urla:
<DAJE ROMA!>
<Vipera che cosa hai visto?> Mi chiede mia madre ancora imbarazzata.
<Praticamente tutto.> Dico io ridendo.
<Tanto l'hai fatto anche tu!> Commenta lei.
<COME?> Urla mio padre.
<AHAH IO LO SAPEVO!> Dice mia madre a mio padre alzando il dito medio.
Papà lascia un altro bacio sulle labbra della mamma. Un sorriso si tinge sulle mie labbra.
Dopo qualche attimo, Mason scende le scale salutando tutti. Si siede vicino a me dopo avermi dato un bacio delicato sulle labbra.
<No vi prego, non vi ci mettete anche voi.> Si lamenta Thomas.
<Puoi invitare Chloe qualche volta.> Dice mio padre.
Scoppiamo tutti in una risata che riempie la casa. Dobbiamo solo fermare quel bastardo, poi, potremo finalmente vivere il nostro futuro.
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Again But Better: It's Happening Again
FanfictionSono passati due anni dal tentato sterminio della famiglia Galpin. Vipera si trova ad affrontare l'ultimo anno della Nevermore prima di partire per il college. Mercoledì e Tyler, sommersi dai pannolini della nuova arrivata, sono in crisi. Il pensier...