Capitolo 47 (Vipera)

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Mi ha letteralmente lasciata qui. Nel suo ufficio. Che ingrato. Papà lavora qui da tanti anni ormai, ma non ci sono mai stata per tanto tempo. Mi siedo sulla poltrona dove era seduto lui poco fa. Caspita è comoda. Molto comoda. Metto le gambe sulla scrivania e mi guardo un po' intorno, fino a quando non vedo una foto di mia madre vicino al computer. È una foto bellissima, incorniciata in una cornice nera opaca. Mia madre li avrà avuto circa 20 anni. "Vipera, la cosa importante è il carattere." Mi ripetono continuamente i miei genitori. Ma il carattere un cazzo! Gli avete visti o no i miei genitori? Quando erano giovani erano due fregni della madonna. Quando vengono alla Nevermore e passano tra i corridoi, tutti e dico TUTTI gli studenti gli mangiano con gli occhi. È imbarazzante, in un'altra vita voglio avere dei genitori brutti.
Dopo poco, squilla il telefono fisso di mio padre sulla scrivania.
Forse è per lavoro, fa niente rispondo lo stesso.
<Buongiorno, vorrei parlare con Tyler Galpin.> Riconosco la voce di mia madre. Voglio farle uno scherzetto...cambio la voce facendola più dolce.
<Si, salve buongiorno. Il signor Galpin non c'è, è uscito poco fa...> Ridacchio, poi continuo:
<Lei chi è?>
<Sono sua moglie.> Risponde lei.
<Oh, davvero....Tyler non mi aveva parlato di una moglie...> Continuo.
<CHE COSA!?> Chiede agitata.
<Mamma rilassati, sono io.> Dico tornando normale.
<Vipera?> Chiede lei.
<Si, quella che ti ha quasi fatta morire nel bosco.> Le ricordo.
<Ma che ti salta in mente? Da chi hai preso?> Mi chiede.
<Da te.> Rispondo.
<Dov'è tuo padre? E perché non sei a scuola?> Chiede.
<Volevo parlare con lui, ma abbiamo litigato, per te.> Dico.
<Vipera, non voglio che tu e tuo padre litighiate per questa faccenda.> Continua.
<Lo so, ma è più forte di me. Perché lo stavi cercando?> Chiedo curiosa.
<Volevo chiedergli se per lui andava bene andare in tribunale la settimana prossima.> Mi informa.
<Oh...quindi...> Cerco di dire.
<Si, abbiamo chiesto il divorzio. Ho finito di parlare ora con il mio avvocato di riserva...> Mi dice.
<Di riserva?> Chiedo.
<Il mio avvocato era Tyler ma ora...> Dice,
<Beh si, è chiaro.> Sussurro.
<Gli hai detto della visione?> Chiedo.
<No...non è importante. Se lui non è al corrente, è meglio.> Risponde.
<Mamma...c'entra comunque anche lui...dovresti dirglielo.> Le faccio notare.
<No, non fa niente. Ora io devo uscire, tu torna a scuola ok?>
<Ok.>

*

<Dai Vipera cambia un po'! Sempre questo nero.> Sbotta Tessa.
<Non mi piacciono gli smalti colorati.> Dico.
Tessa mi sta facendo le unghie in camera nostra. È di rito ormai. Di solito me le faceva mamma, ma ora ci vediamo a stento quindi....
<Come stanno i tuoi?> Mi chiede ad un tratto.
<Bene, direi....settimana prossima probabilmente andranno in tribunale per divorziare ma...ok. Ormai mi sono abituata all'idea. Non li vedo insieme come una vera coppia da un mese. Non si abbracciano da un mese, e altro....>
<Ok! Ho capito non voglio avere l'immagine di tua madre in condizioni imbarazzanti.> Dice lei.
<Tessa...> Sussurro scuotendo la testa.
Qualcuno bussa alla porta.
<Chi è?> Chiede lei urlando.
<Sono Ryan!> Risponde.
Merda.
<Di che sono sotto la doccia.> Bisbiglio.
Vado vicino al bagno, così non mi si vede. Tessa apre la porta e dice: <Ciao Ryan, come posso aiutarti?>
<Ciao, cercavo Vipera.>
<Oh, mi dispiace, non puoi parlare con lei.> Dice.
<Perché no?> Chiede lui.
<Perché è sotto la doccia.> Dice Tessa.
<Ah. Posso aspettare qui?> Insiste.
<Non sembra una buona id- Mason!> Esclama Tessa.
Cosa!? Mason?! No, no, no. Non ci voleva proprio.
<E tu che ci fai qui? Sparisci.> Sbotta Mason su Ryan.
<Devo parlare con Vipera.> Risponde lui.
<Tu non ci parli con lei.> Dice Mason prendendolo per la maglietta.
<No, no, lascialo, mettilo giù.> Dico io andandogli incontro.
<Vipera ma che cazzo?> Urla Mason.
<Ho capito, me ne vado. Complimenti.> Dice uscendo dalla stanza.
<No, Mason aspetta.> Lo seguo.
Percorre tutto il corridoio, scende le scale ed esce dall'Ophelia Hall. Lo chiamo urlando come una pazza, ma lui non si gira. È come se non mi sentisse.
<Mason!>
Niente.
<Mason Mine adesso tu mi ascolti!>
<Che vuoi ragazzina? Ho già visto abbastanza!> Mi risponde girandosi verso di me seccato.
<Smettila, siediti.> Gli dico indicando una panchina vicina.
Fa come gli dico, ma non mi guarda.
<Mason, ti giuro su dio che era appena arrivato. Mi cercava, mi sono nascosta perché non volevo parlare con lui. Ero sola con Tessa, mi stava mettendo lo smalto, guarda: è ancora bagnato.> Gli porgo la mano.
Lui passa un dito su un'unghia e gli rimane sulla pelle del pigmento nero. I muscoli del suo viso si rilassano.
<Se si avvicina di nuovo a te, lo ammazzo.> Dice.
Poggio la testa sulla sua spalla.
<Lui non ti piace più vero?> Mi chiede.
<Secondo te?> Dico con una voce dolce sorridendo per poi guardarlo negli occhi.
Accenna un sorriso, poi mi lascia un bacio sulla guancia.
A volte è stronzo, ma sa essere anche il ragazzo più dolce del mondo.

Again But Better: It's Happening AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora