Capitolo 55 (Tyler)

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In questo periodo piove in continuazione. A Jericho la pioggia è una garanzia, ma non ha mai piovuto per un intero mese. Sono appena entrato in macchina. Ho detto a Mercoledì di aspettare sotto il balcone così non si sarebbe bagnata, ma forse parcheggiare così lontano è stata una pessima idea: sono zuppo.
Quando arrivo nel punto in cui ho lasciato Mercoledì, noto che lei non c'è. Strano. Forse sarà entrata dentro per il freddo.
Scendo dalla macchina ed entro nell'edificio. Il problema è che non è nemmeno li. Diavolo sento ancora il suo odore sparso nell'aria. Dove si è cacciata?
Esco di nuovo fuori guardandomi intorno per vedere se si è riparata da qualche altra parte.
Quando abbasso lo sguardo, vedo per terra un anello, un anello argentato.
Mi piego per terra e capisco che è una fede. Guardo cosa c'è scritto dentro, e vedo timbrato il mio nome. Merda, questa è la fede di Mercoledì. Se l'è rimessa quando abbiamo fatto pace, perché ora è per terra? E perché proprio nel punto in cui l'ho lasciata due minuti fa?
James c'entra qualcosa. Quell'uomo non è chi dice di essere.
Cercando di mantenere la calma, entro nell'edificio e mi dirigo subito nell'ufficio di James. Senza neanche bussare, apro la porta e corro verso di lui.
<Ancora lei? Se ne deve andare lo capisce o no?> Mi sbraita addosso.
<Tu! Dove l'hai portata? Parla idiota!> Urlo.
<Ma di chi sta parlando? Si calmi!> Dice cercando di calmarmi.
<Lo sai di chi sto parlando! Mercoledì! Dov'è mia moglie?> Dico sbattendo le mani sulla sua scrivania.
<Ascolti, non lo so. Siete usciti insieme da questo ufficio dieci minuti fa, poi non l'ho più rivista. Non sono uscito da qui per mezzo secondo.> Risponde.
<Fammi vedere i video delle telecamere di sorveglianza! Devo trovarla!> Sbotto.
<Ha per caso un mandato?> Chiede lui, acido.
<No, ma lo avrò.> Dico andandomene.
Esco dall'edificio e sfreccio verso casa. Spalanco la porta e chiamo Mercoledì al telefono. Scatta la segreteria. Non risponde. Le è successo qualcosa, qualcuno l'ha presa!
La prima persona che chiamo al telefono è Vipera. Nonostante io la veda ancora come una bambina, ora è adulta. È riuscita a riportare a casa Thomas senza il mio aiuto. È in gamba e so che lei può aiutarmi.
<Vipera!> La chiamo.
<Papà, che succede? Mi sembri preoccupato!> Risponde lei.
<Tua madre è sparita.> Esclamo.
<Che cosa?> Chiede lei.
<Siamo andati da Jake, James o come cazzo di chiama lui. L'ho lasciata da sola un minuto ed è scomparsa. L'hanno rapita, ne sono sicuro.> Dico velocemente.
<CHE COSA?> Chiede urlando.
<Vai a prendere Thomas da scuola e vieni qui per favore. Chiama la nonna e dille di tenersi Evil per qualche giorno, almeno finché non la troviamo. Non dirle niente! Non voglio farla agitare. Io chiamo mio padre.> Le dico.
<Ok! Dammi qualche minuto e sono da te.> Esclama prima di chiudere la chiamata.
Chiamo velocemente Morticia e con tono calmo le dico di tenersi la bambina visto che io e Mercoledì siamo molto impegnati a lavoro. Stronzate, non vado a lavoro da tre giorni. Mi sono dato malato. Non è colpa mia se l'ennesimo maniaco sta cercando in tutti i modi di sterminare la mia famiglia!
Mi siedo sulla sedia in cucina con la testa tra le mani cercando di respirare. Trasformarmi di fronte ai ragazzi è fuori questione, non è nei piani. Assolutamente no.
Devo respirare.
Passano svariati minuti, poi Vipera arriva a casa insieme a Thomas e Mason. Santo dio questo sta sempre in mezzo!
<Papà.> Thomas mi viene incontro per abbracciarmi.
<Sta tranquillo, la troveremo.> Cerco di rassicurarlo, ma invano.
<Come sai che è stata portata via da quell'istituto?> Mi chiede Vipera.
<C'era la sua fede per terra. È stata portata via subito dopo che Mercoledì ha accusato James di aver ucciso Mia.> Spiego.
<Ha molto senso.> Commenta Mason.
<Ok, manteniamo la calma. Dobbiamo solo scoprire dove la tengono.> Dice Vipera.
<Solo?> Esclama Thomas.
Effettivamente, sarà un impresa. Non conosco bene quel luogo.
<E se l'avessero portata nella discarica dove hanno portato Thomas?> Chiede Vipera.
<Non credo, penso che siano più furbi.> Dice Mason.
Thomas si allontana e va verso l'isola della cucina. Vede la fede di Mercoledì.
<E' della mamma?> Chiede.
<Si, è sua.> Rispondo io.
Thomas la prende in mano, la stringe in un pugno, e dopo circa cinque secondi, inclina la testa all'indietro.
<Oddio un attacco epilettico!> Urla Mason.
<Sta avendo una visone!> Lo informa Vipera.
Thomas non ha visoni da un po'...il suo dono finalmente torna utile. Per un periodo non sapete quanto ho odiato il dono di Mercoledì. È riuscita a sgamarmi con una facilità assoluta vent'anni fa. Questa è magia.
Dopo qualche attimo, Thomas si riprende.
<So dove si trova.>Dice lui.
<E bravo il mio genietto.> Commento.
<Dov'è?> Chiede Vipera.
<E' in un sotterraneo, vicino all'istituto di James. Sta bene, non è ferita, ma dorme...non si muove. Credo l'abbiano sedata.> Risponde il fratello.
<Come si entra in questo sotterraneo?> Chiedo.
<C'è un ingresso che parte dal bosco, ti disegno una piantina.> Dice.
<Non è che tu sia bravissimo a disegnare....> Commenta Vipera.
<Vuoi salvare la mamma oppure no?> Sbotta lui.
<Smettetela di litigare! Thomas, disegna questa piantina, partiamo subito.> Urlo.

Again But Better: It's Happening AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora