Capitolo 25 (Mercoledì)

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<Santo cielo Mercoledì.>
Sono queste le parole che Enid mi ha detto appena mi ha vista disperata sulla soglia di casa sua. Mi ha accolta e abbracciata in casa sua cercando di frenare le mie lacrime. Ha preso Evil e l'ha portata in una camera da letto.
Sono seduta sul divano da venti minuti a fissare il vuoto...il vuoto. Non capisco niente, non so più cosa fare della mia vita. Tyler è stato colui che mi ha concesso di vivere. L'ho conosciuto a quindici anni, e posso dire che da quell'età ho cominciato a vivere. Mi sento come quando mi sono sentita il giorno della luna rossa: quando ho visto Tyler sul lettino fasciato mentre veniva portato in quel penitenziario. Vuota.
Enid si siede sul divano accanto a me e mi fa segno di poggiare la testa sulle sue gambe. Mi accarezza i capelli mentre mi lascio andare ad un pianto disperato come non ho mai fatto nel corso della mia vita.
"I miei figli sono l'unica ragione per la quale mi sveglio la mattina." Balle. Tyler era, è e sarà tutta la mia vita. Lo devo solo a lui se oggi sono viva.
Io non sono stata capace di stargli accanto. Ma infondo sapevo che tutto ciò prima o poi si sarebbe verificato.
Sono pur sempre Mercoledì Addams, anche conosciuta per la ragazza emo, gotica, senza sentimenti che pensa sempre a se stessa.
Non mi sono mai fidata di nessuno, di nessuno. L'unica volta che mi sono fidata di qualcuno ho sbagliato.
<Shh, vedrai che si sistemerà tutto...> Cerca di rassicurarmi la mia migliore amica.
<No, niente si sistemerà...ho perso mio marito e due dei miei figli stasera.> Dico tra le lacrime.
<Tu sei Mercoledì Addams, non ti lasci mai abbattere. Vai alla Nevermore e parla con Vipera...è grande e capirà la situazione.> Cerca di spiegarmi.
Effettivamente è quello che dovrei fare...comportarmi da persona matura: smetterla di deprimermi e sistemare le cose con i miei figli. Nonostante siano le tre del mattino, decido di andare in quella scuola.
Mi alzo, ma ho un giramento di testa. Barcollo e Enid mi sorregge.
<Mercoledì, da quanto non mangi?> Mi chiede preoccupata.
<Ehm, da poco, sto bene, vado e torno.> Dico prima di prendere le chiavi e uscire da casa di Enid per andare alla Nevermore.

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