Again But Better: It's Happening Again

Capitolo 48 (Mercoledì)

<Ok, allora va bene. Da domani il suo libro sarà disponibile in tutte le librerie d'America. Congratulazioni signora Galpin.>
<Addams.> Correggo l'editrice.
<Come vuole lei.> Finisce.
Ho appena venduto il mio romanzo a tutta l'America. È il mio sogno da quando ero ragazzina.
<Buona giornata.> Dico uscendo dallo studio. Porto con me una copia del romanzo che ho firmato. Ho intenzione di portarla a Tyler.
Non mi maledite. Voglio fargli vedere che so vivere anche senza di lui.

*

Tre, due, uno...suono il campanello della sua vecchia casa.
Dopo qualche attimo, la porta di apre.
<Mercoledì.>
<Ciao Tyler.>
<Vieni, entra.> Mi fa spazio per entrare.
Entriamo in casa e ci sediamo al tavolo vicino all'ingresso.
<Come mai questa visita?> Mi chiede confuso.
<Si ehm, volevo chiederti una cosa. Stamattina ho provato a chiamarti in ufficio ma non c'eri, quindi ho pensato di passare.> Dico.
<Cosa...volevi chiedermi?> Chiede.
<Prima...voglio darti una cosa....> Dico prendendo dalla borsa il mio libro autografato.
Prende il libro e guarda la copertina nera. Passa il dito sul mio nome inciso e accenna un sorriso.
<Congratulazioni.> Si limita a dire.
<Ho parlato con il mio avvocato. Giovedì prossimo il giudice può accoglierci in tribunale per firmare i documenti. Volevo sapere se per te va bene, così prenoto la sala.> Dico tutto ad un fiato.
Mi guarda, triste. Non risponde. Poi guarda per terra. Passano due minuti di silenzio.
<Tyler?> Lo chiamo.
<Si?>
<Per te va bene giovedì prossimo?> Chiedo di nuovo.
<Si...va bene.> Dice.
Un peso in meno.
<Ok allora...dò conferma al mio avvocato...> Dico ormai esausta.
Dopo poco dice:
<Non porti la fede...>
<Si beh...ho pensato che sarebbe stato meglio toglierla...> Dico piano.
Mi passo i capelli dietro l'orecchio. La mia camicia nera si allarga leggermente sul collo facendo intravedere i lividi dell'aggressione.
Tyler punta gli occhi sui lividi ancora viola. Non parla, li guarda e basta.
<Che cosa ti ha fatto....> Sussurra come se io non ci fossi. Cavolo lui non vuole fare questa cosa, come non voglio farla io.
Mi stanno salendo le lacrime agli occhi. Cavolo no. Vedo che anche lui sta cominciando a lasciarsi andare. Voglio abbracciarlo, ho bisogno di abbracciarlo.
Mi alzo, mi avvicino verso di lui e allargo le braccia.
Lui mi guarda quando una lacrima amare gli riga la guancia. Si alza anche lui prima di stringermi in un abbraccio. L'ultimo.
Ho le braccia strette intorno alla sua schiena, mentre lui mi circonda le braccia bagnando di lacrime la mia spalla.
Dopo pochi attimi che sembrano infiniti, poggia la sua fronte sulla mia.
<Perché...perché non abbiamo funzionato?> Chiedo io tremolante.
<Mi dispiace Mercoledì. Mi dispiace davvero tanto.> Dice solo.
<Non ti dimenticherai mai di me vero?> Gli chiedo.
<Ricorderò ogni momento, ogni attimo passato insieme. Ricorderò la prima volta che ti ho vista trent'anni fa, ricorderò quando sei apparsa dietro la macchina del caffè al Weathervane, ricorderò quando siamo andati al Rave'n insieme, ricorderò quando siamo andati al nostro primo appuntamento, ricorderò il nostro primo bacio, ricorderò quando sei venuta a trovarmi al penitenziario anche dopo averti cercato di uccidere, ricorderò la nostra prima volta, ricorderò quando hai partorito Vipera, ricorderò quando siamo andati a scegliere la nostra casa, ricorderò quando ti ho chiesto di sposarmi, ricorderò il giorno del nostro matrimonio, ricorderò quando è nato Thomas, ricorderò quando abbiamo perso Poison, ricorderò quando è nata Evil, ricorderò quando abbiamo cominciato a litigare, ricorderò le nostre sedute di coppia, ricorderò che mi hai donato due litri e mezzo di sangue, e mi ricorderò di questo momento, Mercoledì. Se mai dovessi dimenticarmi anche di un solo particolare, mi maledirò, perché sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita.> Dice guardandomi negli occhi.
<Possiamo dirlo un ultima volta?> Chiedo ormai piangendo.
<Ti amo.> Diciamo insieme per l'ultima volta.