Capitolo 59 (Vipera)

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<Aspetta...due secondi...SI, CE L'HAI FATTA!!!> Mi urla Tessa in faccia con il computer in mano.
<SUL SERIO???> Chiedo incredula.
Si schiarisce la voce, poi legge: <Cara signorina Galpin, siamo lieti di informarla che la Julliard University sarà lieta di accoglierla nella classe del 2043.>
Mi metto a saltare e a correre per tutta la stanza. La Julliard mi ha accettata.
Vado a vedere la email e vedo la spunta verde "AMMESSA". Per poco non piango. Sogno da quando ero piccola di andare in una università prestigiosa.
Devo dirlo a mio padre! Sarà contento di pagare un rene al mese per tre anni! Devo dirlo a Mason, a Thomas, a tutti quanti ma...non posso dirlo a mia madre. "Parla con tua madre. Ti sente." Mi dicono i medici.
Col cazzo! E' in coma! Non sono neanche andata a trovarla. L'ultima volta che l'ho vista è stato quando è entrata in sala operatoria. Ricordo solo le urla disperate di mio padre quando il medico gli ha detto che la mamma sarebbe stata in coma per un tempo indefinito e non ci sarebbe stata certezza per un suo risveglio.
Io me la sogno la notte. Ma non in buone condizione...la vedo piena di sangue...squartata. È una sensazione terribile. Non so se si risveglierà. Non so in che condizioni è...e ho paura che mio padre possa pensare che non mi importi. Lui è costantemente in ospedale. Ogni ora che lo chiamo anche solo per chiedergli un'informazione, lui è da lei. Lui è sempre da lei.

*

<Ma bravo il mio mostriciattolo.> Mi dice Mason con la fronte aggrottata guardando lo schermo del mio telefono.
<AMMESSA.> Scandisco.
<So leggere.> Dice.
<E da quando?> Chiedo.
<Ahah, simpatica.> Risponde.
Sono in camera di Mason, è sera tardi. Penso che mi fermerò a dormire qui. Lui non vuole che io me ne vada girando per la scuola da sola a quest'ora. È molto premuroso. Che carino.
Ad un tratto, vedo una notifica dal telefono. Instagram: la Julliard comincia a seguirmi sul mio profilo. Mi scappa un sorriso, ma scompare quando mi focalizzo sullo sfondo del cellulare. Io vicino a mia madre sorridente. Mi tocca ammetterlo, ma probabilmente non passeremo mai più momenti così. Questo mi uccide, non sono stata capace di starle vicino, di proteggerla. È tutta colpa mia. È sempre stata colpa mia. Mio padre, Mason e mio fratello continuano a convincermi del contrario, ma solo io decido di accettare la realtà dei fatti.
<Dovresti andare da lei e dirglielo.> Dice Mason ad un tratto.
<Non mi sente. È attaccata ad un filo.> Rispondo.
<E' vero. È una stronzata "parlare con l'anima", ma per lo meno è una liberazione per te. Non credi? Non ti sente quindi puoi dirle tutto quello che ti pare.> Mi dice.
<Non si sveglierà magicamente come nei film dopo un "ti amo" o quel che l'è.> Dico passandomi la mano sulla fronte.
<Infatti non dovrai dirle "ti amo", puoi dirle anche che è una stronza. Ma almeno le dirai qualcosa.> Dice stendendosi sul letto accanto a me.
<Tu dici che dovrei andare?> Chiedo mordicchiandomi un'unghia.
<Si, lo credo. Starò fuori dalla stanza ad aspettarti. Va bene?> Mi rassicura.
<Va bene.> Dico portando un braccio sotto il cuscino.
<Spero solo di non peggiorare la situazione....> Commento.
<Ad esempio?> Mi chiede.
<Che ne so, farla andare in arresto cardiaco.> Dico.
<Esagerata. È tua madre, ti ama più di quanto lo faccio io.> Esclama lui ad un tratto.
Che ha detto? Scatto in piedi.
<Eh?> Chiedo.
<Si si, l'ho detto. Lo ammetto.> Ammette.
<Che fine ha fatto il "non so fare il fidanzato"?> Chiedo.
<E' andato a farsi fottere.> Risponde.
Mi scappa una risata mischiata ad uno sbadiglio causato dallo studio matto di questa giornata.
Mi stendo di nuovo accanto a lui posando la testa sul suo pezzo.
<Ti amo anch'io se può interessarti.> Dico prima di cadere in un sonno profondo.

Again But Better: It's Happening AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora