Farah
Siamo appena arrivati al mare.
Ma prima, siamo passati da casa a cambiarci, indossando un entrambi i costumi e riempito la borsa mare con asciugami e vari stuzzichini.
La mia idea è quella di farlo staccare un po' da quella sartoria, e di ricavare del tempo per noi, che come coppia ora come ora , ci stiamo perdendo di vista.
Inoltre non mi è piaciuto molto il suo aspetto.
Si sta prosciugando di ogni forza e questo non va bene.
In macchina non abbiamo parlato molto e questo me lo aspettavo, visto che ho creato tensione quando ho deciso di passare due giorni sullo yatch con i miei.
C'era così silenzio, da aver pensato di messaggiare con Edoardo e togliermi la responsabilità in assoluto di quel momento "strano" che si è venuto a creare.
Scendiamo dall'auto e subito prendo la borsa dal sedile posteriore.
Mi avvicino a lui e sorrido appena.
<Sai, mi hai sbloccato un ricordo poco fa> , gli dico, aprendo un discorso per cancellare un po' di tensione accumulata
Intanto porta gli occhiali da sole sul naso e perdo la testa.
Ma è normale perderla per il proprio marito, no?
<Quale ricordo?> , mi risponde
Prendiamo a camminare.
<Quando eravamo fermi al semaforo>
Mi guarda.
Non capisco bene la sua espressione, visto che è coperto gran parte dalle lenti degli occhiali, ma in qualche modo si nota la sua curiosità.
<Al semaforo? Forse mi sfugge in questo momento, ma non mi viene in mente nulla> , ride appena
<Cavolo Can! Non puoi farmi questo! Succedeva spesso> , lo spingo sul braccio, mettendo il finto broncio
<Te lo giuro! Sarà che è un periodo un po' così, ma non ho ricordi ben precisi>
<Davvero hai dimenticato che ogni volta che mi accompagnavi a casa , ci baciavano non appena scattava il semaforo? A volte ci hanno suonato per riprendere la marcia> ,ridoIntanto il sole si fa sentire con tutto se stesso.
È così soffocante l'aria.
Non vedo l'ora di fare un bagno.
<Ah! Ti riferivi a quello> , dice, grattandosi la fronte
Siamo arrivati al bar e pernottiamo un ombrellone con due sdraio.
Can fa tutta procedura e riprendiamo a camminare per raggiungere l'ombrellone numero diciotto.
Intanto ho riflettuto sulla sua risposta.
"Ah, ti riferivi a quello".
Ancora una volta mi tocca litigare con la me interiore.
Come se non accettassi quella risposta.
Ogni volta, vedo le cose diversamente.
Mi aspetto sempre il contrario di quello che avviene tra me e lui.
Magari il ricordo del semaforo può sembrare banale, ma ai tempi ci ha divertito parecchio.
Pensavo non avesse mai rimosso quei momenti che ora come ora mi fanno stare bene.
Lo osservo intanto.
Si libera dalle infradito e si crea nuovamente un codino disordinato.
<Fa caldissimo> , dice a mo'di lamento