ꨄ︎ 𝑄𝑢𝑎𝑟𝑎𝑛𝑡𝑎

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Can

Sono minuti interi che sono piantonato davanti al mio tavolo di lavoro con la conclusione di niente.

Da quando ho lasciato Farah, la mia vita è letteralmente cambiata.

A volte mi sembra di camminare nel vuoto.

Altre volte di sopravvivere.

Ho perso con lei anche la mia ispirazione.

La mente tutto elabora, tranne che idee.

Ho una voglia pazzesca di creare una nuova collezione e lanciarla a sorpresa, sorprendendo così tutti coloro che mi hanno "abbandonato".

Per non parlare di Valentin.

Dopo che gli ho lasciato la pista libera, tutto si è concentrato attorno a lui.

Io purtroppo non sono ben visto.
Hanno avuto da ridere molto su di me, definendomi "poco professionale".

Ma è proprio da qui che ho intenzione di raccogliere tutta la forza necessaria e mostrare loro che si sbagliano.

Che prima di giudicare, bisogna conoscere quella parte della storia.

Mi hanno proposto una conferenza stampa per dare a tutti una spiegazione.

Non per forza quella "sincera", ma qualcosa che possa in qualche modo migliore la mia immagine di sarto.

Giovanni in questo mi sta aiutando molto.

Ha un sacco di conoscenze.

Ma il punto non è "ripartire".

È come "farlo".

Non riesco a disegnare niente da mesi ormai, e se ci riesco, finisce dritto in spazzatura.

L'unico progresso fatto in questi tre mesi è che ho smesso con l'assunzione delle pillole.

All'inizio mi sono aggrappato a loro per respirare.

Ero tipo in apnea e non potevo farne a meno.

Ma l'alcol e il fumo, beh, sono sempre presenti nelle mie giornate.

<Can Yaman! > , è Giovanni, entrato di soppiatto, facendomi prendere uno bello spavento

È alle mie spalle esattamente e le sta stringendo tra le mani .

<Mi hai fatto prendere un colpo Giò!> , lo rimprovero con tono divertito
<Prenderti alla sprovvista è la mia seconda passione>
<Sei un cretino come sempre!>

Intanto cammina nella stanza.

Era la camera degli ospiti un tempo.

Ora non più.

È il mio nuovo laboratorio.

Al centro un manichino vuoto arrivato ieri sera,in attesa di una mia creazione.

Davanti a me, fogli bianchi ,matite e gomma.

<Questo manichino ha un fisico pazzesco! Guarda te che culo!> , glielo tocca, facendomi ridere
<La smetti?>
<Il seno avrei abbondato un attimino, ma ce ne faremo una ragione> , continua

Giro da destra a sinistra sulla sedia girevole, mordicchiando la matita, con risata.

<E la testa? Come mai non c'è?> , aggiunge

Scruta attentamente il manichino.

<Ah già! L'ha persa per me> , ride e io con lui
<Come ti vengono certe battute? Boh>
<Bro, è nata prima il mio umorismo e poi io>
<Me ne sono accorto io.>
<Vieni a fumare con me? Ti devo dire una cosa>

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