ꨄ︎ 𝑉𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑜𝑣𝑒

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Quello che sto vivendo ora è, forse, il periodo piu' nero della mia vita.

Troppe delusioni in pochi giorni ma più di tutte è il tradimento che Farah mi ha rivolto.

Il dolore che provo per questa situazione è simile al lutto che ho vissuto delle persone più care, ma in quel caso una ragione ci si riesce in qualche modo a darsela.

Può essere per via di un incidente.
Può essere per una malattia.
Può essere semplicemente una scelta che viene dall'alto.
In qualche modo impari ad accettarlo ed andare avanti consapevole che a quel finale ci andremo tutti.

Ma il tradimento è così diverso.

È qualcosa che non ti aspetteresti mai.

"Proprio a me?", è la domanda che tutti ci poniamo pensando di essere immuni a questa sofferenza.
"Me lo merito il tradimento?".

Ma nonostante tutte le paure ed ansie, nonostante il divorzio dei miei genitori, sono riuscito a donare tutta la mia fiducia a mia moglie.
Avrei messo una mano sul fuoco per lei.
Ho seriamente creduto che Farah non mi avrebbe mai tradito, nemmeno sotto tortura.

Ed è questo il colpo più grande.
È così grande perché l'ha fatto l'unica persona che mai avresti pensato.

Ciò che provo però si sta rivelando più traumatizzante di quello che ho sempre immaginato.

Farah in qualche modo era la mia "certezza".

Se sono riuscito a sopravvivere a tutto quello che mi ha causato mio padre, lo devo sicuramente a lei.

Non alla Farah traditrice.
Alla Farah "moglie".

Ora che ho lasciato casa, mi sento come se inseguito da demoni che mi hanno portato via ogni punto di riferimento.

È da quando sono nato che non è ho mai uno.

Prima mia madre e mio padre.

Ora mia moglie.

Ti portano in alto e all'improvviso ti lasciano cadere senza darti nemmeno il modo di aprire il paracadute.

Sono giorni interi che dormo poco.
Che ho sempre il battito in gola alterato.
Che non mangio pasti completi.
Ho perso qualche chilo e sto trascurando persino lo sport.

Freno di colpo la macchina quando la macchina di fronte mi suona con prepotenza per la mia disattenzione.
Stavo marciando quasi sull'altra corsia e avrei potuto seriamente tamponare se non mi avesse ripreso con il clacson.

Troppi pensieri mi stanno annebbiando la mente.

Accosto la macchina e accendo le quattro frecce per segnalare una sosta temporanea.

Poggio la fronte sul volante e chiudo gli occhi.

Porto una mano sul petto e comprimo quella parte che tanto brucia.

Brucia dal dolore.

"Perché l'hai fatto!" penso e una stupida lacrima scende lungo la guancia

Non sono così bravo a piangere, non l'ho mai fatto.

Sento il petto indurirsi e la voglia di piangere sempre più forte.

𝒫𝓇𝓇 𝒮ℯ𝓂𝓅𝓇ℯDove le storie prendono vita. Scoprilo ora