Quel pomeriggio scoprii un sacco di cose sulla famiglia di Kenan.
Erika mi raccontò che lei era la sorella più piccola di 10 anni della mamma di Kenan e che sapeva così bene l'italiano perché viveva ormai qui in Italia da una decina di anni, nonostante fosse tedesca.
Poi Kenan mi raccontò della sua infanzia abbastanza turbolenta, in cui gli unici a credere in lui erano proprio i suoi genitori e sua zia. Per lui esisteva solo il calcio, la scuola andava in secondo piano, ma molti dei suoi parenti lo giudicavano proprio per questo.
E ora che sta diventando un calciatore conosciuto in tutta Europa e probabilmente molto presto in tutto il mondo, gli stessi che lo hanno criticato tutti questi anni lo cercano e fanno di tutto per farsi perdonare.
Ma lui ha deciso di escluderli dalla sua vita per pensare solo al suo benessere, come giusto che sia. Uno come Kenan non ha bisogno di queste persone che in qualche modo intralciano il suo percorso...
-è stato un piacere conoscerti cara, spero di rivederti al più presto!- mi salutò la zia di Kenan prima di scendere dalla macchina.
Mentre Kenan mi riportò a casa, Erika si fece lasciare davanti alla stazione del treno, dato che lei abitava a Milano ed era venuta per fare una sorpresa al suo nipotino a cui tanto era legata.
Si erano fatte le 20, stavo scendendo dalla macchina per poi andare a salutare Kenan al finestrino, fino a quando sentii la notifica di un messaggio
Fede- Gaia guarda che sono fuori con Luci e tornerò tardi
Gli angoli della bocca si sollevarono d'istinto, prima di voltare il telefono per far leggere quel messaggio a Kenan che mi guardò subito divertito, stavamo pensando entrambi alla stessa cosa.
-mi accompagni su?- gli chiesi
-come potrei mai dirti di no- disse chiudendo la portiera della macchina.
Mentre eravamo in ascensore mantenemmo il contatto visivo, i nostri sguardi si intrecciavano senza bisogno di parole, trasmettendo emozioni che le nostre bocche non avrebbero mai potuto esprimere.
Era come se i suoi occhi cerulei fossero un libro aperto, e ogni volta che ci perdevo lo sguardo, mi ritrovavo a interpretare una nuova storia, una storia che amavo leggere e rileggere senza fine.
E quando finalmente l'ascensore si aprì, le mie mani tremavano ancora mentre cercavo di inserire la chiave nella serratura della porta. Quegli sguardi intensi avevano scosso ogni fibra del mio essere, lasciandomi ancora sotto l'effetto del loro impatto.
-sono stato io?- mi chiese una volta entrati in casa. Sorrideva, con il suo sguardo beffardo
-a far cosa?- gli chiesi togliendo il giubbotto
-le ho viste le mani, tremavano- rispose.
Mi voltai senza far notare il sorrisetto che non riuscii ad ignorare. Non gli risposi, ma sentii la sua presenza farsi sempre più vicina, fino a quando le sua labbra raggiunsero il mio collo.
Lasciò baci umidi, per poi soffermarsi al mio orecchio -sarei in grado di far tremare anche altro-
Sentii quel calore espandersi in tutto il corpo, mentre una scossa elettrica mi percorreva la schiena paralizzandomi -ah si?- lo provocai.
Ora eravamo faccia a faccia. I suoi occhi nei miei,
le nostre labbra sempre più vicine e i respiri che piano piano si facevano affannosi.-mi stai sfidando per caso?- mi chiese fissando le mie labbra
-certo-
A quel punto non riuscimmo a fermare quella voglia insaziabile che era spiccata dal momento in cui gli avevo mostrato il messaggio di mio fratello.
Mi sollevò da terra permettendomi di avvolgere le gambe al suo bacino, mentre mi reggevo avvinghiata al suo collo. Il rumore dello schiocco dei nostri baci riecheggiava nel corridoio che portava alla mia cameretta.
Si sedette sull'orlo del letto mantenendomi in braccio, così mi ritrovai a cavalcioni su di lui. Senza che me ne accorgessi, iniziai a muovermi strusciandomi su di lui.
-cazzo- sussurrò quasi fuori controllo.
Sentivo il bisogno urgente di sentire il suo corpo contro il mio, di fondersi con il suo in un'unione totale. Le sue mani mi afferravano con fermezza, come se volesse impedirmi di allontanarmi, ma anche lui sembrava incapace di resistere al richiamo della passione.
L'atmosfera si faceva sempre più tesa, ma qualcosa la ruppe immediatamente. Qualcuno bussò alla porta facendomi sobbalzare.
-Gaia apri siamo tornati- la voce di Federico mi risuonò nelle orecchie, nel frattempo sentii Kenan irrigidirsi sotto di me.
Panico totale.
-non dovevi mica tornare tardi?- dissi cercando di mascherare il turbamento nella mia voce
-cambio di programma, ma scusa, che problema c'è?- a quel punto mi staccai da Kenan che spalancò gli occhi nel vedere la porta aprirsi.
Non mi aspettai quella reazione da Federico...
SPAZIO AUTRICE
Forse devo smetterla di pubblicare così tardi...Che reazione avrà avuto Federico? Negativa o positiva?
Vedremo, lasciate una stellina❤️💫
STAI LEGGENDO
My starboy|| Kenan Yildiz
Fanfiction"L'amore è come una partita di calcio: ci sono momenti di gioia e trionfo, ma anche momenti di tensione e sconfitta. Ma con Kenan al mio fianco, sapevo di essere pronta per ogni partita." Non sempre il primo amore si rivela la tua anima gemella. Ep...