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Era passato un giorno esatto.

Ma nessuna chiamata, nessun messaggio da parte sua.

Federico mi aveva spiegato che ieri se ne era andato senza dire niente, ma che agli allenamenti gli aveva spiegato che avevamo semplicemente discusso, senza però dirne la causa, per fortuna.

Ma ora, perché non si faceva sentire?

Non lo avrei nemmeno potuto vedere alla partita, perché avevo rifiutato di fare la trasferta con loro per la partita contro il Bologna.

E stasera mi sarei limitata a guardarlo giocare da uno schermo, con i sensi di colpa che mi avrebbero lacerato l'anima. Per averlo fatto stare in pensiero, e non essermi confidata.

Fede voleva a tutti i costi che io e Lucia venissimo, ma io non ero dell'umore adatto. Proprio per questo, chicco si era accontentato di Lucia e mi aveva permesso di stare a casa da sola.

Ora mi stavo preparando la cena, con in sottofondo le mie solite musiche depresse, che ormai mi accompagnavano da qualche ora.

Kenan
Sul treno, non avevo spiccicato parola con nessuno. Desideravo tanto parlare con lei, ma il telefono non mi aveva mostrato una notifica nemmeno una volta.

Avrei voluto scusarmi con Gaia, e ammettere che forse avevo esagerato, ma qualcosa faceva in modo che io mi aspettassi delle scuse e una spiegazione da parte sua.

Qualcuno mi affiancò, ma non mi voltai a guardare chi fosse -hey, tutto ok? Non hai più la lingua?- mi chiese. Allora io mi girai subito stranito verso di lui

-certo che ce l'ho la lingua- la tirai fuori, e solo in quel momento mi accorsi che fosse Andrea -perché me lo chiedi?- chiesi sempre più confuso -sei impazzito?-

Lui scoppiò a ridere, e io non ci stavo capendo più niente. Prima mi chiede se ho ancora la lingua e poi ride?

Forse si è accorto della cazzata che ha detto...

-è un modo di dire in italiano, per dire che non parli- disse tra le risate.

A quel punto finalmente divenne tutto più chiaro, così mi scappò una risatina perfino a me.

-quindi? Perché non parli? Hai litigato con Gaia? Vedo che non c'è..- mi chiese. Quando pronunciò il suo nome, un brivido mi percorse la schiena.

-abbiamo solo discusso- risposi freddamente

-e perché qualcosa mi dice che non vi parlate da quando avete discusso?- mi girai di scatto

-ma che sei un sensitivo?- gli chiesi stupito, come aveva fatto?

-non ci vuole tanto a capirlo... quando non parli è perché non stai parlando più con Gaia e ciò significa che ci hai litigato- disse poi.

Ok, forse era vero, ma perfino io non me ne ero mai accorto.

-chi ha torto?- mi chiese diretto. Prima lo guardai,
poi abbassai lo sguardo

-forse ho esagerato io- ammisi, con voce bassa

-allora scrivile, chiamala- disse subito

-no, non mi risponderebbe- risposi, tornando con lo sguardo puntato verso il finestrino

-sicuro?- mi chiese, io mi limitai ad annuire con la testa -allora fai qualcosa che possa farti perdonare-
fece spallucce, stava per dire altro, ma a me venne un'illuminazione, così lo interruppi

-ho un'idea-

Gaia
Non appena ebbi terminato di gustare un piatto di pasta al pesto, fui pronta per godermi quei 90 minuti, che sapevo avrei passato interamente nel cercare con gli occhi una sola persona.

Volevo davvero guardarla la partita, ma i miei occhi ogni volta erano calamitati alla sua figura.

Prima di buttarmi a peso morto sul divano, lavai le poche cose che avevo utilizzato. Nel riporre la forchetta dentro il cassetto, mi soffermati sul calendario.

Dopodomani era la vigilia di natale, e nemmeno me ne ero accorta.

Il clima natalizio dove se ne era andato?

Forse ero stata un po' troppo influenzata da quella magnifica e fin troppo calda vacanza alle Maldive, che ora non percepivo nemmeno in che periodo dell'anno ci trovassimo.

Ed ecco che la lancetta puntò le 20:28 precise. Nemmeno sapevo la formazione, quindi non avevo idea se a partire fosse stato mio fratello o Kenan.

Quando puntai gli occhi sullo schermo della tv, iniziarono ad entrare i giocatori che tenevano per mano i bambini con la maglietta della squadra avversaria.

Vidi il capitano danilo, dietro di lui rabiot, seguito da bremer, poi vlahovic, cambiaso, e i miei occhi si illuminarono.

C'era lui, sarebbe partito titolare lui.

Quando le due squadre si posizionarono pronte al fischio d'inizio, lessi sulla maglia il suo bel numero sottostante al suo cognome e istintivamente sorrisi quando gli fecero un bel primo piano.

Fissavo la tv con gli occhi a cuore, sempre in cerca dell'unico che ogni volta tirava le maniche fino alle mani, al contrario degli altri giocatori che si limitavano a indossare le maniche lunghe fino ai polsi.

Mi strinsi nelle coperte e cercai di concentrarmi sulla partita in sé, nonostante sperassi con tutta me stessa che a segnare fosse proprio lui.


SPAZIO AUTRICE
Non odiatemi, ma scoprirete l'idea di Kenan nel prossimo capitolo...

Secondo voi di cosa si tratta?

Nel frattempo lasciate una stellina! Purtroppo vi anticipo che domani non credo di riuscire ad aggiornare, quindi in caso ci vediamo venerdì❤️💫

My starboy|| Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora