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Kenan

Tolsi le cuffiette dalle orecchie quando mi accorsi che ormai l'aereo era atterrato.

Di fianco a me, una gentile signora mi sorrise quando puntai gli occhi sulla sua figura. Dai suoi lineamenti, capii fosse Tedesca, così le parlai nella nostra lingua.

-Siamo arrivati?- chiesi cercando di spiare dal finestrino

-Si, ora ci faranno scendere- rispose lei cortesemente in tedesco, confermando la mia tesi.

Finì giusto in tempo di parlare che il pilota ci diede il via libera, permettendoci di scendere.

Presi l'unico bagaglio a mano che avevo riposto al di sopra del mio sedile, e uscii da solo da quell'aereo.

Il clima non era troppo freddo. Non eravamo in Italia, ma non faceva così freddo rispetto a quanto in realtà mi aspettassi. Infatti, nonostante fossi con la manica corta, non sentivo il bisogno di coprirmi con qualche giacca o una semplice felpa.

Mi avviai subito alla ricerca di un taxi. Qualcuno mi riconobbe, ma non mi ritirai a nessuna richiesta di foto o autografo.

Poi, finalmente trovai un taxi disponibile. Caricai la valigia e salii in macchina sospirando. Il tassista mi guardò dallo specchietto, rimanendo stupito, segno che anche lui probabilmente mi avesse riconosciuto.

Nonostante fosse passato praticamente un anno, dovevo ancora abituarmi a tutte queste attenzioni.

Ero sempre stato un tipo silenzioso che passava inosservato, mentre ora, ogni dove mi giravo c'era qualcuno che mi faceva sentire importante.

E questo non poteva che non farmi sorridere il cuore.

Quando raggiunsi il portone di casa, riconobbi subito l'inconfondibile voce di mia mamma che parlava al telefono con qualcuno.

Suonai, impaziente di poter finalmente riabbracciare i miei genitori, coloro che mi avevano sostenuto fin dal giorno zero.

"oh, forse è arrivato il mio amore, ti lascio, un bacio" pronunciò mia mamma in tedesco al telefono e, subito dopo, la porta si spalancò facendo spazio proprio a lei.

Senza che dicessi niente lei si avventò su di me, stringendomi in un caloroso abbraccio. Poi prese tra le mani il mio viso e iniziò a riempirmi le guance di baci.

-Tesoro mio! Come mi sei mancato!- mi disse, ancora tra le mie braccia

-anche tu, mamma- la strinsi ancora di più.

Quando entrai dentro casa, scorsi subito la figura di mio padre che fu meno spietato rispetto a mia mamma.

Infatti lui mi sorrise e a passi lenti si avvicinò a me per lasciarmi un abbraccio paterno -oğlum come stai?-

-bene bene baba- sorrisi, pizzicandogli la guancia.

Non potrò mai dimenticare tutti i sacrifici fatti da lui per assistere alle mie partite dopo ore di lavoro, con gli occhi pesanti e le mani distrutte.

Gaia

Io, mio fratello e Lucia stavamo pranzando, ma dentro la mia testa regnava il silenzio.

Loro parlavano, probabilmente rivolgendosi anche a me, ma io ero concentrata sul mio pensiero fisso, che mi tormentava da qualche ora, Kenan.

Ritornai alla realtà solo quando sentii pronunciare il mio nome da Chicco, che sembrò richiamarmi quasi spazientito -Gaia? Hai capito?- disse, masticando

-non si parla mentre si mangia- dissi solamente, ancora con lo sguardo perso nel vuoto

-ma che hai?- inghiottì -dai su, Kenan tornerà tra una settimana... non dirmi che sarai tutti i giorni così fino al suo ritorno eh- mi disse.

A quel punto lo fulminai con lo sguardo e, cambiando discorso gli chiesi a che cosa si stava riferendo quando mi aveva chiesto se avessi capito -che stavi dicendo prima?- chiesi

-stasera, c'è una cena per il ritorno di huijsen e soulè, vuoi venire?- disse allora, ritornando a mangiare.

Mi guardò masticando, attendendo la mia risposta. Solo dopo qualche secondo risposi.

-mh va bene- accettai la proposta, nonostante sapessi che senza di lui la serata sarebbe stata abbastanza noiosa.

Certo, con gli altri avevo un rapporto fraterno e mi facevano sempre morire dal ridere, ma con lui era tutto diverso.

Ragionai, pensando al fatto che Dean non lo vedevo da gennaio, mentre Matias da agosto, nonostante con lui non avessi stretto molto e probabilmente ora avevo perso la poca confidenza che ci eravamo dati.

Finimmo di mangiare, aiutai a sparecchiare e mi rifugiai in camera per chiamare il mio amato Kenan.

-pensavano ci fossi pure tu, volevano vederti- mi disse kenan dall'altra parte del telefono.

-anche io voglio conoscerli- risposi, poggiando il telefono sulla scrivania dato che eravamo in videochiamata

-li farò venire in italia quest'estate allora- disse, facendo spallucce e mostrando il suo solito sorriso fantastico -che fai oggi?- mi chiese poi

-stasera sono a cena con la squadra- dissi -tornano huijsen e soulè- terminai

-nooo, volevo vederli- esclamò kenan con un tono talmente alto che mi fece sobbalzare

-guarda se vuoi ti chiamo e te li faccio salutare- dissi ridendo

-non mi dispiacerebbe- rise anche lui.

Continuammo a parlare per quasi due ore, che passarono in un batter d'occhio.

Si sa, quando ti diverti il tempo passa velocemente, ma quando sei con la persona che ami i minuti diventano millesimi di secondi...

SPAZIO AUTRICE
Perdonatemi di nuovo per l'assenza!

Nel prossimo capitolo capiremo se effettivamente Gaia riuscirà a divertirsi durante la cena anche senza il suo caro Kenan...

Vi aspetto domani alle 22:30 con il capitolo, lasciate una stellina come sempre, vi amo❤️💫

My starboy|| Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora