Kenan
All'ennesima chiamata senza risposta, mi arresi del tutto.Strinsi il cuscino alla testa, isolandomi per un momento dal mondo esterno. Mi girai nel letto sospirando, per poi fissare il soffitto.
Portai le dita al viso, massaggiando gli occhi che erano ancora gonfi. Poi lentamente le dita scesero alle labbra, che continuavo a torturare da ieri sera.
Erano piene di vesciche causate da me stesso, dalla mia rabbia, dal mio disgusto. Ogni volta che ripensavo all'atto compiuto ieri sera, sentivo ribrezzo e quasi rischiavo di vomitare.
Proprio per questo, corsi per la quarta volta in una sola giornata a lavarmi la bocca, i denti e il viso. Non sopportavo sentire addosso ancora quelle labbra che non erano le sue.
Una volta asciugato il viso e strofinato per bene l'asciugamano sulle labbra, irritando ulteriormente la zona, mi osservai allo specchio.
Il mio volto non era lo stesso. Era spento, come se avesse un filtro grigio al di sopra. Non ero in me.
"che hai Ken? Non ti vedo bene oggi"
Quelle furono le parole che mi fecero improvvisamente testimoniare tutto a Federico. Non riuscivo a tenermelo dentro, e tantomeno sarei riuscito a fingere.
Lui però, mi aveva detto di non dire nulla a Gaia, perché tanto lo sarebbe venuta a sapere molto presto, proprio come alla fine accadde.
Ora però l'unica cosa che desideravo era vederla,
parlarci e ritornare come prima, come prima che rovinassi tutto.Così mi feci comandare dal cuore, senza dare conto alle conseguenze.
Gaia
Tirai un sospiro di sollievo quando riuscii a chiudere la valigia, dopo svariati tentativi non andati a buon fine.Per soli due giorni, forse ho esagerato...
Mi alzai in piedi, finalmente non più ripiegata in qualche strana posizione sulla valigia per permettere di chiuderla.
Cadde un'altra lacrima, quando mi soffermai su una foto di Kenan appesa tra i mille poster della juve.
Sobbalzai quando qualcuno bussò alla porta, nonostante fosse aperta.
-tesoro- mi richiamò Lucia, con il suo tono dolce -sono arrivati, mamma e papà, ti stanno aspettando sotto- disse poi, appoggiando una spalla sullo stipite della porta e incrociando le gambe.
Sorrisi solamente, ignorando le lacrime che non cessavano di scendere.
Mi asciugai il viso una volta per tutte, facendo un sorriso forzato, che però non sarebbe stato in grado di mascherare totalmente il mio stato d'animo.
-ti aiuto- intervenne Fede notandomi in difficoltà con la valigia.
La prese agilmente e la trasportò con facilità per tutte le scale, fino ad arrivare direttamente davanti alla porta.
Una volta pronta del tutto, Lucia venne a sistemarmi la giacca. In quel gesto, mi sentii come la sua sorellina minore, cosa che mi fece scaldare il cuore nonostante fosse ridotto in mille pezzi.
Mi lasciò un lieve bacio sulla guancia -rilassati Gaietta, so che è difficile, ma ne hai bisogno, quindi provaci- mi sorrise guardandomi dritta negli occhi, trovai solo rassicurazione nel suo sguardo.
Quando salutai anche mio fratello che aveva già pensato a caricare la valigia in macchina, uscii finalmente dal portone di casa.
Mi sentii improvvisamente più libera, all'aria aperta.
Il mio cuore però smise di battere quando in lontananza vidi una figura che avrei riconosciuto tra mille.
Trattenni le lacrime, non potevo farmi vedere in quelle condizioni dai miei genitori, nonostante a pochi metri da me ci fosse Kenan, che manteneva un mazzo di fiori, probabilmente destinati a me.
Nonostante fossimo lontani, percepivo le sue sensazioni e vedevo i suoi occhi gonfi, proprio come i miei.
Credeva che l'avrei perdonato così facilmente?
Eppure una parte di me voleva correre da lui, abbracciarlo e inalare il profumo di rose, mischiato a quello dei tulipani. Ma sapevo che sarebbe stato meglio per me entrare in macchina e far finta di nulla.
Notai che quando si accorse che lo avevo appena ignorato, portò le braccia lungo i fianchi, disperato, mantenendo a mala pena il mazzo di fiori.
I nostri occhi si incontrarono per un momento, ma quell'attimo bastò per far scatenare dentro di me emozioni assurde.
Mi sentii improvvisamente più debole e iniziò a vorticarmi la testa, mi reggevo a mala pena in piedi.
Il suono della portiera che sbattè non appena la chiusi, mi fece però ritornare lucida.
Cercai di ignorare quella sensazione al petto, salutando i miei genitori che erano entusiasti nel vedermi.
Quando la macchina partì, mi girai istintivamente per vedere se lui fosse ancora lì.
E ammetto che vederlo guardarmi con quello sguardo di pura tristezza e pentimento, fece ritornare a battere il mio cuore pieno di crepe.
SPAZIO AUTRICE
Cosa succederà in questi due giorni? Chissà se Gaia riesce a perdonare Kenan...Nel frattempo come sempre lasciate una stellina❤️💫
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My starboy|| Kenan Yildiz
Fanfiction"L'amore è come una partita di calcio: ci sono momenti di gioia e trionfo, ma anche momenti di tensione e sconfitta. Ma con Kenan al mio fianco, sapevo di essere pronta per ogni partita." Non sempre il primo amore si rivela la tua anima gemella. Ep...