72.

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Kenan

Mi guardai intorno, cercando l'ultima cosa sulla lista della spesa che mia mamma mi aveva dato.

Le corsie del supermercato erano un labirinto di colori e prodotti che sembravano allungarsi all'infinito.

Sbuffai, stanco di vagare senza meta, mentre le luci al neon creavano un riflesso fastidioso sugli scaffali.

Beh, diciamo che mia mamma non perde mai l'occasione di approfittare della mia presenza ogni volta che torno qui a casa in Germania...

Finalmente, qualcosa attirò la mia attenzione: il profumo inconfondibile del pane fresco.

I miei occhi si illuminarono quando vidi il bancone in lontananza, con le pagnotte appena sfornate e impacchettate.

Afferrai il carrello e cercai di raggiungere a passo svelto il pane, cercando di concludere quella missione che sembrava interminabile.

Sporsi appena la mano, stavo per afferrare il pacchetto, quando una mano femminile sfiorò la mia.

Alzai lo sguardo, sorpreso, e i miei occhi incontrarono quelli dell'ultima persona che avrei voluto vedere.

Con un gesto fugace mi scansai, mentre quella ragazza mi guardò da testa a piedi, accennando un sorriso sarcastico che mi fece innervosire ulteriormente

-Chi si rivede- disse lei

-Che cazzo ci fai qui Mila? Ora mi segui pure?- dissi alterato, mentre lei ripose il pacchetto di pane nel suo carrello

-cosa ci fai tu qui, non dovresti essere a Torino con la tua cara fidanzatina?- ribatté con un tono tagliente.

Alzai un sopracciglio, cercando di mantenere la calma nonostante mi stesse facendo ribollire la rabbia nelle vene.

-Non sono affari tuoi- risposi freddamente -e comunque, non deve interessarti a prescindere-

Mila mi osservò con un'espressione beffarda -Oh, Kenan, sempre così suscettibile- disse con un tono di disprezzo -mi sorprendo come quella ragazzina riesca ancora a sopportarti-

Strinsi le mani sui manici del carrello, mentre sentii il sangue pulsare nelle tempie -Gaia non c'entra niente con te, non provare a metterla di nuovo in mezzo- dissi

Lei rise nuovamente, avvicinandosi a me -Mi stai sfidando?- ridacchiò -ricordi chi ha vinto l'ultima volta?- tirò il laccio della mia felpa, cercando di provocarmi.

Le diedi una leggera spinta, che fu sufficiente per farla allontanare da me -hai ottenuto quello che volevi- mi avvicinai al suo carrello -ora lasciami in pace- presi la pagnotta, lanciandola dentro il mio carrello, poi, sotto il suo sguardo, mi incamminai verso la cassa.

Non mi guardai indietro nemmeno una volta, quella perfida ragazza doveva smetterla di manipolarmi a suo piacere.

Sapevo di cosa fosse capace, quindi dovevo starle il più lontano possibile.

Una volta fuori dal supermercato caricai le borse nella macchina e mi diressi verso casa, cercando di scrollarmi di dosso il ricordo di Mila così vicina a me.

Dopo qualche minuto arrivai a casa giusto in tempo, mezz'ora prima che arrivasse mia zia Erika.

-Ecco la spesa- mostrai le buste a mia mamma, che mi raggiunse per poter sistemare tutti i prodotti.

Feci un cenno di saluto a mio padre e mi rifugiai in camera per potermi sentire con Gaia.

Mi rispose subito alla videochiamata, mostrandomi indubbiamente quel suo sorriso luminoso, capace di svoltarmi l'andamento della giornata.

My starboy|| Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora