🌙LEANA

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Un rumore in salone, dei passi all'entrata. Una vita fa bastava una piuma per destarmi dal sonno. Ora invece non sono più padrona nemmeno delle mie capacità sensoriali, alle volte è tutto un po' scollegato.

Però stamattina mi sento stranamente di buon umore. Non so bene il perché, anzi si sinceramente so il perché, lo so da anni. L'ho scoperto un pomeriggio con qualche informazione rubata in laboratorio e un po' di concentrazione, un bel po' di concentrazione.

Comunque sia non ci voglio pensare ora! Ora andiamo a vedere chi è il mio ospite rumoroso!

-Thara! Eccoti finalmente! – Franz è sulla soglia della mia camera ed io sono ancora senza vestaglia il che è molto disdicevole visto che dormo solo con uno slip.

Lui è lì immobile a fissarmi, i suoi occhi verdi mi accarezzano i fianchi, lo slip di pizzo nero, la pancia piatta i seni pieni e turgidi e incontra i miei occhi.

-Franz? Ti sei imbambolato? Non c'è nulla che tu non abbia già visto! – Metto le mani sui fianchi per enfatizzare la mia vita sottile.

So che lo ha notato e un guizzo gli attraversa lo sguardo, un guizzo che conosco e preannuncia qualcosa di pericoloso.

-Eri un piccolo cerbiatto Thara, ora c'è una leonessa davanti a me.-

Si avvicina a passi lenti e con una mano sfiora delicatamente il mio braccio e i muscoli tesi. Non cambio posizione perché il mio corpo desidera quelle carezze.

-Dimmi Franz. Ti hanno mandato per consegnarmi un nuovo messaggio? Oppure vuoi farmi la ramanzina per quel dottorino che vi è ritornato un po' ammaccato? – Sorrido da smorfiosa, e la mia voce diventa melodiosa e ammaliante.

Lui mi guarda divertito. Mi ha insegnato da ragazza come ammaliare e confondere un uomo, so che con lui non funzionerebbero le sue stesse tecniche ma è interessato. Mi fissa negli occhi e si bagna lentamente le labbra mentre fissa le mie. Tolgo pigramente le mani dalla vita e le allungo per accarezzare i suoi forti pettorali che si intravedono dalla canottiera nera. Il contatto ora è reciproco, quindi capisce di avere il via libera e continua a far scorrere il dito dolcemente sul mio braccio e ora sulla clavicola.

-Quell'omuncolo? Avevo detto di non mandare nessuno a controllare, tu sai badare a te stessa. -

-Infatti. – Passo la lingua sulle labbra lentamente e so che mi guarda. Lui ha la capacità di vedere ogni dettaglio e sentire ogni cosa. Il bello è che mi ha insegnato tutto ciò che sa quindi è sicuro che io lo abbia sentito entrare e mi sia fatta trovare apposta mezza nuda nella mia camera da letto. In verità non è così però forse non mi dispiace

-Hai avuto un ottimo maestro dopotutto! – Il suo dito scende lentamente in mezzo ai miei seni che rispondo al contatto con la pelle d'oca. Lui sorride ma poi si ferma pensieroso sulla cicatrice che ho sul cuore.

Non è il primo uomo a toccarmela.

Nei cinque anni passati quartier generale di Byer, ogni tanto mi concedevo qualche distrazione maschile per passare il tempo.

Il sesso è una pratica molto diffusa per scaricare e rilassare i nervi. Poi io sono praticamente una leggenda tra tutti i nuovi cadetti, quindi è stato un periodo abbastanza semplice e divertente in quel senso. Bastava un cenno, a volte anche solo uno sguardo e mi pregavano di prendermi, di avere un pizzico della mia attenzione e della mia passione. Si, dai! Posso dire che i miei nervi si erano leggermente rilassati.

Sorrido. Sorrido perché una parte profonda del mio essere invece bagnandosi cerca di provare un sentimento nuovo diverso dal sesso. Il modo lento e attento con cui Franz mi tocca, i suoi occhi immersi nei miei. Quel verde intenso ha qualcosa di diverso, uno strano luccichio.

Le mie labbra si socchiudono lentamente verso le sue. Sento il suo fiato caldo al profumo di menta, passo la lingua lentamente sulle sue labbra carnose e inumidite. Lui di risposta mi spinge contro la parete e si appoggia forte contro il mio corpo per farmi sentire il desiderio che lo spinge. Sento qualcosa di duro, di molto duro tra noi. Franz è sempre stato capace di far perdere la testa a qualunque donna. E' il suo dono, lo è sempre stato ma lo ha passato a me ora. Spingo una mano tra di noi con decisione per toccare il suo essere che si protende verso di me e lo accarezzo. Le sue labbra fremono e dopo la seconda carezza si avventano fameliche sulle mie.

Sento la sua brama diversa da come me la ricordavo, mi sembra incontrollata e non è da lui. I movimenti calibrati dei nostri corpi ora sono confusi e voraci. Le sue mani mi strisciano e indagano furiosamente mentre le sue labbra non smettono di baciarmi.

Mi bacia come se non lo avessero mai fatto prima. Sgancio la cinghia dei pantaloni che cadono a terra immediatamente.

-Cos'hai Franz? – Ansito prendendo un respiro tra un bacio e l'altro.

Apre gli occhi e mi guarda voglioso, solo ora mi accorgo che aveva gli occhi chiusi. Non è mai stato così incontrollatamente infuocato con me, è sempre stato rigido e posato mentre mi insegnava che anche quando ti trovi spalle al muro, anche quando sei privo di ogni difesa, il tuo corpo affilato ti può aiutare. Il sesso può distrare un avversario da un colpo.

Ma era diverso, lui era tutto diverso prima! Mi ricordo un maestro fermo e pacato mentre mi insegnava la nobile arte del sesso. Inutile dire che lui era stato il primo uomo a toccarmi e rendermi donna ma questo poco importava, non ero stata addestrata ad essere una donna, un'adorabile mogliettina, una madre. Sono stata addestrata per essere un'arma, una sua opera.

Una cosa, un'arma con uno scopo ben preciso.

-Ti voglio, ti voglio Tarha. – I suoi occhi mi fissano, ma le sue mani non attendono risposta e mi solleva il sedere per avvolgere le mie gambe alla sua vita. Lo guardo e il cervello abbandona il black-out della passione per iniziare ad azionare gli ingranaggi. Franz non si è mai comportato così, è ovvio che c'è qualcosa che non va, gli è successo qualcosa che non mi dice.

Le sue mani mi toccano e quando sente che il mio corpo risponde alla sua durezza sorride fiero.

Mi lecca l'orecchio con la lingua cada e umida.

–Ti voglio Leana, ti desidero da impazzire. –

Leana, non Thara. Leana, mi ha appena chiamata Leana. Lui non mi chiama più così da anni. Io non sentivo quel nome da anni, da quando ero una ragazzina impaurita che scappava dall'orfanotrofio per correre alla casa dei miei genitori e piangerne la mancanza.

Leana era la ragazzina che si era appoggiata a lui e aveva adorato Franz quando le aveva donato una nuova vita, una via di fuga, uno scopo per cui combattere. Leana era una ragazzina fragile e malleabile. Leana era una ragazzina bisognosa d'amore.

Lui ora non vuole Thara, la donna forte in cui lui stesso ha contribuito a trasformarmi. Vuole Leana, desidera la me iniziale, la me di prima. La ragazzina bisognosa d'amore che non avrebbe cercato solo il sesso liberatorio ma l'amore, l'amore che senti arrivare fino al cuore quando lo senti. A me non interessava quel tipo di amore ma forse, per una volta, solo per una volta, la piccola Leana potrebbe sentirsi amata, potrei ricevere senza dovermi sentire in difetto o sbagliata.

Con quel pensiero stringo le mie gambe più forte intorno ai suoi fianchi.

Vedo i suoi occhi richiudersi e mi concedo il lusso di chiuderli anch'io mentre i baci tra noi aumentano e le sue poderose spinte dentro di me vengono accompagnate dal nome Leana sussurrato dalle sue labbra.

Amore, sto ricevendo e cercando l'amore. Non è da me, ma cosa cavolo mi succede. Inizio ad odiare quella stupida ragazza

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora