🌞E' TUTTO CAMBIATO

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Passeggio con Gynnes lungo il viale alberato del lungomare. E' una bellissima giornata di Ottobre. Le temperature sono ancora miti e permettono di stare con le maniche corte. Qualche avventore fa ancora il bagno. Due ragazzi stanno ripulendo le loro tavole da surf vicino alla riva.

-Gynnes, aspettami! - Grido.

Allungo il passo per raggiungerla ma va ancora troppo veloce.
-Aspettami, si può sapere che cavolo ti prende?- Si ferma improvvisamene e per poco non le cado addosso.

-Sai benissimo cosa mi prende Rechel! -

Ultimamente è arrabbiata sempre con me, con tutti. E' arrabbiata con il mondo e la capisco, fa bene ad esserlo poiché l'universo le sta giocando un brutto scherzo.

Non capisco solo cosa c'entro io in questo momento. Che cavolo le ho fatto?

-No, non lo so! Puoi provare a dirmelo, così avrò modo di giustificarmi, di scusarmi. –

-Mi sono rotta delle tue scuse! Dei tuoi continui tentennamenti! Sei così accondiscendente ultimamente. Mia madre sta morendo, ma non è colpa tua Rechel. Non ruota tutto intorno alla piccola dolce Rechel dannazione! –

Eccola di nuovo. Che cavolo ho fatto ora di male?

-Scusami Gynnes io non volevo... -

-Finiscila di scusarti! Ma come te lo devo dire? – Sbraita furente contro di me. Qualcuno si volta a guardarci e poi se ne va nel senso opposto. Alzo le mani in segno di resa.

-Cosa vuoi che ti dica? Cosa posso fare per starti vicina senza farti arrabbiare? – La guardo implorante ma i suoi occhi mi sembrano gelidi come il ghiaccio. Prima ci bastava uno sguardo per capirci, ora lei è qui davanti a me eppure mi sembra lontana mille miglia.

-Forse non mi serve che mi stai vicina. Forse sto meglio da sola! – Sussurra guardandomi dritta con aria di sfida.

Le sue parole sono come una pugnalata dritta al cuore. Sento le lacrime salirmi agl'occhi.

-No, tutto ma non questo... Lo Gynnes, questo è un momento difficile... Ma io... Io non voglio lasciarti sola! So che è un periodo impossibile per te. Ti senti il mondo caderti addosso, Thomas è lontano, ma io ci sono! Io ho promesso di restare qui. Di stare con te, io ci sarò sempre per te! –

Ora una lacrima mi scorre involontariamente sul viso. So che odia le mie lacrime. L'ultima volta che ho pianto in sua presenza si è arrabbiata ancora di più. Le mie lacrime non hanno valore perché io non posso capire cosa significa perdere la propria mamma.

Non posso immaginare com'è dovere portare avanti una casa e preparare da mangiare alla propria madre mentre lei non si ricorda nemmeno il tuo nome. Non posso immaginare, eppure la vita mi presenta un immenso dolore. La mia migliore amica è difronte a me, mi guarda negl'occhi e sento di non riconoscerla più. Sento di averla persa per sempre.

-Tu sei rimasta qui per Ryan, Rechel! Sii sincera almeno con te stessa. Volevi restare qui ancora prima di sapere di me e di mia madre. Non te ne frega niente di me! Ti ho chiamata ieri sera e stavi facendo la cretina con Ryan. -

Sento mancarmi un battito.

-Si Gynnes, è vero, ero con lui, ma se avevi bisogno di me lo avrei lasciato, sarei venuta da te. - Mi avvicino e le prendo la mano.

-Tu sei la mia migliore amica, darei tutto per te. Ti ho chiesto di venire con noi per distrarti un po' un milione di volte. Io ci sono per te, anche Ryan ti vuole bene e vorrebbe che tu stessi un po' con noi. Nel weekend andiamo al cinema con Anna e Franklin, vorrei tanto che venissi anche tu... - Tentenno.

Lei sorride, un sorriso amaro.

-Non verrò con voi al cinema a fare da spalla ai fidanzatini. Odio sentirmi fuori posto ogni secondo della giornata, a casa e ora con voi... Mi sono stufata! –

Mi scansa la mano in malo modo e mi prende per le spalle.

-Mi hai stufata Rechel, datti una svegliata! Mi hai rotto le scatole!- La vedo girarsi e continuare a camminare a passo spedito.

Per un momento sono contenta. Sono contenta perché posso lasciare scorrere libere le lacrime finalmente. Mi sento sollevata perché posso smetterla di trattenere il respiro. Sono contenta perché... No, non sono contenta per niente. Mi sento il cuore a pezzi. Mi sento sbagliata e non sono contenta per niente!

Prendo il cellulare dalla tasca e guardo i numeri segnati con una stellina dopodiché faccio partire la chiamata.

-Thomas, devi tornare, io non posso farcela da sola! –

Rientro a casa a piedi. Adoro camminare quando scende la sera ma oggi odio anche i miei passi. E' tutto così sbagliato. Sembra tutto così surreale.

-Aspetta Rechel, calmati per favore. Respira e dimmi che cosa è successo stavolta. – Ha la voce così calma. Mi fermo e metto le mani sulle ginocchia. Respiro. Un respiro, due respiri, tre respiri.

-Rechel? – Mi chiama Thomas. Il telefono, certo.

-Eccomi, ci sono. Abbiamo litigato di nuovo. Stavolta ha detto che non mi vuole più tra i piedi. Io ci provo Thomas, credimi! Ma è impossibile! –

-Rechel calmati, devi cercare di capirla, è sconvolta. Stamattina sua madre ha avuto un'altra crisi. Se ci pensi è un bene che riesca a sfogarsi con te. Riesce a buttare fuori un po' della rabbia che trattiene tutto il giorno. – Respiro una quarta volta.

–Ok. – Riprendo a camminare.

-Con te non fa così, tu non sai quanto può essere furiosa. Mi guarda con certi occhi. Sembra che voglia incenerirmi! –

Sorpasso dei ragazzi con le tavole da surf sotto il braccio. Uno di loro si sposta i capelli biondi ancora bagnati dal viso e mi saluta facendomi l'occhiolino.

Thomas ride dall'altro capo del telefono.

-Rechel, veramente pensi che io non sappia quanto la mia Gynnes possa sembrare pericolosa? Ti ricordi quel giorno che ho aiutato Dalila nel compito di Geometria? Mi ha fatto sentire uno schiavo per settimane, come se l'avessi abbandonata sull'altare! La nostra storia è molto delicata ultimamente, da quando sono partito è più dolce e comprensiva, sinceramente ho paura di rompere questo momento! Non voglio litigare con lei ma sapere che ha la grinta di alterarsi con te mi dà sollievo. Sapere che c'è ancora una leonessa in lei pronta a graffiar, mi fa sentire tranquillo. Tu sei la sua valvola di sfogo in questo momento. Ti prego, ti prego Rechel fallo per me, fallo per lei, per la vostra amicizia. Sopporta, fai finta di nulla. Aiutala a passare questo momento. Passerà vedrai e riavremo la Gynnes di una volta. –

Annuisco, sono arrivata al portone di casa. Do un calcio ad un sassolino.

-Ok, ci proverò. Sono arrivata. Tu chiami Gynnes? Mi fai sapere come sta? –

-Sei una buona amica Rechel. Proverò a chiamarla, le cose tra noi non sono molto semplici, o meglio sembro improvvisamente un amico insignificante. - Sospira triste.

-Comunque ti aggiorno io. Un abbraccio. – Ha riattaccato il telefono.

-Ti abbraccio anch'io. – Sussurro da sola.

Guardo il display vuoto. Vorrei proprio un abbraccio familiare in questo momento. Sto per posare il telefono in borsa, poi ci ripenso e chiamo Ryan. Il telefono fa due squilli, tre, cinque ma poi attacca la segreteria.

Sbuffo, non c'è mai quando lo cerco.

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora