🌙L'INIZIO DELLA FINE

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Mi sembra di correre ancora per la stessa risacca di qualche settimana fa ma stavolta il mare sembra quieto e privato della sua intensa forza. Avanzo lentamente, scorgo delle nubi in lontananza ma non sono nere e nuvolose. Sono delle nuvole bianche come il latte, là il sole risplende luminoso.

Mi avvicino lentamente. Non vedo le luci colorate intorno a me che mi distraggono. Guardo solo quelle belle e soffici nubi bianche e gli vado incontro. Schiudo gli occhi con calma, sento dei rumori circondarmi, avverto la mia mano aprirsi e chiudersi lentamente. Provo a muovere i piedi e sento l'aria che mi pizzica le dita. Sono sdraiata in una vasca, mi sento galleggiare su dell'acqua tiepida, ogni parte del mio corpo è intorpidita e dolorante. Non ho vestiti addosso, sono ricoperta da una membrana in plastica che aderisce perfettamente al mio corpo. Sento delle voci confuse continuare a borbottare freneticamente vicino a me.

Aspetta un attimo, io ho già vissuto questo momento. Al mio risveglio dal coma ho provato le stesse sensazioni. Sento il panico invadermi i sensi, mi muovo confusa. Le voci intorno a me acquisiscono un po' di forma.

-E' sveglia! - Grida una voce gutturale.

-Ce l'abbiamo fatta, è sveglia! – Risponde la voce di un ragazzo

-Tarha ci senti? -Chiede.

-Spostati! - Sento sbraitare da una voce che conosco molto bene.

Franz è in piedi su di me e mi guarda sorridendo.

-Bentornata, amore mio! - Sussurra.

Sono tornata? Sono io? Sono ancora nel mio corpo? Ricordo di essere morta. Sapevo che stavo morendo, il mio corpo era diventato un ammasso di carne dolorante quindi avevo accettato volentieri di morire. Ricordo di aver pregato Franz di lasciarmi andare e poi... Il vuoto. Ho vagato nel vuoto, non so dire quanto tempo sia passato da allora, forse un battito di ciglia oppure altri tredici anni. Non lo so. Vorrei parlare, vorrei gridargli tutte le domande che mi premono nel petto ma ho un tubo che mi esce direttamente dalla gola.

-Calma, stia calma! – Dice la voce dolce di un ragazzo.

Sbatto gli occhi contro la luce forte di una lampada che mi illumina il volto e metto a fuoco il suo viso. Provo ad alzare una mano, che risponde alla mia richiesta con immediato vigore. Rivolgo un cenno verso il tubo che mi esce dalla gola.

-Estubatela subito, idioti! – Grida Franz.

Finalmente qualcuno che mi capisce! Il ragazzino si limita a guardarmi impaurito. La gola mi brucia da morire mentre viene liberata dal tubo. Qualcuno inizia a staccarmi dai fili che mi avvolgono. Sta succedendo tutto per la seconda volta. Sono ancora qui in balia di questi scienziati pazzi che mi hanno richiamata a se. Ma questa volta Franz è al mio fianco. Mi volto verso di lui, ricordo il suo viso triste mentre combatteva per non lasciarmi andare. I suoi occhi lucidi sono stati la mia unica compagnia mentre abbandonavo questa terra. E ora quei meravigliosi occhi sono davanti a me che mi guardano di rimando.

Ho la bocca libera da ogni intralcio.

-Che succede? – Domando con un filo di voce mentre sento il fuoco bruciarmi la gola. Franz mi sfoggia il suo solito mezzo sorriso mentre mi accarezza i capelli. Sembra soddisfatto di vedermi.

-Io mantengo sempre le mie promesse Tarha! Ti ho riportata da me, amore mio! –

Sbatto gli occhi stanchi e infastiditi dalla luce forte delle lampade. Vorrei alzarmi. Mi guardo intorno, qualcuno continua a staccarmi i fili che sono collegati lungo il mio corpo. Abbasso lo sguardo verso il mio petto. Tra i miei seni turgidi c'è una lunga cicatrice che divide in due il mio tatuaggio. La mia splendida luna maori, che ho tatuato al termine del mio primo anno d'inferno è stata deturpata da una cicatrice, ma il mio petto si alza e si abbassa al ritmo del mio cuore. E' il suono più incantevole che io possa immaginare di poter sentire.

THE RISING MOONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora